46 ~ She's Back.

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Capitolo Quarantasei - She's Back.

La festa, subito dopo il litigio tra Zayn e Sean, ha preso una brutta piega ed abbiamo deciso di andarcene. I nuovi amici di Sean hanno iniziato a provocarci, ma Katy, Maira ed io siamo riuscite a tranquillizzare i ragazzi e li abbiamo portati in giardino, dove di comune accordo abbiamo deciso di andare in una caffetteria.

Gale, dallo strano comportamento di Zayn, è rimasta senza parole ed è corsa al piano di sopra piangendo. Anche noi siamo rimasti sorpresi, ma li abbiamo lasciati andare.

Spero che Lisa stia meglio, sembrava molto scossa dopo aver visto Sean. Domani andrò a trovarla in convitto insieme alle altre.

Sposto lo sguardo su Harry, che ha gli occhi puntati sulla strada, e sento lo stomaco intrecciarsi. Non ho avuto tempo di chiedergli di che cosa stava parlando con Gale e, più aspetto, più l'ansia cresce dentro di me.

Non so perche non gli ho subito detto di sapere che mi ha mentito. Forse ho paura della risposta... Chi è tornato a Seattle? E, perché sembrava impaurito quando Gale glielo ha detto?

Che cosa mi sta nascondendo?

«Mmh?» si volta verso di me confuso, quando si ferma ad un semaforo rosso. «Ho qualcosa sul viso?» chiede con un sorriso accarezzandosi una guancia.

«No» scuoto la testa, ricambiando -o, almeno ci provo- il sorriso.

«Oh, okay» annuisce e torna a concentrarsi sulla strada, premendo l'acceleratore quando scatta il verde.

Il resto del viaggio prosegue in totale silenzio. Una volta a casa Harry parcheggia davanti al garage, scendo dall'auto stringendomi nella sua giacca e mi avvicino all'entrata.

Prendo la chiave dalla borsa, la infilo nella serratura e apro la porta. Entro, lasciandola aperta e vado in cucina per prendere un bicchiere d'acqua.

Sento il liquido fresco scivolare lungo la mia gola e sospiro, appoggiando il bicchiere sul bancone. Harry, nel frattempo, ha chiuso a chiave la porta e raggiunto.

«Vuoi del thè caldo?» mi chiede, prima di sbadigliare.

Annuisco.

Ne ho proprio bisogno per rilassarmi.

«Io vado in camera, sono stanca» lo avverto uscendo dalla cucina.

Anne e Robin non ci sono. Hanno dei giorni liberi e hanno deciso di fare un viaggio a New York.

Salgo le scale, per arrivare al piano superiore, ed entro nella mia stanza. Appoggio la giacca sullo schienale della sedia, sistemo le scarpe accanto al letto e mi siedo su di esso, massaggiandomi i piedi doloranti.

Non indosserò mai più delle scarpe così scomode.

La porta si apre, alzo lo sguardo e vedo Harry entrare. Appoggia il cellulare sul suo comodino, si sfila la maglia gettandola malamente sulla scrivania e si stende sul letto, portandosi le mani dietro alla nuca.

Chiude gli occhi, ma li riapre subito a causa del fischio del bollitore. Sbuffa e si alza, correndo al piano di sotto.

Mi tolgo il vestito, sfilandomelo dalla testa e indosso una maglietta bianca a maniche corte di cotone. Decido di sistemare i capelli in una cipolla disordinata, ma il suono di un cellulare mi blocca.

Sposto lo sguardo sul comodino di Harry e vedo lo schermo del suo cellulare illuminarsi. Una strana sensazione si fa spazio dentro di me e mi mordo la lingua, cercando di reprimere la voglia di vedere di che cosa si tratta.

Ricordati di noi. |H.S| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora