Capitolo Cinque.

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Il mattino seguente quando Louis si alzò, sapeva che c'era qualcosa di strano, di sbagliato. I ricordi della sera precedente gli affollavano il cervello, si ricordava di aver portato Harry a casa dopo che si era addormentato in auto, stringendolo forte fino a quando non lo aveva steso sul divano e si era messo a guardare qualche programma televisivo notturno, stringendo una coperta calda intorno al corpo del suo amico e alzandosi per lasciarlo dormire in pace.

Prima di tutto, era buio. Non sorprendente, pensò Louis. Dopo tutto, era tardo autunno. I giorni erano corti, le notti lunghe. Ma in ogni caso, a svegliarlo dal suo sonno tranquillo furono i rumori proveniente dal salotto attraverso il corridoio. Così, come avrebbe fatto ogni uomo responsabile, allungò le braccia sopra la testa facendo scricchiolare la schiena e mormorò tra se e se mentre si alzava assonnato per raggiungere il salotto.

''Harry?'' fu la prima osò che disse, i suoi occhi controllarono la stanza, fermandosi sulla figura riccioluta che ancora dormiva sul divano. Eccetto per il fatto che Harry non stava solo dormendo, stava piangendo silenziosamente, piccoli sussulti scappavano dalle sue labbra rosse e il suo corpo tremava aggrappandosi al rivestimento del sofà. Così Louis si precipitò vicino a lui, il suo caratteristico cipiglio fissava Harry calciare la coperta via dal suo debole corpo.

Era la seconda volta che lo faceva, notò Louis. Si inginocchiò davanti al divano, gli facevano male le ginocchia a causa del pavimento di legno duro, ma si dimenticò del dolore non appena Harry si ritrasse su se stesso, colpendo con la testa il bracciolo, ma nonostante il forte colpo continuò a dormire. Louis si appoggiò con le braccia sul divano, studiando più da vicino il viso corrucciato di Harry, prima che lui scattasse di nuovo facendo sbattere il suo naso contro quello di Louis.

Ma nonostante il colpo, non si era ancora svegliato.

''Oh dio Harry, sei un cazzone'' disse Louis agonizzante con la mano a tenersi il naso, ma ben presto si pentì delle parole che aveva detto con troppa velocità. ''Harry?''

Allungò la sua mano sinistra verso la sua testa, accarezzando dolcemente i suoi ricci scuri, le dita del ragazzo si strinsero automaticamente intorno al polso di Louis come un'appiglio con il quale tirarsi su, il suo respiro era instabile, aveva ripreso ad ansimare. ''Harry svegliati,'' mormorò continuando a fargli piccole carezze sui suoi capelli morbidi, le dita tra i suoi ricci. ''E' soltanto un brutto sogno, andiamo, svegliati''

Soltanto allora gli occhi di Harry si spalancarono, quel verde riuscita a brillare anche nel buio. ''Stai bene?''

Harry scosse la testa spingendo la faccia contro il suo cuscino respirando irregolarmente e veloce quasi spaventando Louis, così si avvicinò di più non sapendo cosa fare e fece poggiare la testa di Harry sulla sua spalla, lui si irrigidì.

''Harry? Rilassati amico'' mormorò contro la pelle chiara del ragazzo ''Prendi un lungo respiro per me, sweetheart, un lungo respiro , okay?''

Sentì Harry annuire cercando di seguire il suo consiglio.

''Bravo, fai un respiro profondo'' sussurrò guardando il petto di Harry alzarsi e abbassarsi velocemente, notando come strofinava il pollice sulla sua schiena, quasi gli servisse a calmarsi. Quando si staccarono Harry si lasciò cadere a peso morto sul cuscino, infilandoci il naso.

''Perfetto, ora ritorni a dormire?''

''No, non posso ora'' scosse la testa.

''Hai avuto un incubo?'' chiese Louis guardandolo curiosamente. Harry annuì appena come se avesse vergogna.

''Ne vuoi parlare?'' si offrì il ragazzo, ora convinto al cento percento che l'indomani sulle sue ginocchia ci sarebbero stati dei lividi, così si alzò. Harry lo guardò con occhi pieni di paura e si fece più piccolo per fargli posto. Il ragazzo più grande lo fece, piazzandosi di fronte al riccio e automaticamente le sue braccia lo avvicinarono a se. ''Allora?''

SOLITUDE [Larry Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora