Capitolo 18

9.6K 491 88
                                    

Ripercorriamo la via del ritorno, con un clima di allegria, il vino ha portato il buon umore .
La mano di Blake resta incollata alla mia, portandola ogni volta a cambiare marcia con la sua .
La musica a farci compagnia e noi a ridere per tutto e per niente.
Arriviamo alle vicinanze di casa sua, ma invece di svoltare a sinistra lo vedo tirare dritto .
-Pensavo stessimo andando a casa?- chiedo, sono sicura che sia quella la stradina da prendere .
-Sto solo facendo il giro, voglio prima portarti in un posto - dice mantenendo lo sguardo concentrato sulla guida .
-Ok - mi rassegno al suo tenermi nascosto tutto .
Non farebbe differenza per me, lo seguirei anche in capo al mondo fosse necessario .

Arriviamo ad uno spiazzo cinque minuti dopo, all'orizzonte troviamo una spiaggia .Su di essa cartelli indicano che è privata .
Ferma la macchina, slaccia la cintura di sicurezza e si volta a guardarmi .
-Questo angolo di paradiso appartiene alla mia famiglia, a qualche miglio da qui c'è la scalinata che conduce a casa - mi spiega con un sorriso, mentre la mia espressione prende forma sorpresa .
Non avrei mai pensato che la Mansion avesse una spiaggia privata .
Apro la portiera della macchina, senza dire nulla, mentre con la mente cerco di immaginare un Blake piccolo che corre per raggiungere questa meraviglia .
Sorrido compiaciuta, lo visiono sorridente e senza problemi, creare castelli di sabbia, oppure correre spensierato incontro alle onde del mare .
Lo sento trafficare, mentre sfila calze e scarpe -Ti conviene fare lo stesso - mi consiglia .
Pochi secondi dopo mi ritrovo anche io scalza .
Mi affianca e mi tende la mano -Vieni, voglio farti vedere il posto in cui ho imparato a nuotare - conferma i miei pensieri .
Accetto la mano, si sofferma solo pochi istanti a prendere le due bottiglie di Champagne .
Un'enorme luna illumina questo posto che sembra un dipinto .
Il cuore batte per la vicinanza .
Mi guardo intorno respirando l'aria di salsedine .
Camminiano sulla riva, la sabbia resa umida dalla nottata solletica e si incastra tra le dita dei piedi .
Sussulto quando le onde portate a riva ci bagnano con acqua fredda .
-Quando ero piccolo adoravo arrampicarmi su quegli scogli laggiù- indica, un posto alla nostra destra .
-Dovevi essere un bimbo avventuroso - sorrido immaginandolo piccolo, a voler scalare rocce più grandi di lui .
-Lo ero, entrambi lo eravamo io e... - si ferma qualche attimo - Chris - prosegue guardando l'orizzonte .
È ancora infastidito al pensiero del fratello.
Il rumore del mare, rilassa i pensieri e ti dà quel senso di tranquillità.
-Questo è l'esatto punto che usevamo scegliere per distendere i teli- mi spiega mentre sfila la giacca .
L' appoggia a terra prima di indicarmi di sedermi .
-Per il vestito, non voglio che si macchi - lo guardo portarsi la mano alla testa e grattarla.
Un perfetto gentleman questa sera, cosa che gli ho visto fare poche volte .
-Grazie - rispondo riconoscente
Mi siedo e lui con me, al mio fianco .
Lo guardo armeggiare con la bottiglia e stapparla con un colpo deciso .
Il tappo si perde tra le onde .
-Non abbiamo calici, ma poco importa - mi regala uno dei suoi stupendi mezzi sorrisi .
Mentre il mio unico pensiero è di mordergli le labbra .
Mi sento ammaliata, dall'intensita' del suo sguardo, mi studia intensamente.
Sembrano risucchiarmi in un vortice dove non riesco ad uscire .
Lo guardo portare la bottiglia alla bocca e berne una grossa quantità.
Non so cosa gli passi per la testa ma qualcosa sembra essere off .
Si gira offrendomi la bottiglia, la afferro portandola alle labbra e dare qualche sorsata.
Gliela restituisco e lui si riattacca, con vigore .
-Le hai viste non è vero?- mi sorprende quando la sua voce arriva forzata.
Ora capisco il suo comportamento strano.
Voleva trovare la maniera per parlarmi di quelle fotografie .
Il suo tono non è accusatorio, è come se stesse constatando un fatto.
-Visto cosa?- chiedo presa in contro piede .
Si volta a guardarmi -Le foto - risponde, dal tono di voce capisco che sa che avevo perfettamente capito .
-Sì- ammetto stringendomi le gambe al petto .
-Bene, sapevo non avresti resistito .Volevo che le vedessi, ma non volevo essere io a mostrartele.- ammette riportando lo sguardo lontano .
La sua rivelazione mi lascia sconcertata, non è stato un caso che mi abbia lasciato con la giacca .
-Perché ?- chiedo anche se la risposta la posso immaginare .
-Nonostante siano passati anni, non posso guardarle - spiega con un tono triste .
-Mi dispiace io non dovevo, ma non ho potuto resistere - mi scuso, anche se oramai non serve a molto .
Infondo le ho viste .
Mi stringe la mano nella sua.
-Sienna se non volevo che le vedessi, pensi che ti avrei lasciato con le foto a portata di mano ?- conferma il mio pensiero .
-No - so perfettamente che non avtebbe fatto una dimenticanza tanto importante .
Porta nuovamente la bottiglia alle labbra, soffermandosi più delle altre volte .
Me la offre, ma declino con la mano .
Da ancora una golata e chiede - Cosa hai trovato ?- la sua domanda mi spiazza .
Non mi aspettavo chiedesse questo .
-Quello che ho trovato, non mi è piaciuto molto - decido di dirgli la verità, mentre le mie dita iniziano a disegnare sulla sabbia .
Mi sento a disagio a parlarne e le sensazioni nel mio stomaco non aiutano .
-Perché?- mi ritorce la domanda che gli ho posto io .
Chiudo gli occhi qualche secondo, fa male dare voce alla mia gelosia ingiustificata .
Se devo rispondere ho bisogno anche io di bere .
Afferro la bottiglia che lui rilascia e bevo anche io un'enorme quantità.
Forse è meglio affrontare tutto da sbronza .
Sobria non ci riuscirei .
La sua mano abbassa la bottiglia.
Mi guarda attentamente .
Sta aspettando una mia risposta .
Lo leggo nei suoi occhi .
Rido amaramente prima di rispondere -Ho visto Blake, niente Ice.
Ho visto come la guardavi .
Ho visto i tuoi occhi da innamorato .
Ho visto quello non sono ben sicura di avere con te - lui assorbe tutto fissando la sabbia .
La sua risata rieccheggia.
-Vedi, hai visto solo quello che volevi vedere - la sua risposta mi lascia basita.
Che razza di risposta è?
-Lascia che ti racconti di lei - smette di ridere e passa una mano sulla faccia .
Chiudo nuovamente gli occhi stringendo i pugni, ma con la testa do il permesso di continuare.
-Ti ho già spiegato di aver conosciuto Milly dopo che Kevin si era fidanzato ricordi?- chiede, facendomi sussultare al nome della ex.
-Sì - rispondo debolmente.
-All'epoca lui era concentrato molto più in Cassy, che non a me. Lo vedevo passare sempre meno tempo con me e la cosa iniziava a darmi fastidio. Ti ricordo che avevamo solo diciasette anni all'epoca .- giustifica il suo comportamento immaturo .
- Prima di lei andavamo a feste, partecipavamo ad incontri agonistici, ma soprattutto eravamo l'uno l'ombra dell'altro .Erano rari i casi in cui ci separevamo.
Persino le vacanze, facevamo in modo di passarle insieme .
Per la mia famiglia era un figlio in più, come io lo ero per la sua - riprende mentre con una pietra calca sulla sabbia .
-Quindi puoi capire il mio trauma quando decise di frequentare una sola ragazza, lasciandomi da parte- ride amaramente .
-Qualche mese prima nella nostra scuola arrivò una nuova ragazza che divenne immediatamente cheerleader, avevo notato come mi puntasse e anche a me non dispiaceva. Non era come le solite ragazze, tutt'altro era la classica ragazza acqua e sapone. Quindi un giorno mi trovai ad essere invitato ad un party e a chiederle di partecipare.
Mi piaceva, non potevo negarlo, era diversa e a quel tempo iniziavo a essere stanco di cambiare ragazza con il ritmo con cui cambiavo boxer, ma soprattutto da chi fosse troppo facile.- prende una lunga sorsata dalla bottiglia, mentre io pianto le unghie nei palmi .
Non so dove vuole arrivare, e la cosa mi manda fuori di testa .
È un tormento sentirlo parlare di lei .
-Soprattutto dopo aver visto Kevin capitolare per Cassy .Storia corta quella sera l'ho baciata .Da lì in poi è diventata la mia ragazza fissa . Potevamo uscire in coppia con Kevin e passare tempo con loro .
Pensavo di essere innamorato, non capire male .
Per qualche mese sono stato il fidanzato perfetto .
Mi ha presentato alla sua famiglia e ogni giorno ero a casa loro .Così come io la presentai ai miei .
Facevamo tutte le cose noiose che le coppie fanno in genere, come cinema e giornate a casa sua. Tutto diventò serio velocemente.
Ben presto tutto iniziava a soffocarmi.
Le volevo bene, ma iniziavo a sentirmi in trappola .
Fino ad una sera in cui sono stato invitato ad un party . Decisi di andarci senza di lei .
Quella è stata la prima sera in cui l'ho tradita .
Il rapporto iniziava ad incrinarsi, iniziavo a sparire per poi ricomparire quando volevo .
Era molto corteggiata, proprio per la sua naturale dolcezza .
Ma lei aveva occhi solo per me .
Da vero egoista mi rifiutavo di mettere la parola fine e darle la libertà di trovare chi la meritasse .
Quello che pensavo amore, capii fosse affetto, ma non volevo perdere quella comodità di averla al mio fianco .
Non volevo lasciarla andare, punto .
Non scoprì mai che la tradissi, anche se le era chiaro che qualcosa non andasse .
Si impegnava per far funzionare il nostro rapporto, ma a poco serviva .
Ero menefreghista.
Dopo la morte di mio nonno, ho iniziato solo a pensare a me e non preoccuparmi degli altri .
Kevin cercava spesso di farmi ragionare, per lui ero un libro aperto .
Non volevo sentire ragioni .
Fino a quel giorno .- stringe la sabbia tra le mani con rabbia, facendo una pausa .
Il mio cuore si ferma.
So a cosa si riferisca e mi fa stare male.
Sembra fare uno sforzo a continuare .
Vorrei abbracciarlo ma so che servirebbe solo a farlo fermare .
Non vuole la mia compassione .
Ha bisogno di sfogarsi .
Seguendo i suoi tempi .
Aspetto paziente, mentre la seconda bottiglia viene aperta .
Vorrei dirgli di fermarsi che non mi importa conoscere, se questo lo fa soffrire .
Sono consapevole che abbia bisogno di lasciare uscire cosa tiene nascosto per troppo tempo.
Inizio a pensare che non ne abbia mai parlato con nessuno .
Mi sconvolge sapere che quello che pensavo fosse amore, era invece semplice affetto .
Mi aspettavo una storia romantica arricchita da sbagli con un finale triste ma ora penso ci sia molto di più.
Mi sbagliavo,ora ne sono consapevole .
Sta aprendo il suo cuore e mi sta mostrando la sua anima nera .
-Dopo la morte di Kevin, ho iniziato a chiudere tutto fuori, compresa Milly, l'allontanavo nonostante lei cercasse di aiutarmi .
Volevo vivere il mio dolore solo con me stesso .
All'inizio c'erano anche i problemi con il processo a unirsi a tutto.
Lei non capiva e continuava a tornare.
Mi imponeva la sua presenza, non desiderata .
Avevo creato un muro, e lei era sull'altra sponda .
Dopo i primi mesi, in cui mi limitavo a dirle di lasciarmi stare con gentilezza,
ho iniziato a cacciarla con urla .
Ero pieno di rabbia .
Ricordo che la vedevo uscire di casa tra le lacrime .
Ma non me ne curavo.
Stavo male e il suo stare male mi era indifferente .
Non si arrese, tornava ancora.
Fermandosi a casa mia, senza entrare in camera mia .
Semplicemente arrivava e si fermava a chiaccherare con la mia famiglia.
Un giorno la trovai a ridere con mia madre e Chris .
Ricordo di aver solo pensato "come osa essere felice mentre io muoio dentro" era un'offesa al mio lutto.
La presi per un braccio e la trascinai alla porta urlandole in faccia che era finita.
Ricordo il suo viso, distrutto dal dolore, i suoi occhi spensero la luce che portavano di solito .
L'avevo ridotta come ero io .
Un' ombra di se stessa .

Survive IceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora