Capitolo 7

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Non riuscivo ancora a crederci. Avevo il numero del mio idolo...beh se questo è un sogno non mi voglio svegliare.
"Bea...tutto okay???" La voce di Cristina mi fece cadere dalle nuvole, dove mi ero posizionata.
"Che...si sì." Risposi frettolosamente, volevo tornare a sognare. Ma lei continuò a parlare.
"Vuoi che guidi io?" Chiese alla fine.
"Che...no no tranquilla, sono solo un po scossa tutto qui." Risposi, ero scossa e non poco, quello che era successo non più di dieci minuti fa, mi aveva fatto perdere la testa completamente. Non riuscivo a crederci, uno tra i miei più grandi sogni era avere il suo numero e ora...si era finalmente realizzato.
"Sicura? Ti vedo strana." Cristina mi conosceva bene, non potevo negargli il fatto che fossi completamente persa.
"Si sì...è solo che prima...beh insomma non me l'aspettavo." Risposi, lei annuì poi alzò le mani in segno di resa. La macchina non era molto distante da dove eravamo, in pochi minuti riuscimmo a raggiungerla.
"La vedi?" Chiesi alla mia migliore amica che si stava, nel frattempo, guardando intorno.
"Mmm....si eccola la." Gridò appena il suo sguardo incrociò la mia macchina bianca.

...

"Cosa gli scriverai....se lo farai." Il silenzio che si era creato grazie alla musica fu interrotto dalla sua domanda.
"Non lo so...mi vergogno troppo lo sai." Risposi, cosa gli avrei scritto? Quando? Mille domande mi frullavano in testa.
"Beh se io avessi il numero del mio idolo non perderei tempo." Mi guardò un secondo poi tornò a guardare fuori dal finestrino. Il paesaggio cambiava radicalmente e in un'ora davanti a noi c'era solo il nostro piccolo paesino.

...

"Sono a casa." Gridai appena la porta dietro alle miei spalle si chiuse.
Poi realizzai che in casa ero sola e arrossì, mi sentivo veramente stupida.
Andai in camera e iniziai a disfare la borsa, prima il pigiama, poi lo spazzolino e infine i vestiti che buttai nel cesto dei panni sporchi.
Il telefono squillò.

"Pronto."
"Ciao tesoro come stai?"
"Ciao mamma...tutto okay e tu?"
"Bene bene...allora come è andata."
Ecco l'unica domanda che non volevo che mi facesse, mi si presentò davanti su un piatto d'argento, che le avrei risposi.
"Bene...niente di che." Il mio idolo mi ha soltanto dato il suo numero di telefono e vuole che ci rivediamo, una cosa da tutti i giorni.
"Okay...Bea sei strana, sicura che stai bene?"
"Si sono solo stanca per il viaggio in auto tutto qui." Dovevo imparare a gestire le emozioni.
"Va bene...tesoro io tornerò tra due giorni, ci vediamo, sta attenta." Si raccomandò, la salutai anche io e poi riattaccai.

Era quasi mezzogiorno e io avevo una fame bestiale.
Mi feci un piatto di pasta al sugo e poi mi accomodai sul divano, presi il computer e iniziai a guardare una puntata di Criminal Minds.
Era una della prima stagione, quella in cui Spencer bacia quella, tanto cara, ragazza bionda. Era una tra le poche in cui non facevo altro che smadonnare, dall'inizio alla fine.

Beatrice Rossi non sarei mica gelosa.

Chi è che parla?

Sono la tua coscienza, idiota.

Prima di tutto piano con le parole e poi chi ti ha detto che sono gelosa.

Ma va...si vede lontano un miglio.

Forse solo un pochino, ma poi a te cosa frega.

Niente era per chiedere.

Sparisci va.

Non posso sono la tua coscienza, non posso sparire.

Allora stai zitta.

Ai suoi ordini padrona.

"Bene ci mancava soltanto che fossi pazza, parlo con la mia coscienza, come parlo con Cristina...e poi non è vero che sono gelosa." Dissi, la casa era deserta e io mi sentivo alquanto stupida, parlavo da sola.
Mi alzai dal divano e andai in camera con il computer. Dovevo fare i compiti ma volevo comunque continuare a guardare la mia serie preferita.
Dal cassetto presi i libri per il giorno dopo e iniziai a studiare con la voce dei miei attori preferiti che mi accompagnava.

...

