Capitolo Due.

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Appena Niall parcheggiò l'auto fuori il vecchio appartamenti di Louis, il ragazzo spinse la testa fuori dal finestrino, che aveva fissato per tutta la durata dell'intero viaggio e ora una linea rossa gli delineava la fronte. Un silenzio rumoroso aveva caratterizzato l'atmosfera nella macchina, sembrava che tutti stessero trattenendo il respiro prima che venisse interrotto da Harry facendo rumore nello spostarsi per guardare nello specchietto retrovisore.

'' Cosa state per farmi?'' gemette, il tono della sua voce rispecchiava la paura nei suoi occhi, dei brividi corsero lungo la schiena quando il ragazzo accanto a lui si sporse in un po' di esaminare il livido scuro sotto l'occhio, Louis si trattenne dal passare il dito sulla parte violacea e guardò Harry prima di rigirarsi.

''Che intendi esattamente'' esitò.

''Per favore non colpirmi, ti prometto che non farò nulla." sussurrò, la voce rotta a metà della frase. Louis scosse la testa stancamente poggiandola sul sediolino dietro il suo collo.

"Cosa?! È ovvio che non ti picchieremo'' disse negando quella ridicola idea. Non era il tipo a cui piaceva la violenza, a meno che non fosse per gioco. In entrambi i casi, sbatté le palpebre al ragazzo di fronte a lui e impallidì quando si rese conto che il riccio era totalmente terrorizzato. ''Perché dovresti anche solo pensare una cosa del genere?"

''Non vorrei né essere rude né interrompere qualcosa ma vorrei andare a casa, ho il culo congelato" il ragazzo davanti a loro li interruppe con un piccolo sorriso. Louis annuì velocemente d'accordo scendendo dall'auto e accendendosi una sigaretta. Spostò lo sguardo da Niall e si abbassò verso di Harry che era ancora seduto. "Onestamente, non ti farei mai del male''

Ma Louis si sentì ancora peggio quando il ragazzo alzò lo sguardo e trovò ancora agitazione nelle sue pupille.

"Andiamo allora?" chiese aprendo la sua portiera e sfiorandogli un ginocchio.

"Uhm si, credo che-''

''Ti fa male l'anca amico?" domandò quando vide Harry alzarsi e barcollare sulle sue gambe magre. Ma hey, dopo tutto lui chi era per importarsi del riccio? Così evitò quel pensiero più velocemente di qualsiasi altra cosa.

"Un po' ma sto bene...'' lui annuì poco convinto.

"Guarda, vedi quella finestra?" Louis ne indicò una al terzo piano del palazzo di fronte a loro con le tende scure, Harry annuì confuso. ''Stiamo andando lì, non preoccuparti'' lo sguardo del ragazzo tornò velocemente preoccupato.

''Mi stai portando a casa tua?''

''Si?'' si avvicinò verso il portone del palazzo. "Perché no?''

Le spalle del ragazzo si alzarono e si abbassarono in una piccola scrollata dondolando nervosamente, piegando la sua espressione in una smorfia. ''Uhm...io non...non sono un escort. Lo so che me lo hai detto prima ma-''

''Ne parleremo di nuovo quando saremo sopra, okay?'' interruppe il suo discorso posizionando una mano sulla fine della sua schiena, chiudendo la porta dell'auto con un piede. Il giovane ragazzo accanto a lui era rigido mentre camminava, zoppicando nell'entrata del palazzo che lui chiamava casa.

Entrarono nell'ascensore, Louis colpì accidentalmente con il gomito quello della sua vicina. Rivolse un'occhiata di scuse alla signora anziana aiutando Harry ad appoggiarsi al muro dell'ascensore.

''Tutto bene?''

''Sicuro.'' sospirò il ragazzo con le labbra che tremavano leggermente stringendo la manica del cappotto di Louis mentre la struttura si muoveva facendolo barcollare.

''Eccoci qui, aspetta che trovo le chiavi'' mormorò, una delle sue mani nella tasca a cercare disperatamente la chiave argentea. L'altra sua mano libera stava ancora sostenendo Harry che tremava sulle sue stesse gambe. Louis vide che il ragazzo non riusciva nemmeno a stare in piedi senza appoggiarsi al muro. ''Eccole'' disse una volta trovate.

SOLITUDE [Larry Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora