<<Ti ho portato il caffè>> mi sussurrò lei, con un enorme sorriso sulle labbra. La guardai con stupore e per un attimo fui accecato dalla quantità di luce che portò nella mia stanza entrando di colpo. È come se quella mattina di metà dicembre, si fosse trasformata in una calda giornata di agosto, e ti far venire voglia di vivere, di goderti la vita in un sorso e far festa finché non fa notte fonda. E lei era più o meno simile a quella sensazione, per me. Una carica pazzesca di energia, una luce accecante di felicità, una scarica elettrica che ti attraversa ogni minima parte del corpo, e io l'avrei scelta sempre, si, ad ogni costo, lei, ogni mattina, insieme al mio caffè e alla felicità. Ogni volta che la fissavo, mi limitavo a capire semplicemente che prima di lei, non credevo che esistesse qualcosa di così bello nel mondo.
E mi limitavo anche a capire che un giorno glielo avrei detto tutto ciò, come feci quella mattina, sussurrandogli all'orecchio poche parole ma essenziali.
<<No, mi hai portato la vita>>