Four

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Qualche giorno dopo tornai a Vinovo, guardai gli spogliatoi e mi venne in mente che giorni prima ci avevo fatto sesso con Paulo. Sorrisi.

Ero seduta sugli spalti a vedere gli allenamenti, che oggi erano aperti al pubblico e quindi c'era parecchia gente.

Alvaro si girò verso di me e mi sorrise, salutandomi con la mano...io ricambiai.
Mi sentivo troppo in colpa e ogni giorno riuscivo sempre meno a guardarlo negli occhi. Ogni maledetta volta che lo guardavo, che gli parlavo o qualsiasi cosa facevo con lui, mi veniva voglia di dirgli tutto quello che avevo fatto, ma poi pensavo a Paulo e non avrei mai voluto metterlo nei casini.

Il triplice fischio segnò la fine degli allenamenti; Alvaro venne verso gli spalti per firmare gli autografi, come al solito, mentre, vidi Paulo, che stava andando verso gli spogliatoi e mi stava guardando.

«Ehi amore!» Alvaro mi raggiunse.

«Alva..» Nemmeno mi fecero finire la frase che tutti gli saltarono addosso.

Una ragazza, più o meno di 17 anni, si attaccò al suo collo come un koala in calore e la rabbia mi pervase.

«Tu, piccola sgualdrinella!» Le dissi.

«Dici a me?» Mi rispose con fare da presuntuosa.

«Si a te! Stai lontana da lui, è già fidanzato.»

«Ah sì? Pfff e con chi?»

«Con ME.» Strinsi i pugni.

«Ehi Faby, calma.» Mi disse Alvaro. «Le firmo la maglia e se ne va.»

«Non ce n'è bisogno, me ne vado io.»

Senza dire più nulla mi avviai verso l'uscita, con l'intenzione di andare da Paulo e farlo un'altra volta.

Ma che mi era preso? Mi ero appena messa a fare una scenata di gelosia inutile, quando io lo cornifico come un alce! Non aveva alcun senso.

«Faby!»

Mi girai e trovai Zaza.

«Ciao Simo.»

«Tutto apposto?»

«No...cioè...si.»

Rise. «Risposta sensata direi.»

«Scusa, è solo che ultimamente non faccio altro che litigare con Alvaro.»

«Lo so, lo vedo.» Sorrise. «So tutto tra te e Paulo.» Mi bisbigliò.

Rimasi sconvolta a quell'affermazione.

«Davvero?» Sbarrai gli occhi.

«Già...vi ho visti l'altro giorno negli spogliatoi.»

Misi una mano davanti agli occhi.
O cazzo, o cazzo, o cazzo! Noi che pensavamo di essere soli e tranquilli! Mi fidavo di Simone, niente da dire, ma era meglio che non lo sapesse nessuno.

«Mi prometti che non lo dirai a nessuno, vero?» Lo supplicai.

«Non lo so. Non potrei mai nascondere una cosa del genere ad Alvaro, io e lui siamo migliori amici. Però non potrei mai fare un torto a te. Sono in una brutta situazione, volevo giusto parlartene ieri, ma non sono riuscito a fermarti.»

«Si, avevo fretta.» Sospirai. «Ma ti prego non lo dire! Fai finta di non aver visto nulla...»

«E se per caso lo venisse a sapere e venisse a sapere che io sapevo tutto ma che non gli ho detto nulla? È un gioco di parole, lo so, ma mi farebbe nero come Paul! E la nostra amicizia andrebbe a farsi fottere.»

«Lui non saprà che tu sapevi. Promesso.» Dissi. «E poi non è detto che lo verrà a sapere.»

«Okay...okay...» Sospirò. «Vado a fare la doccia. Buona fortuna.»

«Si, certo...grazie...»

Rimasi lì per un po', poi andai a scusarmi con Alvaro per l'ennesima figura di merda che avevo fatto.

[...]

«Simone sa tutto!» Gli dissi.

«Non dirà nulla vero?»

«Non credo.»

«Io dico di ucciderlo!» Rise.

«Smettila scemo.»

«Ok ok...scusa.» Rise ancora. «Quando vieni un po' a trovarmi?»

«Quando potrò.»

«Cioè quando?»

«Io verrei anche adesso tesoro, ma non posso.»

«Che bello quando mi chiami così, mi eccita.» Disse.

«Lo so.» Risi. «Se riesco vengo domani, manchi anche a me.»

«Anche tu mi manchi, troppo.»

Sentii Alvaro entrare in camera.

«No grazie, non voglio comprare niente arrivederci!» Terminai la chiamata.

«Chi era?» Mi chiese Alvaro.

«Non lo so, media shopping forse.» «Cosa hai comprato?» Cambiai argomento.

«Roba per gli allenamenti, me l'hanno data oggi a Vinovo.» Disse poggiando le borse sul letto.

«Bene...sei stanco?»

«Si.» Si tuffò sul letto. «Hai mangiato?» Mi chiese.

«Non ancora, non ho molta fame. Tu?»

«Si, ora penso che dormirò un po' prima di partire per Verona.»

«Ah già, hai la partita domani, me ne ero dimenticata.» Dissi pensando che avevo detto a Paulo di vederlo l'indomani.

«Eh già. Notte.»

«Si, certo...notte.»

Dopo nemmeno mezz'ora, Alvaro, iniziò a russare, allora io andai in cucina a mangiare qualcosa. In quel momento avevo una voglia matta di uscire e andare da Paulo. Con lui ero davvero felice. Invece con Alvaro non la ero più...non so perché...semplicemente credevo che non lo amassi più. Pensare che qualche anno prima mi ritenevo fortunatissima di averlo incontrato, adesso sono cambiate un sacco di cose...dopo che è arrivato lui.

Mi arrivò un messaggio da parte di Paulo.

Il letto è così vuoto senza di te...

Il mio cuore è così vuoto senza di te...

Se ci amiamo, perché non lasci Alvaro e non vieni con me?

Vorrei poterlo fare, ma cosa succederebbe se scoprisse tutto? Se sapesse che voglio stare con te e non più con lui?

Non mi importa. Io voglio te

Anche io, ma penso che la nostra sia una relazione destinata a stare segreta.

Si sistemerà tutto, vedrai. Un giorno staremo insieme

Lo spero.

So che domani avete la partita, lo avevo dimenticato

Si, quindi non possiamo vederci. Vieni lunedì che ho la giornata libera

Okay, lunedì. Tanto poi ti chiamo.

Si. Notte, sei bellissima.

Ah, volevo dirti questa cosa, magari è presto per dirlo, ma non ho niente da perdere.

Sei davvero speciale in tutto quello che fai, quando vieni qui e mi fai stare bene, mi allontani dai miei problemi, sei fantastica. Penso di amarti sai? Spero di non sbagliarmi. Spero che tu non sia come Antonella.

Non sono come lei, questo è sicuro. Ma se mi ami non lo so...la stessa cosa la penso io di te...da quando ti conosco sono sempre più felice. E poi sei tu bellissimo, non io. Notte❤

Notte❤

Bloccai il cellulare e tornai a letto con un mega sorriso: era lui la mia felicità e dovevo andare a prendermela.

Take me home...{Paulo Dybala}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora