Avrei cercato.

1.4K 47 7
                                    

Pov. Dries.

Dicembre era alle porte, Eva ancora non mi parlava, nonostante fosse passato molto tempo da quel giorno in cui ci siamo baciati, ma la cosa peggiore era il fatto che da una decina di giorni non veniva più al Centro Sportivo. Decisi quindi di andare a trovarla a casa.

Mi sentivo strano d'avanti alla porta, non sapevo che dirle. Aveva ragione: ero un fottuto stronzo ma non riuscivo a starle lontano, mi attraeva come una calamita; non c'era secondo, minuto, ora che non mi veniva in mente, eppure la conoscevo così poco. C'era qualcosa di misterioso in lei, non passava inosservata ai miei occhi, si era aperta così tanto con me e io l'avevo fatta stare male.

Bussai alla porta e dopo poco si aprì rivelandomi la figura di Eva; aveva una tuta grigia, la felpa della stesso colore aperta e sotto portava solo il reggiseno. Quando mi vide alzò gli occhi al cielo e si chiuse la zip.

«Pensavo fosse Alessandro.» Sbuffò facendomi entrare. Chiusi le mani a pugno e non capì la gelosia improvvisa che mi colpì, lei non era mia, ma la volevo. Non mi importava di Khatrin, Eva mi attraeva più della forza di gravità.

«State insieme?» Chiesi sedendomi accanto a lei sul divano. Aveva i capelli raccolti con una matita e si mangiucchiava il dito. Sulle gambe aveva un libro enorme e il computer era acceso avanti a lei.

«No.» Rispose fredda, distaccata. «Ma viviamo insieme da un bel po' di tempo, vedermi nuda per lui non è una novità.» Spiegò. Il senso di gelosia ritornò e strofinai una mano sul viso. Aveva una macchia viola sulla clavicola, l'avevo notata subito. Ma prima che potessi chiederle qualcosa parlò lei. «Cosa ci fai qua? Oggi avevate l'ultimo allenamento prima della partita di domani.»

«È tra un'ora. Volevo sapere come mai non venivi più al Centro.» Spiegai. «Ci sarai domani alla partita? Stefano ti deve dire una cosa importante.»

«Tra qualche settimana mi laureo e sono impegnata a studiare per bene la Tesi. Domani ci sarò, non posso perdere una delle partite più sentite, visto che simpatizzo per entrambe le squadre.» Mi lanciò un'occhiata e si sistemò meglio sul divano.

Davvero? Simpatizzava per l'Inter?!

«Dimmi che scherzi!» Dissi. Lei negò con la testa e sorrise. «Simpatizzi davvero per l'Inter?» Non rispose si alzò semplicemente dal divano e corse nella sua camera. Quando tornò, 10 minuti più tardi, indossava una maglia dell'Inter e aveva gli occhi lucidi dalla felicità.

«PAZZA INTER AMALà!» Cantò saltellando da una parte all'altra mostrando con felicità la maglia blu/nera. «È uno dei pochi ricordi che ho di papà. Me la comprò durante un derby che andammo a vedere. Quella sera incontrai Materazzi e il solo ed unico capitano: Javier Zanetti.» Raccontò, si vedeva l'emozione e la malinconia traboccare da quegli occhi castani. Le accarezzai una guancia per fermare la prima di tante lacrime che piano piano scesero. Sospirò. «Qui ho la firma dell'uomo della mia vita.» Sorrise prima di girarsi per mostrarmi il numero e la firma dell'uomo della sua vita: Javier Zanetti.

«E quindi domani come farai? Tiferai per me o per l'Inter?»

«Per te?» Mi schernì. «Tifo per la squadra, è diventata la mia famiglia da quando non ho più nessuno.» Sussurrò l'ultima parola e prese di nuovo il libro.

«Hai me.» Risposi abbracciandola.

Eva pianse sulla mia spalla per un'ora, fin quando non tornò Alessandro e ce ne andammo a Castel Volturno. Non voleva restare sola, sola con lui. Avrei voluto spaccargli la faccia appena visto, Eva era sempre troppo buona con tutti, con me, con lui; a lei non pensava mai e finiva sempre per soffrire.

Avrei cercato di renderla felice.

Avrei cercato di esserle solo amico, come aveva chiesto lei.

Avrei cercato di non innamorarmi più del dovuto, ma era già tardi.

Già l'amavo ma lei era di un altro; esattamente come me.

Pov. Eva.

Guardavo la strada che scorreva veloce dal finestrino della macchina. Stavamo andando a Castel Volturno e le lacrime ancora non si erano fermate. Non andavo a lavoro da quando Ale tornò a casa e mi fece cadere il mondo addosso.

Odiavo i segni, i marchi, le dipendenze e tutto ciò che fotteva il cervello.

Anche l'amore era una droga, una dipendenza, un marchio; ma l'amore era differente: l'amore riempie, non svuota.

Sentivo lo sguardo di Dries cercarmi ma avevo paura di girarmi, gli avevo raccontato tutto e odiava Alessandro, una cosa che io non sarei mai riuscita a fare. La mia famiglia era lui, la mia roccia, il mio unico amore senza fine. Perché sì, io amavo Alessandro così tanto da sentirmi una merda ogni volta che lui stava male. Non riuscivo a fermarlo quando tornava a casa in quelle condizioni, aveva promesso di smettere eppure era sempre dentro alla droga. E come sempre mi addossavo la colpa, lui non era felice ed io non lo rendevo felice.

Mi toccai il collo sentendo una fitta e morsi il labbro, quando sarebbe finito tutto ciò?

Arrivati al Centro guardai Dries, non riuscì a sostenere il suo sguardo fatto di pietà e rabbia quindi giocai con le nostre mani. Dries era il mio Angelo in questo inferno.

«Dimentica tutto ciò che ho detto. Non ne parlare con nessuno, ti prego.» Sussurrai piano. Dries si passò una mano tra i capelli e sospirò.

«Come faccio?» Sbuffò. «Eva, i-io non ti capisco ok? Come fai a perdonarlo? A far finta di nulla? Ma hai visto cosa ti ha fatto?» Alzò la voce e strinse la mia mano tra le sue, cercando il mio sguardo che sfuggiva.

«Sta male, non capisce ciò che fa.» Lo proteggevo, come sempre.

«Quante volte vuoi proteggerlo? Si fa di coca Eva! Devi parlargli.» Mi alzò il viso e mi guardò dritto negli occhi, incatenando i nostri sguardi. «Non puoi permettergli di farti male, di costringerti a fare cose che non vuoi. Con me non eri pronta e forse è stato meglio così, ma con lui?»

Chiusi gli occhi e mi distaccai velocemente da lui, Dries aveva ragione: non ero pronta a donarmi di nuovo ad Alessandro.

Avrei cercato di mandare Ale in clinica.

Avrei cercato di pensare a me.

Avrei cercato di non innamorarmi di Dries non era mio ed io non ero sua.

Eppure ci appartenevamo. 


**********

Spazio Autrice!

Allora capitolo di merda. Non mi piace come è venuto ma per colpa della Tesina non ho tempo di sviluppare al meglio le idee. 

Fatemi sapere cosa ne pensate!

Nel prossimo capitolo arriva l'Inter e qualcuno sarà geloso... MMMH. 

Un bacioo e grazie per i voti e le visualizzazioni! ♥♥♥♥♥

Into my eyes || Dries MertensDove le storie prendono vita. Scoprilo ora