Capitolo 33

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"Non sto sognando." Dissi a me stessa, la mia voce era bassa.
Tenevo quella lettera stretta tra le mie mani, i miei occhi non riuscivano a distinguere le forme della stanza che mi circondava, erano ricolmi di lacrime.
Avevo un sorriso stampato sul viso, mi amava non aveva mentito.
Non era tutto un sogno, era tutto reale...io ero in quella stanza, con quella lettera tra le dita.
Avrei voluto correre in quel fottuto bagno, saltare al collo di Gube.
Stringerlo forte a me e ricoprirlo di baci, fino a quando non avrei sentito le labbra far male e non fossero state rosse e gonfie.
Mi amava...gli ero mancata, non riusciva a vivere senza di me, come io non riuscivo a stare senza lui.
Senza le sue labbra, senza le sue braccia che mi stringono, senza la sua dolcezza e timidezza, senza i suoi occhi che ti scrutano...

Il rumore di una porta che si chiudeva mi invase la mente.
Rimise, istantaneamente, la lettera nella busta ingiallita e con i bordi smussati.
"Bea comunque il pigiama...stai bene?" Gube entrò nella stanza con i capelli bagnati e un asciugamano in vita...
"S-si..." Dovevo essere completamente rossa in viso, fissavo e rifissavo la sua figura mezza nuda...mi stavo surriscaldando.
"Sicura...sei rossissima!" Continuò il ragazzo dal ciuffo ribelle.
Ci mancava poco che avessi la bava alla bocca...annuii timidamente e mi voltai verso il comodino, fissai la lettera un altro secondo e poi tornai a lui.
"Che dicevi sul pigiama?" Chiesi per cambiare discorso, la situazione si stava facendo troppo imbarazzante.
L'avevo visto nudo altre volte, ma...non so...mi sembrava di essere tornata alla prima volta che ci siamo incontrati...o meglio scontrati.
Io con il culo per terra e il viso paonazzo, lui che mi guarda negli occhi e la sua mano che afferrava la mia.
"Ah si! Ho ancora il tuo con gli elefanti rosa...lo trovi dentro il comodino accanto a te." Disse passandosi un asciugamano tra i capelli castani.
"Lo hai tenuto." Aprii il cassetto...mi era mancato quel pigiama, l'avevo comprato apposta per quella fatidica settimana di Pasqua che avevo passato con lui...oramai tanto tempo fa.
"Beh...si ecco...speravo che tornassi a riprenderti le tue cose...avrei avuto una scusa in più per rivederti." Rispose imbarazzato, tenevo in mano quella stoffa morbida e gli sorridevo.
Sperava che sarei tornata...anche solo per riprendere due stracci.
"Grazie." Dissi semplicemente, mi spogliai sotto i suoi occhi e mi infilai il pigiama rosa confetto e stracolmo di elefantini teneri.
"Sai che sei sexy con quel pigiama." Commentò Gube...e ci risiamo...ad ogni suo commetto mi facevo rossa all'istante.
"G-grazie."
"Non sei cambiata per niente Beatrice Rossi." Osservò ridendo.
È già...non ero cambiata di una virgola e neanche lui.
"Lo prendo come un complimento...e ti dona l'asciugamano fucsia." Solo allora avevo notato che l'asciugamano era rosa acceso e si notava anche parecchio.

Ma quello non è il tuo asciugamano?

No non può essere...oh cazzo.

Hahahah...questa è bella.

Ma che cazzo ci fa con addosso il mio asciugamano...

La domanda dovrebbe essere che ci avrà fatto.

Cosa?! Non lo pensare neanche, mi viene anche da ridere ora.

A chi lo dici...però gli dona parecchio e lo fa così sexy...se solo potessi...

No! Non ti azzardare a profanare parola.

Okay verginella addio!

Sei proprio una T...brava ragazza.

Grazie.

