TWENTY-TWO || THE DOWNFALL
Senza perdere altro tempo Harry raccolse le forze, prima scarseggianti ma ora così vigorose e con un movimento veloce sollevò Priya da terra, così che lei potesse avvolgere le gambe attorno alla sua vita; lei le incrociò stringendosi a lui e approfondendo sempre di più il bacio e catturando ogni gemito e ogni piccolo sussurro di Harry.
In quei brevi minuti tutto era cambiato, tutto per Priya e tutto per Harry. Forse c'era davvero una speranza per entrambi, forse Harry aveva davvero trovato chi lo avrebbe fatto stare bene, chi lo avrebbe amato incondizionatamente, chi lo avrebbe guarito e non l'avrebbe mai abbandonato; forse Priya aveva davvero trovato chi l'avrebbe protetta, chi l'avrebbe amata e chi non l'avrebbe mai abbandonata.
Finalmente Priya si arrese di fronte ai suoi sentimenti per Harry, senz'altro non avrebbe trovato nessun'altro che la facesse sentire viva e unica come si sentiva quando era con Harry. Niente era mai stato certo nella sua vita, i trasferimenti, la morte di suo padre, l'arrivo di Barney, gli anni della sua adolescenza sconvolti e distrutti da quell'uomo che non era più un problema per lei, la partenza di Zayn, l'unica persona che le era stata vicina in tutto questo e che sapeva esattamente come si sentisse e che poteva in parte sollevare quel peso dalle sue spalle - l'unica finora - ora Harry era il suo presente: lui poteva riportare l'amore nella sua vita, e lei l'avrebbe riportato nella sua.
Harry cercò di arrendersi a quello che Priya gli aveva dimostrato più volte - anzi sempre - da quando i due si conoscevano. Lei era stata l'unica capace di farlo sentire unico e vivo, lei era stata l'unica che non lo aveva giudicato, l'unica che non lo temeva per quello che gli altri dicevano di lui, l'unica che era rimasta al suo fianco anche dopo aver visto la parte peggiore - o quasi - di lui, l'unica che aveva a cuore sinceramente quello che provava e come si sentiva, e che aveva cercato di aiutarlo e amarlo.
Davvero lei lo amava? Come era possibile che una ragazza innocente e semplice come Priya potesse amare un drogato violento e pericoloso come Harry? Era quello davvero amore? Era davvero lui capace di accettarlo? Cosa invece avrebbe potuto fare lui per lei? Cosa avrebbe potuto portare Harry nella sua vita? Sarebbe stato lui in grado di renderla felice?
I pensieri di Harry si concentrarono sul piccolo corpo avvinghiato alla sua vita, cosa spingeva questa ragazza a voler stare con lui? Perché non le aveva voltato le spalle come avevano fatto tutte le persone nella sua vita?
In un attimo senza nemmeno accorgersene Harry ruppe quel bacio, ruppe quel legame intenso che si era creato tra di loro, lei riappoggiò i piedi per terra e prese le mani di Harry giudandolo verso il letto per farlo sedere, ma lui si ritrasse - quasi d'istinto - ritraendo velocemente la mano da lei.
"Harry"
Priya sussurrò dolcemente avvicinandosi a lui, il quale girò il viso evitando le sue labbra arrossate dai precedenti baci. Un'imprevista emozione attraverso il volto della pakistana, ma Harry era troppo concentrato sui suoi pensieri e sul suo dolore rifiorente per riuscire a decifrarla.
"Perché sei tornata"
La voce roca e spezzata di Harry tagliò il silenzio della camera, la luce fioca di Londra impediva a lei di scrutare il volto oscurato di Harry, non poteva osservare il dolore e la paura impresse sui lineamenti perfetti del ragazzo, ma poteva chiaramente sentirle nella sua voce, spezzata e tremante.
"Sono qui per aiutarti, ti prego lascia che ti aiuti Harry...sono qui per te"
Lei si avvicino di nuovo a lui, portò una delle sue piccole e delicate mani sulla sua guancia, riportando gli occhi verdi di Harry a guardare nei suoi azzurri, unici. Lui cedette al suo tocco e Priya poté leggere nei suoi occhi paura, disperazione, dolore e solitudine, che solo lei poteva riparare...
"Perché...perché non te ne sei andata come tutti, perché ti importa così tanto di me"
Domandò di nuovo lui per quella che era forse la centesima volta, questa però sembrava quasi una supplica, come non volesse accettare la sua presenza, come volesse rigettare l'affetto che non aveva ottenuto in tutta la sua vita e che ora gli veniva donato senza voler niente in cambio - o meglio, desiderando solo il suo amore.
In quel momento Priya si sentì incredibilmente male e triste per Harry, straziata dal suo stesso dolore; quanto mai può aver sofferto Harry, quanto amore deve essergli stato negato nella sua vita per non riuscire ad accettare quello di Priya?
In un attimo un vortice di emozioni travolse la ragazza dalla pelle color miele, si sentì colpevole per aver abbandonato Harry dopo aver realizzato cosa provava per lui, forse se fosse rimasta con lui tutto questo no sarebbe successo e lui non avrebbe perso quella fiducia che sentiva che lui aveva riposto in lei; si sentì impotente per non riuscire a confessargli tutto, per non riuscire a trovare le parole per esprimere i suoi sentimenti, non aveva mai dovuto farlo con nessuno - anzi - era sempre stata costretta a nascondere i suoi sentimenti e a mascherarli per il suo bene e ora non sapeva come dimostrarli a Harry, se non rimanendo al suo fianco e aiutarlo a stare meglio.
