La sveglia suonò, come al solito, alle 7:30. Ero stufa di svegliarmi tutte le sante mattine a quell'ora.
In ogni caso, anche se controvoglia, mi alzai e andai in bagno a fare una doccia veloce.
Mentre l'acqua scorreva, i miei pensieri scorrevano con essa, e, mi chiedevo, se sarei arrivata alla fine della giornata.
Uscii dalla doccia e andai a vestirmi: felpa della Nike, jeans, Nike Roshe Run nere e un poco di trucco. Così era come mi vestivo quasi sempre. Ero una ragazza semplice, adoravo vestirmi comoda e mi piaceva lo stile sportivo.Lavata e vestita scesi di sotto a far colazione dove trovai il mio ragazzo con un sorriso a 100000 denti.
«Alva? Che hai da ridere?» Gli chiesi.
«Oggi è una giornata speciale! Oggi è il giorno del nostro anniversario!» Corrugò la fronte. «Te ne sei dimenticata?»
«Ehm...» Non sapevo che dire. Effettivamente si: me ne ero completamente dimenticata. «No, no.» Sorrisi. «Solo che...mi sono appena svegliata e devo ancora connettere.»
Rise. «Si, tranquilla. Anche a me succede spesso.» Si grattò la nuca. «Comunque auguri amore.» Mi baciò delicatamente.
«Auguri.» Ricambiai il bacio.
Presi un pezzo di crostata e la portai alla bocca.
«Allora oggi fino a che ora sei impegnata?» Mi chiese.
«Oggi??» Ci pensai. «Penso fino alle 14:00. Perché?»
«Perché volevo portarti a festeggiare stasera e volevo che venissi un po' a Vinovo a vedere gli allenamenti.» Sorrise. «Poi sarà un buon motivo per stare anche con gli altri che è da tanto che non ti vedono.»
«Si, hai ragione. Se ce la faccio ti prometto che vengo.»
«Perfetto.» Mi diede l'ultimo bacio sulla fronte. «Ci vediamo dopo allora.»
«Si.» Sorrisi.
«Ah!» Tornò indietro. «Quasi dimenticavo...oggi verrà un ragazzo nuovo a Vinovo.»
«Ah sì?? E chi è?»
«Paulo Dybala dal Palermo.»
«Ah, ho capito.»
«Ora vado, ciao amore. Ti amo.»
«Anche io!»
[...]
Uscii da lavoro alle 13:30, probabilmente sarei riuscita a mantenere la promessa che avevo fatto ad Alvaro.
Dico probabilmente, perché ogni volta che volevo fare qualcosa, e c'era di mezzo il mio lavoro, non ci riuscivo mai!
Per esempio, una volta, Alvaro, mi aveva invitata a cenare fuori solo che, dopo il lavoro, ero talmente stanca che mi ero completamente dimenticata della cena e andai direttamente a casa a dormire.
Ci rimase parecchio male.Comunque adesso non sarebbe stato lo stesso. Presi la macchina e mi avviai a Vinovo.
Appena arrivata entrai con la macchina dal cancello e andai subito a salutare tutti i membri della squadra che stavano finendo di pranzare.
«Vuoi unirti a noi?» Mi chiese Zaza.
«No grazie, Simo. Non ho fame.»
«Come vuoi.» Sorrise e riprese a mangiare.
Andai a sedermi sulle gambe di Alvaro e, scrutando bene la sala, notai, nel tavolo a fianco al nostro, il ragazzo nuovo di cui mi aveva parlato Alvaro stamattina: Paulo Dybala.
"Cazzo che figo!" pensai. "Fabiana! Sei già fidanzata con Alvaro Morata tu!" mi rimproverai.
«Amore tutto bene?» Mi chiese Alvaro.
Feci "si" con la testa.
«Allora Fabiana, come stai?» Mi chiese Paul.
«Bene Paul, tu?»
«Bene dai.» Rispose il francese.
«Come mai non sei più venuta?» Rise Cuadrado.
«Colpa del lavoro.» Mi giustificai.
«Ci sei mancata!!!» Venne ad abbracciarmi Alex Sandro.
«Anche voi!!!» Risi.
«Ehi Paulo!» Lo chiamò Paul. «Non vieni a presentarti?»
«Piacere, Paulo.» Urlò restando seduto.
«Che maleducato!» Rise il francese.
«Sto mangiando!» Disse in sua difesa Dybala.
«Si sì, tutte scuse.» Continuò Pogba.
Esasperato, si alzò e venne a presentarsi.
Mi porse la mano e, io, prima gliela guardai e poi lo guardai negli occhi.
Cazzo che occhi. Avrebbero incantato chiunque li avesse guardati per più di 5 secondi.«Beh? La stringi o no?» Rise.
La sua voce mi riportò alla realtà. Gli strinsi la mano, con una stretta forte, quasi come se volessi fargli capire che avrei voluto portarmelo a letto, anche in quel preciso istante.
«Fabiana. Piacere.»
Lo guardai ancora una volta e mi morsi il labbro inferiore; lui capì all'istante e ricambiò con uno sguardo alquanto sensuale e provocatorio.
«Okay, adesso basta scoparvi con gli occhi.»
«PAUL!» Gli urlai guardandolo male.
Tutti risero e Paulo tornò al suo posto a mangiare, non facendo caso a quello che i suoi nuovi compagni di squadra avevano appena detto.
[...]
«Ti piace il nuovo arrivato?» Mi chiese Alvaro.
Eravamo sdraiati a letto dopo quella lunga giornata e avevamo deciso di festeggiare il nostro anniversario tranquillamente a casa. Eravamo stanchi entrambi.
«In che senso?»
«Se ti sta simpatico.»
Tirai un sospiro di sollievo.
«Si, sembra simpatico.»
«Già, è vero. Credo che legherò in fretta con lui.» Disse.
«Se lo dici tu...» Sospirai.
Mi girai dall'altra parte e spensi la luce. «Notte.» Dissi.
«Notte Faby. A domani.»
Chiusi gli occhi, cercando di non pensare a quegli occhi verdi, che, quella mattina, mi avevano completamente stregata.
STAI LEGGENDO
Take me home...{Paulo Dybala}
Fiksi Penggemar«È una promessa?» Gli chiesi. «Si. È una promessa.» Rispose fermamente. [QUESTO LIBRO POTREBBE CONTENERE SCENE DI SESSO ESPLICITE!]