Passarono dieci giorni e Paulo era tornato a casa. Anche se non poteva ancora alzarsi dal letto e camminare da solo, riuscivamo a divertirci lo stesso e a far passare il tempo velocissimamente. Si, perché quando eravamo insieme mi dimenticavo completamente del resto del mondo e pensavo solo a me e a lui, nient'altro, nessun altro. Il tempo passava senza che ce ne rendessimo conto ed era un bene, ma allo stesso tempo anche un male. Penso che tutti dovrebbero avere l'opportunità di avere un amore così nell'arco della propria vita.
Ringrazio Dio per avermelo fatto incontrare quel giorno.Quella mattina gli avevo preparato i biscotti che mi aveva insegnato a fare mia madre, erano quelli che mi venivano meglio. Glieli portai a letto.
«Ecco amore.» Gli poggiai il piatto sul comodino.
«Grazie, ti farò uscire pazza.» Rise.
«No, non lo farai.» Sorrisi sdraiandomi accanto a lui.
Si limitò a sorridere.
«Allora, dimmi, che vuoi fare oggi?» Gli chiesi.
«Mmmh...partita a FIFA?»
«Andata!»
Accesi la TV e presi i due joystick; ne passai uno a Paulo.
«Io prendo la Juve.» Disse Paulo.
«Io il Barça.» Risi. «Ti straccerò!»
«Contaci.» Disse con aria spavalda.
Mi morsi il labbro inferiore; mi piaceva troppo quando faceva così.
«Trattieni le tue voglie da maniaca, Faby...» Rise. «Lo sai che non possiamo.»
«Lo so.» Mi rattristai.
«Tranquilla, tornerò presto, te lo prometto.» Si leccò le labbra.
Lo baciai; la mia lingua si intrecciò con la sua e poi presi a mordergli il labbro inferiore.
«Potremmo lasciar perdere con la play?» Gli soffiai sulle labbra.
«Così non è valido...» Rise, ancora attaccato alle mie labbra. «Il mio amichetto mi sta diventando alquanto duro.»
Scoppiai a ridere.
«Giochiamo và.» Dissi.
La partita iniziò: Juve-Barça.
Nei primi minuti nulla di concreto, apparte qualche tiro lungo finito sulla traversa.
Poi, dopo il secondo tempo, Paulo fece un gol proprio con se stesso; all'inizio esultò, poi una lieve tristezza lo invase, potei vederlo benissimo. Gli mancava giocare a calcio.Non dissi nulla, non sapevo cosa dire per farlo stare meglio e credo che non spettasse a me dirgli qualcosa riguardante quell argomento.
*DIN DOON*
«Vado ad aprire, metti in pausa e non barare.» Risi.
Corsi ad aprire la porta e vidi le figure di Khedira, Cuadrado, Pogba, Allegri, Marchisio e........Alvaro???
«Ciao ragazzi, che ci fate qui?» Dissi soprattutto rivolgendomi a Morata.
«Siamo venuti a trovare Paulo.» Rispose Allegri. «Possiamo entrare?»
«Si, certo. Entrate pure.»
Entrarono prima Allegri, Khedira e Cuadrado, mentre Pogba, Marchisio e Alvaro rimasero fuori.
«Lui...» Cominciò Marchisio. «Lo abbiamo costretto, perché vogliamo che parliate e risolviate la questione. E lo farete.»
«Già, zero lamentele.» Concluse Pogba. «Vi lasciamo qui fuori da soli, non ammazzatevi.»
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Take me home...{Paulo Dybala}
Hayran Kurgu«È una promessa?» Gli chiesi. «Si. È una promessa.» Rispose fermamente. [QUESTO LIBRO POTREBBE CONTENERE SCENE DI SESSO ESPLICITE!]