"Ciao Bea." Cecilia mi venne incontro con il suo sorriso, devo ammettere che era proprio una bella ragazza.
"Ciao Ceci...come stai?" Le chiesi.
"Bene...tu?" Rispose.
"Bene...scusa ora devo andare ci vediamo in classe." La liquidai perché avevo visto passare una persona che non vedevo da un sacco di tempo.
"Luca...ma che ci fai qui?" Lui si girò e sul suo viso si formò un sorriso.
"Bea...come stai?" Ci abbracciammo, Luca era un ragazzo che avevo conosciuto due estati prima, era diventato il mio migliore amico, l'unica cosa che per noi era un problema era il fatto che lui abitava a Milano e io non potevo andare a trovarlo.
"Bene...ma che ci fai qui?" Gesticolai per far intendere.
"Oh...giusto ti volevo scrivere ma mi sono dimenticato, mio padre a ricevuto un lavoro qua e quindi ci siamo trasferiti." Disse, iniziai a gridare così da far girare tutta la gente che era fuori a godersi i minuti prima dell'inizio della lezione. Gli saltai praticamente addosso.
"Davvero...oh mio dio..." Lui si mise a ridere e ricambio di nuovo l'abbraccio. Non riuscivo a credere che il mio migliore amico sarebbe venuto a vivere nel mio stesso paese.
"Bea se mi lasci magari vado a sentire in che classe sono." Rideva ma dalla sua voce capivo che era serio.
"Si scusa...allora ci vediamo dopo." Gli lasciai un bacio veloce sulla guancia e mi avvivai verso la mia migliore amica che era seduta sul muretto.

...

La campanella era suonata e la prima ora era iniziata.
"Buongiorno ragazzi." Ci salutò entrando la prof di italiano, lei era una donna molto gentile e divertente. Era la prima che mi aveva fatto adorare l'italiano e la letteratura.
"Buongiorno." Rispondemmo noi.
"Bene allora oggi tema, mi raccomando non fate i vostri soliti temini da medie...perché giuro che questa volta ve li brucio." Nella classe scoppiammo tutti a ridere, eravamo la classe più brava con i temi, lei ci elogiava sempre. Lo diceva solo per scherzare.
Tutti prendemmo un foglio a righe e iniziammo a scrivere.

...

"Come ti è andato il tema?" Mi chiese Francesco prima di consegnare.
"Bene direi, a te?" Risposi postandolo sopra la cattedra.
"Credo di essere andato fuori tema...senti Bea ti va di uscire insieme uno di questi giorni?" Non mi accorsi di quello che aveva detto finché non ripete la domanda.
"Certo...ma solo noi due?" Francesco era il più carino della classe, era dolce e simpatico, ma a me non piaceva e poi non volevo fare un torto a Cecilia.
"Si." Rispose non volevo essere maleducata così annuii e lui uscì dalla classe per andare a fare l'intervallo.
"Che hai Bea?" Cecilia si avvicinò con il suo solito sorriso, ero nel mondo dei sogni di nuovo non sapevo cosa scrivere a Matthew.
"Niente...mi accompagni in bagno." Lei annuì e uscimmo anche noi dalla classe.
"Guarda guarda chi si vede...allora come è andato il raduno a Firenze." Di nuovo quella voce da oca. Mi girai e le feci un sorriso forzato. Giuro che un giorno di questi Caterina la brucio viva.
"Bene è andato...ora se vuoi scusarmi." La scansai e Cecilia fece lo stesso, era in imbarazzo, aveva paura di Caterina.

Entrammo in bagno e presi subito il telefono.
"Che fai?" Mi chiese lei, mi stava fissando con uno sguardo di curiosità.
"Ho bisogno del tuo aiuto devo scrivere ad un ragazzo, ma non so cosa scrivergli." Lei annuì e si avvicinò accanto a me.
"Come si chiama?" Mi chiese mentre era intenta cercare le parole giuste.
"Ehm....Matteo." Non volevo rivelarle chi era quel ragazzo, ma alla fine non avevo mentito si chiamava Matteo solo che il suo nome l'avevo tradotto in in italiano.
"Tieni scrivigli questo vedrai che gli piacerà." Mi diede un foglietto con sopra scritte delle parole poi lei uscì dal bagno.
Sapeva che io ero molto timida su certe cose e così mi aveva lasciato un po di privasi.

'Ciao Matthew...sono Beatrice...come stai? Spero bene, mi piacerebbe rivederci un giorno di questi...magari quando hai più tempo. Ciao baci.'

Non era poi così male, certo avevo cambiato qualcosa, ma andava bene così. Presi coraggio e cliccai invio ora dovevo solo aspettare.

36 anni... Bel casino! (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora