Capitolo Tredici.

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''E' dicembre'' disse Louis, un grosso sorriso sulle sue labbra rosse, le sue piccole dita afferrarono il manico della porta chiudendola, entrando dentro la calda e accogliente camera d'ospedale lasciandosi cadere lo zaino dalle spalle che gli urtava la schiena ad ogni passo.

''Lo è?'' replicò la familiare voce roca, facendo sorridere Louis ancora di più se fosse stato possibile, i suoi grandi occhi cercarono quelli verdi smeraldo del ragazzo più giovane che occupava quel grande letto con i bordi in ferro, si spostò tra le coperte per dare spazio anche al liscio che non esitò a salirci. Harry alzò gli angoli delle labbra contento. ''Mi piace dicembre, davvero molto''

''Anche a me'' rispose il ragazzo, tirandosi sullo stomaco la busta con il cibo che aveva comprato prima di andare lì. Ne tirò fuori due insalate di pollo e dei sandwich, porgendone uno a Harry prima di appoggiare le spalle sui cuscini accanto a lui.''Il mio compleanno è a dicembre, alla vigilia. A proposito, cosa vuoi per Natale?''

''Non voglio nulla'' rispose quasi immediatamente Harry, incontrando lo sguardo blu di Louis sentì il suo petto stringersi. ''Niente di niente fino a quando posso restare con te.''

Louis si morse il labbro perché come poteva essere così adorabile Harry? Sorrise genuinamente, prendendo un piccolo morso dal suo panino e assaporando quel gusto che era anche il suo preferito, i suoi occhi esaminarono il viso arrossato del riccio. ''Sfacciato. Ma sei dolce.''

''Sta zitto'' Harry sentì le sue guance colorarsi di rosa, alzò il braccio dando una gomitata nelle costole di Louis, ma gentilmente. Non era comunque troppo forte per potergliene dare una che gli avrebbe fatto male, infatti Louis rise.

Una delle infermiere con cui Louis aveva parlato il giorno precedente, la stessa che gli aveva dato le informazioni su Harry, entrò nella camera sorridendo spontaneamente ai due ragazzi accoccolati in quel letto di ospedale.

''Buon Giorno Harry, Louis''

''Giorno' '' replicarono loro due all'unisono con la bocca piena di sandwich al pollo, ridacchiando entrambi l'uno per la voce dell'altro. L'infermiera sogghignò, prendendo dal pannello attaccato al letto di Harry la cartella con le sue condizioni e incominciando ad esaminare i documenti con una penna in mano.

''Allora Louis, ho delle buone per te'' disse dopo pochi minuti di un confortabile silenzio, facendo alzare la testa di Louis dalla spalla di Harry nel sentir nominare il suo nome.

''Si?'' sospirò. Le buone notizie in ospedale erano pur sempre buone notizie, ma considerando il fatto che erano le condizioni di Harry ad essere più tosto negative, non le sue, fu sorpreso nel sentire che le buone notizie erano riferite a lui.

''Il tuo fidanzato sta migliorando ogni giorno che passa, e se vuole, potrà lasciare l'ospedale anche molto presto'' sorrise genuinamente e Louis congelò. Harry stava meglio e sarebbe potuto tornare a casa, per un attimo si sentì il cuore leggerissimo per poi sprofondare nel suo stomaco a quelle parole. Aveva detto fidanzato, aveva chiamato Harry come il suo fidanzato. Suonava benissimo, se non per il fatto che non era vero, non importava quanto Louis desiderasse che lo fosse. Vide Harry irrigidirsi un po accanto a lui, la sua bocca interruppe il masticare regolare del suo panino.

''Oh, è davvero fantastico, grazie'' Louis le rivolse un timido sorriso, l'idea che Harry stesse meglio gli ronzava ancora nella testa, non riuscendo a sopraffare la parte del fidanzato.

''Si, grazie'' mormorò Harry sorridendo all'infermiera che annuì uscendo, lasciando la stanza con un piccolo occhiolino e il ghigno ancora sul viso.

Louis appoggiò le spalle al muro con le mani congiunte insieme sopra il suo stomaco e gli occhi fissi su di esse. Sperava che Harry non avesse notato quello che aveva detto la donna. Ma ovviamente era impossibile, poteva sentire gli occhi del ragazzo fissi sul suo profilo prima che incominciasse a ridere.

SOLITUDE [Larry Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora