NINE || PAIN
"Che ti succede Pri?"
La voce di Carrie giunse alle orecchie dell'amica ancora confusa e un po' spaventata, la quale cercò di rassicurarla il più velocemente possibile. Non appena la voce spazientita e irritata del professore di inglese le riprese più volte, le due misero fine alle loro chiacchiere e tornarono alla noiosa lezione.
La classe si fiondò fuori dall'aula solo pochi secondi dopo il suono aspro della campanella, Priya ancora rimuginava nella sua mente l'incontro con Liam, chiedendosi chi fosse e cosa volesse da lei.
"Pensi di potermi spiegare ora?"
Carrie senza demordere fermò l'amica incitandola a spiegarle il motivo del suo particolare ritardo e della sua espressione ancora visibilmente turbata e sconvolta.
"Niente Car stai tranquilla...sto bene"
Disse abbassando lo sguardo trasparente alle sue scarpe diventate molto affascinanti, cercò una scusa per svignarsela dall'amica ma senza risultati.
"Avanti parla"
Ordinò e Priya fece sfumare fuori dalle sue labbra un sospiro tremante, e iniziò a spiegare alla sua migliore amica l'inquietante incontro avuto poco prima con Liam, si fidava di Carrie e sapeva di poter contare sul suo aiuto in qualsiasi situzione si trovasse e per quanto brutta potesse essere, lei l'avrebbe sempre e comunque aiutata e ci sarebbe stata.
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Le ragazze tornarono insieme a casa e una volta scese dal treno percorsero la lunga e fredda banchina senza dire una parola, quando furono sul punto di salire le scale Priya sollevando gli occhi dal suo Blackberry notò dietro di lei una presenza insolita; solitamente erano sole quando tornavano da scuola, solo qualche bambinetto che scorrazzava ne, parchetto fuori dalla metro, ma nessun'altro in giro, soprattutto giù sulla buia banchina.
La ragazza mora si girò velocemente solo per controllare se ci fosse realmente qualcuno, e vide le solite cuffie bianche, questa volta meno nascoste alla luce, a causa dei raggi del sole più forti rispetto a quelli della mattina. Sentì una risata compiaciuta, inquietante e fin troppo familiare proveniente dal buio e qualcuno zittirla bruscamente. Un brivido corse lungo la spina dorsale della ragazza, ricordandosi di quello che aveva sentito la mattina e soprattutto dell'incontro con Liam, quel ragazzo l'aveva terrorizzata al solo pronunciare il suo nome, e qualcosa in quella risata le ricordava lui: avrebbe preferito non averlo mai incontrato. Lei si strinse un po' al braccio dell'amica prima di affrettarsi su per le scale.
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Priya si ritrovò ancora una volta a camminare sola su quel lungo viale che portava a casa sua, forse per la prima volta dopo molto - troppo tempo forse - era però rilassata, sapendo che Barney non sarebbe stato a casa, ma in giro per affari chissà poi che lavoro farà, se poi deve stare qui solo per approfittarsi dei nostri soldi.
Questi i suoi pensieri riguardo all'uomo che sua madre amava, eppure lei si era sempre chiesta come facesse sua madre ad amare un uomo come Barney, un uomo così diverso da suo padre, così cattivo. L'unica vera risposta che trovava ogni volta era solo che lei non era a conoscenza di quello che Priya doveva soffrire, delle minacce, del sesso, dello sfruttamento, delle botte...solo una persona ne era a conoscenza, ma purtroppo non poteva fare più di quanto già facesse: Zayn.
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Dopo una settimana l'incubo di Barney sembrava aumentasse ogni secondo di più, lui era tornato e ancora lei si trovava sola mentre Zayn visitava i college, lei sapeva che anche quando lui sarebbe andato al college le sarebbe stato vicino senza abbandonarla. La furia di Barney si era scatenata su di lei quella notte più del solito, sua madre era fuori con delle colleghe e lei poteva solo sottomettersi a lui.
Lei salutò Austin e si avviò lungo il marciapiede verso casa sua, sentì dei passi dietro di lei ma non se ne curò e mandò un breve messaggio a Carrie, ancora non veniva a scuola e lei sentiva che qualcosa non andava.
"Ehi puttanella!"
Ghignò, lei si irrigidì e sospirò prima di alzare lo sguardo e essere strattonata bruscamente, lui scagliò un pugno nel suo stomaco e lei cadde a terra perdendo l'equilibrio.
"Quando mi farai conoscere il tuo amico?"
Chiese riferendosi a Austin nello stesso momento in cui un calcio violento si posò sulla sua coscia, urlò e le lacrime si bloccarono all'interno degli occhi, il dolore era talmente forte che non aveva neanche le forze di far sgorgare le lacrime sulle guance. Il suo pesante stivale si sollevò dalla sua gamba e sentì che qualcuno lo sbatteva a terra, un paio di pugni che si abbattevano sulla sua faccia dura. Si sentì sollevare ormai sfinita e dolorante, sentì dell'acqua fredda scivolare sulle ferite e tutto quello che si ricordò prima di addormentarsi fu il viso di un ragazzo, magari avesse saputo chi era, colui che l'aveva salvata di nuovo.
