Pov. Eva.
Stesa sul divano di "casa" Mertens - una villetta di due piani, con piscina che affacciava sul golfo di Napoli, dove si poteva benissimo vedere il porto e il Vesuvio - aspettavo Luce. Dries mi aveva detto che sarebbe dovuta arrivare con Pepe, Gonzalo e José, ma non né ero così sicura.
«Un penny per i tuoi pensieri.» Disse Dries comparendo davanti a me.
Si era cambiato e adesso indossava una camicia blu, sbottonata sul petto, e un jeans chiaro. Era semplicemente perfetto.
«Niente...» Sospirai. «Mi sento ancora fuori luogo, tutto qui.» Guardai altrove e mi leccai le labbra, non mi sarei mai abituata a loro... a lui.
«Tu non sei fuori luogo, io sono felice che tu sia qui.» Disse accarezzandomi una guancia e sorrisi. Il cuore non smetteva di accelerare, avevo paura che potesse scoppiare da un momento all'altro. Dries si stava rivelando la mia salvezza per un cuore in frantumi.
«Grazie.» Sussurrai e lo vidi sorridere in risposta, mi lasciò un bacio sulla fronte e si alzò.
La squadra era arrivata e in più, insieme a Lorenzo e Marek c'erano le loro mogli: Jenny e Martina, con cui avevo legato in queste settimane. Dopo un po' vidi arrivare Alberto e Luce, sorridevano e scherzavano tra di loro... la ragazza doveva dirmi le ultime novità.
Luce si sedette accanto a me, si levò il giacchetto e vidi due paia di occhi squadrarla. Aveva un bellissimo vestitino nero, con le spalline ricamate e due scolli a V molto profondi, che facevano intravedere la schiena e il petto, visto che finiva sopra l'ombelico.
«Mi devi spiegare che ci facevi con Alberto.» Sussurrai.
«Visto che lui non mi pensa faccio amicizia con Alberto e ti devo dire che non è per niente male.» Sussurrò a sua volta, marcando per bene tutte le parole, come per farsi capire meglio.
«Peccato che Pepe ti mangiava con gli occhi...» Sorrisi quando sobbalzò e si morse il labbro. Infondo io tifavo per il portiere.
Quasi a fine serata a Luce venne la splendida idea di giocare ad 'Obbligo o Verità'. Ci trovavamo in cerchio, chi seduti sulle sedie, chi sul divano e chi a terra, ed eravamo quasi tutti ubriachi. Infatti gli obblighi erano deficienti e le verità scottanti, ma l'indomani nessuno si sarebbe ricordato nulla... giusto?
«Allora Christian. Obbligo o verità?» Disse Dries che in quel momento mi stava toccando i capelli. Avevo la testa poggiata sulle sue gambe mentre ero stesa sul divano.
«Obbligo.»
«Vai al centro del cerchio e fai uno spogliarello.» Il numero 14 rise quando vide il compagno farsi rosso.
Christian Maggio si mise al centro della pista e Luce fece partire la musica di Uomini e Donne dal suo cellulare. Il ragazzo iniziò a spogliarsi e quando si levò la camicia io e la mia amica ci scambiammo uno sguardo di approvazione.
Dopo lo spogliarello il capitano fece girare di nuovo la bottiglia che colpì Lorenzo. Toccava a lui fare la domanda. Guardò per bene tutti i presenti per poi fermare lo sguardo su di me, morsi il labbro e attesi.
«Eva. Obbligo o verità?» Alzò un sopracciglio.
«Obbligo.» Risposi, volevo vedere dove voleva arrivare.
Ammiccò alla mia risposta e strofinò le mani, brutto segno. «Dai un bacio a Dries, con la lingua, per non meno di 20 secondi.»
Mi alzai dalla comoda posizione in cui stavo e mi girai verso il numero 14, sentì gli sguardi di tutti i presenti su di me e arrossì. Vidi Dries sorridere e posizionare le mani sui miei fianchi per far sì che ci avvicinassimo. Quando poggiai le mie labbra sulle sue il mio stomaco sprigionò milioni di farfalle e involontariamente sorrisi. Lui mi leccò il labbro inferiore per chiedere accesso alla mia bocca e glielo diedi subito, le nostre lingue si cercavano e insieme danzavano, andando a scoprire il sapore dell'altro e delle sensazioni nuove nella mia mente, nello stomaco e nel cuore. Mi stavo innamorando e quel bacio me lo fece capire. Avevamo creato una nostra bolla, solo noi due e nessun'altro, quel bacio era voluto da entrambi e a me stava più che bene... mi sentivo felice e completa.
