ONE || SHE IS

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La neve minacciava da un paio di giorni la città, un soffice e ancora sottile coperta bianca ricopriva i marciapiedi e grandi fiocchi si poggiavano tra gli scuri riccioli di lei. Sembrava non notarli fino a quando uno di questi si posò sulla trasparente lente sinistra dei suoi grandi occhiali da vista rovinandole la visuale. Si affrettò sotto la pensilina del portico oggi più affollato del solito e si sistemò la borsa su una spalla prima di sfilare gli occhiali e liberarli dall'eccesso di neve. Si passò una mano tra i riccioli che le ricaddero sulle spalle, infilò gli occhiali verdoni e si diresse all'interno della stazione.


I suoi occhiali avevano il colore della foresta, quel verde scuro e intenso, pareva nero fuori dalla luce del sole, lei sapeva che quegli occhiali erano il suo segno di riconoscimento, li amava, la contraddistinguevano da tutte le altre ragazze fatte con lo stampino che gironzolavano per Londra. Le davano un senso di sicurezza, certo poteva farne a meno, solo scambiandoli con un paio di lievi lenti a contatto, ma più volte li aveva preferiti, forse perché erano l'unica cosa che le ricordava il padre.


"Il solito"


L'uomo le diede i due soliti biglietti; faceva quello stesso lungo noioso percorso da quattro anni ormai e lo avrebbe fatto per il quinto, alla fine di questi avrebbe raggiunto la meta tanto desiderata i 18 anni. Scese le fredde e dure scale e in alcuni secondi giunse alla lunga banchina, il bordo di questa era innevato e la ragazza pensò che avrebbe dovuto fare attenzione a non scivolare quando sarebbe arrivato il treno.


Lui, sigaretta in bocca e pesanti cuffie attorno alle orecchie, stava sempre appoggiato al muro della banchina all'inizio della metro, aspettando forse un treno o forse altro, ma sempre nell'ombra. Quel giorno, come sempre, lui era lì, al suo solito posto, le sue cuffie bianche che appena spiccavano nell'ombra che lo avvolgeva, contro il muro gelato della banchina. Piccole nuvolette bianche uscivano incessanti dalla sua bocca, e dopo l'istante in cui gli occhi della ragazza sfrecciarono svelti sulla sua figura, lei non seppe dire se erano dovuti totalmente al fumo o anche al suo respiro congelato che si disperdeva nell'aria. Lei finse la solita scena, tirò dritto davanti a lei, passi decisi e svelti, non uno sguardo in più al ragazzo misterioso. Si concentrò sul messaggio appena arrivato dalla sua migliore amica, l'unica forse.
Quando aveva oltrepassato solo di pochi passi la postazione del ragazzo riuscì a sentire, con l'orecchio privo della cuffietta, i passi dell'altro ragazzo che lo seguiva come un'ombra e due parole mormorate nel buio.


"è lei"

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