Si risvegliò di nuovo con Zayn seduto al suo fianco, occhiaie violacee circondavano i suoi occhi, segno che era rimasto tutta notte a guardarla dormire. Dormire, non che abbia dormito molto, si torturava le ferite fresche con le mani, cercando di cancellare il dolore che invece aumentava progressivamente. Lui non le fornì spiegazioni circa il salvataggio della sera, ma Priya si ricordò un ragazzo, qualcuno, un angelo forse, solo un sogno, ma qualcuno che l'aveva salvata e aveva curato le sue ferite sanguinanti.
Chi? Chi mi ha salvata? Perchè non è qui ora? Dov'è? Cosa ha a che fare Zayn con lui? Perchè non me ne vuole parlare? Chi è questo Harry che continua a chiamare mio fratello? Cosa vuole da lui? Perchè Zayn è così vago a parlare di lui?...
A mente di Priya doleva per le troppe domande irrisolte, mentre il suo corpo doleva per le molteplici ferite insopportabili che Barney le aveva causato la notte precedente.
Dopo qualche giorno la fatica, la sofferenza e il dolore di Priya erano alleviati dalla dolcezza e dalla premura di Austin nei suoi confronti. Da quando uscivano insieme lei sembrava felice, sembrava a suo agio con lui e lui con lei. Non si sarebbe mai aspettata di sentirsi così leggera con un ragazzo, non le sembrava vero che lui non si aspettasse niente da lei, voleva solo renderla felice e sembrava che si interessasse davvero a lei. La apprezzava per quello che era. Per quanto si sentisse bene con lui il pensiero di raccontargli tutto di Barney non l'aveva mai sfiorata. Quando erano soli Priya era agiata e rigida all'idea di cosa l'aspettava, ma Austin riusciva a calmarla e le promise che lui avrebbe aspettato fino a quando sarebbe stata pronta. Mille emozioni le tornavano alla mente: quando veniva sbattuta sul letto violentemente, le sue mani grandi e ruvide , e strappavano i vestiti e lui la penetrava violentemente, soffriva e piangeva in silenzio, mentre lui riempiva il preservativo. Questi incubi si stampavano all'interno delle sue palpebre quando si trovava nella medesima situazione con Austin, tremava e lui la abbracciava, le carezzava i capelli stampando dolci e leggeri baci sulla fronte e le asciugava le lacrime che solcavano le guance arrossate e accaldate.
L'unica cosa che preoccupava Priya e che iniziava a notare anche Austin era il fatto che in qualunque momento in cui erano insieme, da soli o con Carrie o con gli amici di lui, mentre passeggiavano semplicemente, mentre bevevano una cioccolata al bar, Priya sentiva degli occhi indiscreti e maliziosi bruciare su di lei in ogni momento, si sentivano osservati e non Austin non se lo spiegava. Priya ogni volta vedeva parcheggiato in qualche buco quel grande SUV nero, la paura che Liam fosse nei paraggi e potesse affrontarla davanti a Austin la terrorizzava; anche se non lo vedeva sapeva che lui o qualcun'altro era li, e li seguiva, o seguiva Priya?
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Quel giorno Priya scese le scale della metro per andare a scuola, come ogni giorno si trovò a passare davanti a quel ragazzo che la attirava dannatamente, non vedeva l'ora di scoprire e vedere se tutto quello che si diceva in giro di lui era la verità. Il ticchettio dei suoi tacchi continuò regolare e lei superò il ragazzo cercando come al solito di nascondere la sua impazienza. Quando fu a metà della banchina una forte stretta gelida e improvvisa la fermò e con violenza la girò verso la figura oscurata di un ragazzo. Serrò gli occhi cercando di cancellare quella figura.
"Be' rieccoci...Malik"
Quelle parole, il modo in cui il suo nome veniva pronunciato dalle quelle labbra, come ogni lettera entrava lei e la spaventava mandando brividi nel suo corpo le fecero ricordare prima ancora di riaprire gli occhi chi era. Istantaneamente iniziò a pulsarle il piccolo cerchio quasi scomparso sotto all'orecchio. Liam.
"Hmm...vedo che ti ricordi di me"
Ghignò. La sua voce la scosse e sussultò allo stringersi della presa sul suo braccio.
"C-cosa vuoi Liam?"
La sua voce insicura venne leggermente coperta dal chiacchiericcio della gente attorno a loro ma lui riuscì a sentirla e ghignò sommessamente.
"Vieni con noi, è il momento di ricambiare il favore e pagare il debito"
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UNDERGROUND
FanfictionSi incontravano ogni giorno là, nella fredda e buia metropolitana di Londra. Lui era sempre là, allo stesso posto, appoggiato al muro della banchina, nascosto nell'ombra, dalla sua bocca uscivano piccoli sbuffi di fumo e le sue cuffie bianche si int...