Okay mi stavo incazzando di nuovo con quella puttana, ma se io dò della troia alla mia coscienza è come se la dessi a me stessa? Va beh sorvoliamo.
Aveva il mio asciugamano in vita.
"Emm...Matthew...beh...ecco...ti sei accorto che..."
"Che indosso il tuo asciugamano...si, l'ho usato ogni volta che ho fatto la doccia negli ultimi giorni...mi prenderai per pazzo, ma mi sembrava che tu fossi qui con me." Era molto imbarazzato, e io non ero da meno.
"Ti amo proprio per questo, sei diverso dagli altri...non ti fai mille seghe mentali per piacere alla ragazze.
Non cerchi di fare il figo con tutti e SOPRATUTTO tutte. Sei speciale, sei pazzo e non mi importa, sei il mio pazzo. Non potrei fare a meno della tua follia...perché è la cosa che più ci accumuna, siamo perfetti anche se non lo siamo per davvero, siamo diversi e questo mi fa impazzire...siamo unici, nel mondo non esisto due persone come noi." Avevo scacciato tutta la mia timidezza e gli avevo confessato tutto quello che da quasi una vita mi portavo dentro, si una vita...sono sempre stata innamorata di quel ragazzo.
Matthew mi guardava, i suoi occhi si spostavano in continuazione tra le mie labbra e i miei smeraldi.
Mi avvicinai a lui.
Ero appoggiata con i ginocchi sopra il letto, non ero mai stata altissima, ma in quella posizione riuscivo ad arrivargli quasi al naso invece che sotto il mento.
Gli sfiorai le labbra, e iniziai a giocarci, come un bambino con la palla.
"Bea se continui così ti salto addosso...ti avverto." Sorrisi sulla sua bocca e continuai.
"Fallo..." Il ragazzo approfondì il bacio, mi avvicinò a se prendendomi per i fianchi.

Eravamo attaccanti, le nostre labbra facevano una specie di danza, la sua lingua mi accarezzava il palato e la mia lo stesso. Esse giocavano a rincorrersi.
Gli passai una mano tra i capelli ancora umidi.
Mi fece distendere sopra il letto, le nostre bocche erano incollate.
Mi tolse la maglietta del pigiama e la getto a terra lo stesso fece con la parte di sotto.
"Sarai anche sexy con quel pigiama, ma ti preferisco così." Mi morsi il labbro alla sua affermazione e il mio migliore amico tornò evidente sul mio viso.
Sorrise, e io ancora una volta mi stupii del fatto che non riuscivo a fare a meno di arrossire.
I nostri sguardi dicevano tutto, i nostri occhi erano puntati verso quelli dell'altro. Le sue nocciole sui miei smeraldi. Guardandoli bene intravidi una punta di blu, quello era mare, mare bello e candido sotto il sole cocente di luglio. Ora capivo il significato di quella frase...Quando riesci  a vedere il mare in un paio di occhi castani, sei fregata...mi ero talmente innamorata di lui, del suo modo di fare, del suo essere dolce, del suo sorriso, dei suoi occhi, da vedere nei medesimi il mare, dove andavo sempre da piccola insieme ai miei nonni.
"Gube...nei tuoi occhi vedo il mare." Affermai continuando a guardare quella distesa di oceano.
"Allora è la fine." Tornammo a baciarci.

...

La poca luce che filtrava dalla serranda mi svegliò, il mio corpo era avvolto dal braccio del ragazzo dai capelli ribelli.
Il mio corpo nudo era incollato al suo.
Nella mia mente rivivevo ogni momento che avevo vissuto la stessa notte.
Un sorriso si formò sulle mie labbra, erano giorni che non sorridevo in quella maniera.
Cercai di alzarmi senza svegliarlo, mi diressi verso il bagno e mi specchiai.
E la vidi eccola lì davanti a me, la ragazza con i capelli spettinati ma ordinati, con gli occhi che brillavano e con le occhiaie non tanto evidenti.
Mi era mancata, la vedevo solo quando stavo con Gube...quando ci siamo lasciati lei era sparita con lui...nello specchio vedevo solo una merda con i capelli e gli occhi verdi.
"Grazie di essere tornata." Lo so che non è tanto normale parlare con uno specchio, ma dettagli.

Mi rinchiusi sotto il getto di acqua calda. La piccola cascata artificiale mi ricopriva il corpo, era la mia sensazione preferita.
Uscì dalla doccia e mi avvolsi il corpo con l'accappatoio di Matthew.
Era azzurro con i pois bianchi e neri.
Era proprio un ragazzo eccentrico, il mio ragazzo eccentrico.
Mi avviai verso la cucina.

"Dovresti vederla è bellissima..." La sua voce mi entrò nella orecchie come un tormentone estivo, proveniva dallo studio.
Ci andai incontro e aprii la porta di esso leggermente.
Alla scrivania c'era lui. Fissava lo schermo del computer...in sottofondo sentivo una voce di...donna almeno sembrava.
"Laura...lei è semplicemente fantastica, è bella, intelligente, solare, gentile, dolce..."
Laura...sua sorella?!
"È la ragazza più incredibile che io abbia mai incontrato, è diversa da tutte...e questo mi fa impazzire, lei è svitata, completamente svitata...ma la amo per questo...come? Si, si chiama Beatrice, vorrei che tu fossi qui per conoscerla ti piacerebbe, e anche a mamma e papà...piacerebbe a tutti in famiglia...la adorebbero...va bene ci sentiamo, ciao sorellona."
La sua mano chiuse lo schermo del portatile, si alzò dalla sedia girevole.

Corsi in cucina.
Il mio cuore batteva a mille.

36 anni... Bel casino! (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora