First Day

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Il giorno dopo l'incontro, con il prof. Molini, andai a Castel Volturno. Alle 9 avevo appuntamento con il Fisioterapista Iodice.

Mi svegliai piena d'ansia e con il cuore in gola, non riuscivo a fare colazione e mi precipitai in bagno per vomitare. Ero fatta così: non riuscivo a contenere il panico. Presi un lungo respiro e una pasticca di valeriana e mi feci una lunga doccia calda. Cercai di vestirmi in modo decente, quindi decisi di indossare un jeans azzurrino ed una camicia bianca, sopra una giacca grigia abbinata alle Converse dello stesso colore e alla borsa.

Tremavo dall'ansia e avevo paura di fare una figura di merda il primo giorno e se l'avessi fatta per davvero non avrei più messo piede là dentro e mi sarei laureata a Marzo, l'avevo giurato.

Alessandro, il mio coinquilino, mi accompagnò a Castel Volturno con l'auto e arrivai in perfetto orario fuori al Centro Sportivo. Trovai un signore ad aspettarmi, aveva i capelli brizzolati e gli occhi di un azzurro chiarissimo.

«Salve, lei dev'essere Rossini, l'alunna del professore Molini.» Chiese il signore scrutandomi.

«Esatto, piacere Eva e mi dia del tu, mi sento vecchia con il lei.» Scherzai per allentare la tensione che si stava creando nella mia mente.

«Piacere Stefano. Vieni ti mostro il Centro, oggi conoscerai solo la squadra e le loro cartelle mediche, da domani inizierai il percorso di tirocinio.» Sorrise e si incamminò all'interno del Centro.

«Perfetto.» Cercavo di parlare altrimenti sarei morta per l'emozione e imbarazzo.

Mi fece vedere la sala video, la stanza per le conferenze, un salone per il merchandising e 2 dei 3 campi, visto che uno era occupato dalla prima squadra, e il laboratorio medico.

Quando entrammo nella sala medica mi sentì a casa. Una sensazione di benessere mi invase il corpo, la mente ed i cuore, era una cura naturale all'ansia. La stanza conteneva una 30ina di attrezzi per la riabilitazione, tra cui: lettini per i massaggi, passerelle con percorso segnato, dei bilancieri ed altre attrezzature.

All'università mi sognavo una sala così ben attrezzata per laboratorio ed esami pratici. Rimasi a contemplare tutte le attrezzature, erano di una qualità indescrivibile e costavano parecchio. Sentivo di essere la ragazza più fortunata del mondo il quel momento.

«Ti piace?» Chiese sorridendo.

«Scherza?! È stupendo tutto ciò!» Sentivo che gli occhi avrebbero preso la forma di un cuore a furia di guardarmi intorno.

«Sono contento che ti piaccia, ora vieni, andiamo a prendere un caffè al bar.» Fece l'occhiolino e mi portò verso il bar all'interno del Centro.

Quel posto era incantevole; ammiravo ogni centimetro, tecnologia e bellezza pura, tutto ciò in un Centro Sportivo. Nonostante fossi incantata da ciò sentivo il cuore farsi pesante e il respiro mancarmi un po', non riuscivo a capire il perché fin quando non mi trovai di fronte al bar, con una mano poggiata sul petto, stretta, alla collana lunga che portavo e il labbro inferiore intrappolato tra i denti.

Avanti a me tutti i giocatori del Napoli stavano facendo una piccola pausa e quando Stefano mise una mano dietro la mia schiena per farmi avanzare per poco non morivo dall'emozione.

Fischiò e tutti si girarono verso di noi, abbassai lo sguardo rossa in viso e morsi più forse il labbro finché non sentì il sapore metallico del sangue in bocca.

«Ragazzi vi presento la mia nuova assistente. Trattatela bene, mi raccomando!» Disse.

Nella stanza si elevarono alcuni mormorii e fischi, alzai la testa scuotendo i capelli all'indietro e forzando un sorriso, per colpa dell'emozione non me ne usciva uno buono.

«Eva, loro sono i ragazzi del Napoli. Ragazzi, lei è Eva.»

I ragazzi mi guardavano curiosi e non riuscì a sostenere il loro sguardo. C'era proprio tutta la prima squadra. Higuain, Insigne, Callejon, Reina, Hamsik, Gabbiadini, Allan, David Lopez, Albiol, Hysaj... tutti eccetto Mertens.

«Tommà fa o' café!» Gridò Higuain al signore dietro al bar.

Sorrisi per quella frase detta un po' a "vrenzolo" che mi fece distrarre dai pensieri che giravano in testa. Quando il caffè fu pronto mi avvicinai al bar.

Il mio cuore scoppiava a quella vista, avere i calciatori che ami e che segui per tv o allo stadio a due passi da te è una sensazione indescrivibile. Non riuscivo a crederci, mi sembrava un sogno e avevo paura di svegliarmi e quando qualcuno mi toccò la spalla e feci cadere un po' di caffè bollente sul dito, capì che quella era la realtà.

Mi girai di scatto e misi il dito in bocca quando non trovai dei fazzoletti per pulirmi. Quando alzai il capo trovai uno sguardo divertito ed un sorriso ad aspettarmi. Rimasi letteralmente immobile con il fiato bloccato. Era una visione, una fottuta visione.

«Non ci siamo presentati! Piacere Dries.» Si presentò Mertens allungando la mano nella mia direzione.

Ringraziai dio che la mano sporca fosse la sinistra e non la destra quindi l'allungai stringendo la sua.

«P-Piacere, Eva.» Risposi imbarazzata.

Sorrise di più e lasciò la mia mano. Quella breve scossa che avevo avvertito se n'era andata ma pensai fosse l'emozione.

Poco dopo tutti i calciatori mi si avvicinarono e tesero la mano che strinsi a tutti, ricambiai i sorrisi e alcuni abbracci. Erano stranamente affettuosi ed io non mi sentivo più fuori posto. L'ultimo ad avvicinarsi fu l'allenatore: Maurizio Sarri.

«Benvenuta in squadra Eva, mi aspetto un ottimo lavoro da lei.» Disse facendo l'occhiolino.

Sorrisi timidamente e lo ringraziai per poi dileguarmi nella sala medica insieme a Stefano.

«Anche Sarri ti ha dato il benvenuto ed ha usato lo stesso discorso che usa con i ragazzi alla chiusura di un contratto. Ora sei parte della squadra e della famiglia del Napoli!»

Ritornati nella sala medica Stefano mi passò tutte le cartelle cliniche dei giocatori e mi disse di studiarmele ogni giorno, logicamente per questione di privacy non mi poteva dare delle copie da leggere a casa, quindi le dovevo studiare i giorni di tirocinio.

«Come mai non sei mai stata presa per un tirocinio? Mi sembri in gamba.» Parlò dopo molto tempo Stefano.

«Non sono figlia di papà.» Alzai le spalle e presi l'ennesima cartella che mi si trovava d'avanti.

Lessi il nome e sorrisi senza accorgermene, era la cartella di Dries Mertens.


*****

Spazio Autrice.

Non vedevo l'ora di pubblicare il primo capitolo!

Giuro che dopo questo la storia prende un ritmo più veloce ed è anche più piacevole da leggere!

reinadaminhavida Tommaso e Gonzalo Vrenzolo li ho messi. Ho mantenuto la promessa di inserirli nel primo capitolo! AHHAHAHA

Grazie a chi vota la storia e a chi la legge. 

iwanticardi Grazie per il supporto!

Vi amo alla prossima settimana ♥♥♥♥♥

Into my eyes || Dries MertensDove le storie prendono vita. Scoprilo ora