Sentimmo tossicchiare e ci staccammo. Lorenzo sorrideva sornione e Luce ammiccò. Sorrisi un'ultima volta a Dries prima di stendermi di nuovo sulle sue gambe, non riuscivo a guardarlo negli occhi.
«I 20 secondi erano passati da un bel po'.» Sussurò Gonzalo facendomi arrossire.
Pov. Luce.
Eva e Dries si guardarono e si sorrisero, si poteva capire da lontano che il bacio era voluto da entrambi.
«Luce.» Mi risveglio Josè. «Obbligo o verità?»
Picchiettai l'indice sul labbro e ci pensai. «Obbligo.» Risposi poi.
«Bacia il ragazzo più bello della squadra.»
Sentì dei mormorii che dicevano che questi obblighi erano tutti uguali ma in questo momento andava più che bene. Avevo due possibilità, baciare Alberto che in quel momento si guardava le mani o Pepe, aveva la mascella serrata ed era ancora più bello.
Mentre mi avvicinavo ad Alberto sentì una mano afferrarmi il polso e mi girai di scatto, trovandomi esattamente a poca distanza dalle labbra di Pepe, il mio Pepe.
Non ci pensai due volte ed unì le labbra con le sue, erano incredibilmente morbide, dolci, si sentiva l'alcool che aveva bevuto ma non mi dava fastidio, anzi. Era tutto ciò che avevo sognato; baciarlo e trasmettere tutto ciò che sentivo: amore, rabbia, desiderio. Ma quell'incredibile magia evaporò dopo poco, quando mi allontanò e si alzò all'improvviso.
Sentivo gli occhi bruciare e guardai Eva, mi faceva segno di alzarmi e andare da lui e così feci. Lo seguì fuori e quando si girò mi lanciò un'occhiata truce.
«Si può sapere che cazzo ti prende?» Sbottai irritata.
Fece un sorriso amaro e si passò una mano sulla testa. «Non capisci?! Tutto questo è così sbagliato. Noi due siamo così sbagliati. Se solo...» Sospirò dicendo le ultime due parole con un sussurro. Il mio cuore si era già bloccato. Noi due siamo così sbagliati.
«Ma di che diamine parli?! Se solo cosa?» Non ci capivo nulla.
«Abbiamo 10 anni di differenza Luce, sei una ragazzina. Se solo fossi più grande non mi ritroverei in questa situazione di merda!» Disse cattivo, quasi scocciato.
«Situazione di merda? Quella nella situazione di merda sono io! I-Io... Dio, quant'è difficile.» Passai una mano tra i capelli e mi leccai il labbro. «Io ti sto appresso da 2 anni. 2 fottuti anni! L'età, in amore, non conta! Ma forse quello poco maturo che ci pensa sei tu!» Dissi fredda. «Tutti si sono accorti di ciò che provo per te. Tu te ne sei mai accorto? O eri troppo occupato a guardare il culo alle altre?!» Chiesi, non riuscivo più a smettere di parlare, era l'unico modo per non far scendere le lacrime.
«Tu non mi piaci Luce, è vero quella nella merda sei tu.» Disse freddo, ma la sua voce sembrava lontana, come se non gli appartenesse.
«Allora perché mi hai bloccato? Stavo per baciare Alberto. Non te!»
«L'ho fatto solo per lui. Lo volevi illudere e questo fa capire che sei ancora più ragazzina di ciò che pensassi. Metti l'anima in pace: io e te non saremmo mai niente.» Quella voce così fredda, così vuota, mi faceva capire che era così: ero una ragazzina ai suoi occhi, solo una stupida ragazzina.
Appena lui si allontanò iniziai a piangere, ma non mi importava, da quelle lacrime sarei rinata. Gli avrei fatto vedere quanto poco matura fossi, non ero una ragazzina ma perché non dargli ciò che voleva?!
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Spazio Autrice!
Questo capitolo è scritto in parte a 4 mani con reinadaminhavida TI AMO ♥
Ringrazio chi legge e mi segue ♥ Un Bacio ♥
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Into my eyes || Dries Mertens
Fanfiction-PRIMA STORIA SU DRIES MERTENS! MIRA COMO TE MIRO È una storia di una ragazza che si trova catapultata in una situazione a lei molto imbarazzante ma conveniente grazie al suo Tutor Universitario. Eva, studentessa di fisioterapia, fa il tirocinio al...