"Io sono qui per te, mi importa di te e basta, non me ne andrò"
Pronunciò quelle parole lentamente cercando di trattenere le lacrime minacciose nascoste sotto le palpebre, chiuse gli occhi per respingerle strizzandoli il più possibile, ma una singola di queste scappò, scorrendo lungo la sua guancia liscia.
Quella piccola goccia, quella sottile striscia bagnata sulla guancia di Priya suscitò in Harry rabbia e miseria, la interpretò come una misera e disgustosa lacrima di pietà, di pena per lui. Non voleva essere compatito, non da lei, non da chiunque altro: la pietà era la cosa peggiore, e non ne aveva bisogno. Come se nella sua vita ci fosse stato qualcosa di cui lui avesse avuto pietà; aveva fatto molte cose, brutte e spietate, senza aver avuto pietà di nessuno, ed erano proprio quelle cose che portarono la gente a temerlo.
"Non è vero! Non voglio la tua fottuta pietà"
Sbottò Harry. Con un gesto veloce spostò la mano morbida di Priya dalla sua guancia e si svicolò contro il muro allontanandosi da lei, ansimando per dell'aria da respirare, il suo primo istinto fu quello di sfogare la sua rabbia crescente contro il muro già ammaccato e sporco di sangue, ma qualcosa lo fermò e si accorse solo dopo qualche istante della mano di Priya, di nuovo appoggiata sulla sua cercando di fermare il pugno imminente.
"Non sono qui per pietà Harry...sono qui per te"
Ribadì di nuovo la ragazza, ancora confusa per l'improvviso rifiuto di Harry dopo che si erano baciati, e giunta ormai allo stremo delle forze...cosa poteva fare lei se Harry non voleva accettare il suo amore?
"Cosa vuoi da me Priya?"
Chiese di nuovo, tra i denti, dolore e supplica nella sua voce. Priya si accorse solo ora di tutto quel dolore, non quello fisico, che Harry, quel ragazzo di fronte a lei aveva sofferto, e che stava ancora sopportando: egoista, ecco come si sentiva la ragazza, egoista per aver creduto fino a quel momento che quello che lei aveva sopportato fino ad ora, il dolore fisico inflittole da Barney, potesse essere il peggiore.
Ora. Ora si rese conto che il dolore di Harry, le ferite del cuore, quelle inflitte dalle persone che ami e di cui ti fidavi, sono le peggiori. Per qualche motivo Priya si era dimenticata che anche Harry era un essere umano, che anche lui poteva soffrire e anzi lo faceva più di quanto pensasse dietro a quel muro che aveva creato attorno a lui.
"Voglio te, solo te, e ti prometto che non me ne andrò...non più"
Disperazione e amore nella voce sempre più sottile della ragazza. Forse Harry la colse? Forse si rese conto di quello che lei provava per lui - o meglio - forse era pronto ad accettarlo? No. Qualcosa mancava, qualcosa che gli potesse assicurare che lei era davvero lì per lui, lì per guarirlo e che non l'avrebbe davvero mai lasciato.
"Perché dovrei crederti"
La voce tremante, lui mosse un passo verso Priya, lei si avvicinò a lui...le sue mani avvolte attorno ai polsi di Harry, come per tenersi stretta a lui, con quella leggera e debole presa Priya si sentiva più vicina a lui.
"Perché ti amo"
Sussurrò, dopo aver appoggiato la testa al petto di Harry, poteva sentire il suo battito accelerare e il suo respiro diventare irregolare, segno che le se parole avevano smosso qualcosa in lui: forse erano proprio quelle due, semplici e difficili parole che servivano a fargli capire che lei c'era e ci sarebbe sempre stata.
Quando dalla bocca di Harry non uscì nulla, nulla a parte un respiro affannato lei alzò la testa: le lacrime ormai scendevano libere dai suoi occhi. Lui fissò quegli occhi trasparenti ora chiusi, privi di emozioni, privi di luce, incapaci di trasparire i suoi pensieri, ma non disse nulla.
"Perché non ti lasci amare..."
Bisbigliò lei, devastata dall'impassibilità di Harry, dalla sua durezza e ormai pronta a cedere, a gettare la spugna e arrendersi davanti a lui, e all'amore che lui non poteva o non voleva darle.
"...Tu non mi puoi amare"
Rispose Harry dopo alcuni minuti, minuti dove pensò solo alla ragazza di fronte a lui, sì, l'amava, ma come avrebbe potuto prendersi cura di lei? Se tutto quello che era stato capace di farle mentre lei le offriva il suo aiuto e il suo amore era stato farla soffrire, respingerla e ferirla? Lei non meritava di stare con lui, non meritava il suo amore, meritava di meglio.
Lui avrebbe potuto darle tutto il suo amore e aprirsi a lei: ma aprirsi a lei sarebbe significato trascinarla nella sua vita, a fondo con lui e avvelenarla con il dolore che lui stesso sopportava.
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UNDERGROUND
FanfictionSi incontravano ogni giorno là, nella fredda e buia metropolitana di Londra. Lui era sempre là, allo stesso posto, appoggiato al muro della banchina, nascosto nell'ombra, dalla sua bocca uscivano piccoli sbuffi di fumo e le sue cuffie bianche si int...