SIX || I'LL BE CLOSE TO YOU
Zayn percorse quegli ultimi metri con le mani affondate nelle tasche dei suoi stretti pantaloni neri, la testa bassa e una pesante giacca di pelle aperta attraverso la quale filtrava il freddo vento invernale.
Proprio quando raggiunse la deserta metropolitana e chiuse la porta alle sue spalle i primi fiocchi di neve della giornata iniziarono a cadere e a posarsi a terra, e nel giro di pochi minuti iniziarono a imbiancare i marciapiedi. Con passi veloci scese le scale non preoccupandosi di acquistare un biglietto, rallentò quando raggiunse l'ultimo gradino e lo vide nell'ombra.
"Come sta?"
La sua voce non trasmetteva nessun'emozione, era piatta, cupa. Zayn riusciva a mala pena a individuare il volto del ragazzo nascosto tra il buio. Zayn mosse qualche passo nella sua direzione e così fece l'altro ragazzo, esponendosi un po' di più alle luci artificiali dei lampioni che costeggiavano la banchina. Riccioli ribelli gli cadevano sulla fronte, le sue labbra carnose e rosee stringevano una piccola canna, la rimosse prendendola tra due dita e soffiò del fumo verso l'alto, scosse la testa per spostare i ricci dalla faccia e alzò un sopracciglio aspettando una risposta da Zayn.
"Meglio"
Si limitò a dire, e l'altro ragazzo ritornò alla sua posizione appoggiato al muro, Zayn vide un'altra bianca nuvola di fumo proveniente dalla sua bocca.
"Non so...devi essere lì prima"
Disse sinceramente Zayn, e strinse forte gli occhi cercando di scacciare le immagini della sua sorellina coperta di sangue e lividi se non fosse stata salvata. Il ragazzo prese un'altra lunga tirata dalla cannetta tra le sue dita e ne soffiò il fumo in alto.
"Cosa si ricorda?"
Un altro passo verso la luce, Zayn si appoggiò con la schiena alla macchinetta per timbrare i biglietti e spinse le mani ancora più in profondità nelle tasche dei pantaloni. Un treno sfrecciò di fianco a loro in quel momento provocando un forte rumore.
"Non molto...per fortuna"
Disse e abbassò lo sguardo sui suoi anfibi neri, il ragazzo annuì lievemente, ma Zayn non lo vide. Zayn estrasse dalla tasca la mano e la affondò nuovamente nella tasca del giubbotto questa volta, per tirarne fuori un pacchetto di sigarette e un accendino, se ne portò una alla bocca e si avvicinò con l'accendino per accenderla.
"Perché non provi una di queste"
Lui gli avvicinò un'altra sigaretta fatta a mano alla bocca, ma Zayn la allontano accendendo la sua e soffiando subito del fumo. Il ragazzo si fece scappare una risatina istigatoria alla quale Zayn non aspettò a rispondere.
"Io non mi faccio come te"
La voce di Zayn era tranquilla e sicura e il ragazzo si irritò per come lui non fosse intimidito da lui come lo erano praticamente tutti a Londra, tutti quelli che lo conoscevano almeno. Prese un grande respiro che liberò con difficoltà cercando di contenere la rabbia.
"TU mi hai cercato"
Disse minaccioso, e Zayn ruotò un paio di volte il piede sopra la sigaretta consumata che aveva gettato a terra. Seppellì di nuovo le mani nelle tasche dei pantaloni e gli rivolse un ultimo sguardo prima di voltargli le spalle e risalire le scale.
"Penserò da solo a pareggiare i conti"
Zayn sentì molto bene quelle parole sussurrate nell'ombra che tornò ad avvolgerlo, ma non si girò, non pensando fino in fondo a cosa potessero significare.
Arrivò di fronte alla porta di casa che ormai la sua giacca era imbiancata dalla candida neve, sfregò un paio di volte gli anfibi sullo zerbino ed entrò. Diede un'occhiata alla camera della sorella, ma la trovò vuota e la cercò freneticamente per tutta la casa allarmato – e se è tornato e l'ha toccata ancora? Se quel fottuto pezzo di merda la sfiora anche solo con un dito giuro che lo uccido con le mie mani...
Con sua sorpresa la trovò affaccendata in cucina, era così preoccupato e pieno di rabbia che non sentì il profumo di toast che usciva dalla piccola stanza, entrò e la abbracciò da dietro, lei sussultò al contatto delle sue mani sulle ferite ancora fresche sul suo stomaco, così lui staccò velocemente le mani e un'espressione preoccupata si impossessò del suo viso.
Lei si girò di scatto e appena incrociati gli occhi color caramello di Zayn sorrise e si appoggiò al suo petto e lo abbracciò tenendo ancora in mano la pinza per i french toast, lui la abbracciò delicatamente in risposta.
"Vado a chiamare Carrie"
Lei si girò velocemente verso i toast sul fuoco frustando il fratello con i lunghi capelli corvini, il quale indietreggiò e si sedette su una sedia al tavolo girandosi verso di lei, lei li prese con le pinze e li mise su un piatto che porse al fratello sorridente.
"Ti ho fatto i toast"
Entrambi sorrisero e lui le baciò la guancia, lei scomparì dietro la porta e si sdraiò sul divano portandosi il telefono all'orecchio, dopo pochi squilli la vice triste e debole di Carrie le rispose.
"Come stai Carrie?"
"Non molto bene"
"Cosa ti ha detto il medico?"
"Che è grave" Sospirò "Ormai sta diventando troppo frequente Priya"
" Ti starò vicina Car"
"Grazie, ma è inutile ormai...tu come stai? Ho visto Zayn fuori dalla metro e sembrava turbato"
La voce di Carrie era molto debole attraverso il telefono, Priya riusciva a malapena sentirla e questo la faceva soffrire ancora di più, non sopportava di sentire così fragile la sua migliore amica, l'unica a cui poteva confidare qualsiasi cosa, ogni segreto, lei sapeva tutto di lei e lei di Carrie.
Abitava giusto di fronte alla metropolitana e nei giorni sempre più frequenti in cui stava male e tutte le sue energie venivano prosciugate dai medicinali, guardava fuori dalla finestra della sua cameretta le persone che andavano e venivano, era sorprendente come lei riuscisse a capire cosa pensavano e come si sentivano le persone solo con uno sguardo, Priya non capì mai la sua estrema sensibilità.
"Mi ha picchiata ancora, ma ora sto meglio"
"Che mi dici di Zayn?"
"Non so che cosa ci faceva alla metro, ha detto che usciva ma non mi detto nient'altro"
"Okay...ora vado è arrivato il medico, di nuovo"
"A domani, ti chiamerò"
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UNDERGROUND
Fiksi PenggemarSi incontravano ogni giorno là, nella fredda e buia metropolitana di Londra. Lui era sempre là, allo stesso posto, appoggiato al muro della banchina, nascosto nell'ombra, dalla sua bocca uscivano piccoli sbuffi di fumo e le sue cuffie bianche si int...