Capitolo Sei.

212 10 2
                                    

Nonostante dopo l'abbondante colazione preparata da biondo la situazione si fosse calmata, Harry non riusciva a non pensare alle parole di Niall. Dovremmo controllare, mettete caso è un'assassino pazzo, cavolo.

Perciò Louis decise in fine di scendere lui per controllare chi avesse occupato il loro solito parcheggio, superò velocemente le scale due alla volta uscendo fuori dal portone principale del palazzo. Si tirò il cappuccio nero della felpa sopra la testa, camminando lentamente verso l'auto rossa, i suoi occhi analizzarono ogni imperfezione della vernice, piccoli graffi qui e là sulla portiera. Si corrucciò quando notò la figura umana al suo interno.

Sicuramente non sembrava una cosa tanto insolita parcheggiare la macchina lì, ma prima di tutto, quello era il posto auto di Louis e, in aggiunta di ciò, nessuna macchina aveva mai parcheggiato lì, era già abbastanza raro se ci passasse qualcuno. Era un quartiere isolato e silenzioso, per questo gli piaceva.

Così recuperò tutto il coraggio di cui era munito e con gentilezza bussò al finestrino dello sconosciuto. La figura lo fissò prima di abbassarlo.

''Cosa?''

''Uh, signore scusi il disturbo, ma uh,'' balbettò prendendo qualche centimetro di distanza. Era sicuramente di età adulta, intorno ai quaranta o cinquant'anni. Sembrava strano, ostile, ad ogni modo c'era qualcosa nei suoi occhi, quel colore vivido troppo scuro che lo fissava. ''Questo è il mio posto auto, quindi...''

''Quindi?'' ringhiò l'uomo, Louis fece un altro passo indietro, sentendosi stranamente impaurito.

''Quindi mi stavo chiedendo se potesse spostare la macchina'' disse velocemente. ''Per favore?''

''E se non lo facessi?'' sibilò l'uomo attraverso i denti, la sigaretta tra le sue labbra oscillò pericolosamente, aveva gli occhi arrabbiati. Si sporse dal finestrino e sputò sul marciapiede dove Louis stava in piedi. ''Senti moccioso, smamma''

''Ma è il mio posto auto!'' insistette.

''Smamma!''

Louis lo fece, dritto verso il suo appartamento, spaventato da quello sconosciuto. Superò la porta già aperta, appendendo il suo cappotto all'attacca panni e dirigendosi verso il salotto, dove un'altra sorpresa lo stava aspettando.

Incontrò gli occhi di Harry, grandi come sempre, sbatté le palpebre un paio di volte fissandolo con un piccolo sorriso sulle labbra. ''Tutto bene?''

''Tutto bene'' Louis annuì, sedendosi sul divano, dando una gomitata a Harry chiedendogli si farsi un po più in la per sedersi meglio di fronte a lui.

''Chi era quell'uomo allora? Se ne è andato?'' sussurrò il riccio guardandolo mentre la sua mano gli accarezzava gentilmente il ginocchio, disegnando piccoli cerchi sul materiale nero del jeans.

''No'' replicò facendo le spallucce e il sorriso di Harry si alterò. ''Non so chi sia. Ha soltanto sputato per terra e mi ha detto di andare via''

Harry spalancò gli occhi, sembrava comico, Louis avrebbe voluto ridere ma non era il momento, a partire dal fatto che lui sembrava terrorizzato. ''Come era fatto''

''Uhm, era grosso, occhi da mettere i brividi e uhh, e i capelli grigiastri a ciocche'' ridacchiò nervosamente guardandolo. ''Harry non preoccuparti-''

''No, no Louis!'' incominciò a piangere, i suoi occhi luccicavano dalle lacrime. Louis inghiottì il groppo che gli soffocava la gola asciugando con il pollice alcune lacrime che stavano candendo sulla pelle chiara di Harry. ''Io potrei, io potrei sapere chi sia''

Il ragazzo più grande avvicinò a se Harry facendolo sedere gentilmente sul suo grembo e facendo correre una mano tra i suoi capelli, guardandolo fisso dentro gli occhi arrossati. ''Chi è, Harry?''

SOLITUDE [Larry Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora