Capitolo 16

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*una settimana dopo*

La sveglia suonò, aprii gli occhi, il soffitto bianco si riflesse su di essi.
La stupida canzoncina, che ancora non avevo cambiato, risuonava tra le quattro mura di camera mia.
Mia madre non c'era, aveva avuto un contrattempo e sarebbe tornata...in realtà non lo sapevo nemmeno.
Odiavo avere una madre, che mancava anche il giorno del tuo compleanno.
Mi alzai dal letto controvoglia, mi precipitai in bagno. Il mio viso riflesso sullo specchio spiegava tutto, ero stata fino alle 3:00 di notte a parlare con Cristina.

Devi dirglielo.

Cosa?

Sai bene di cosa sto parlando, deve sapere cosa c'è tra te e Gube.

Lo so, ma non so come fare, non sono pronta per dirlo a qualcuno. E poi tra me e Gube non c'è niente.

Eh certo, e baciarsi, fare il bagno di notte insieme, camminare mano nella mano, tutto questo sarebbe niente.

Ma perché devi sempre complicarmi la vita?

È il mio lavoro...

Okay va bene...ora sta zitta, sono le sette di mattina e non ho voglia di mettermi a litigare ora.

Okay addio.

Ci mancava sono la coscienza a farmi la predica, e poi tra e me Gube cosa c'era, niente...però dovevo ammettere che un po' aveva ragione, quei baci rubati, quelle mani intrecciate e gli abbracci, non erano l'equivalente del niente.
"Okay ora basta. Sono le sette e tra un'ora devo essere a scuola diamoci una mossa." Mi incoraggiai, anche se non avrebbe funzionato.
Andai in camera mia e aprii l'armadio, presi i pantaloni neri di jeans e una felpa di Batman rossa e ci abbinai le Vans blu.
Mi truccai e mi fissai sul grande specchio in camera mia.
Il suono di un messaggio mi fece distogliere gli occhi dalla mia figura riflessa.

'Ciao bellissima, oggi ho una sorpresa fatti trovare pronta per le 15:30❤️.'

Era Gube, evitai di soffermarmi tanto sul cuore che aveva messo alla fine della frase, io non sono una ragazza che crede che una relazione si basa su dei cuori, però quel gesto mi fece arrossire.

'Okay...❤️.'

Risposi, ormai che ero lì guardai anche l'ora, 7:58, iniziai a correre giù per le scale, l'aria si infrangeva sul mio viso.
Corsi in garage, presi il casco e il giubbotto e accesi la mia piccola.
Sfrecciava tra le macchine, il vento si infrangeva sulle mie mani, depositate sul manubrio, era freddo e secco.

...

"Bella moto Rossi." Gridò un ragazzo biondo rame, che neanche conoscevo, non era la prima volta che venivo a scuola in moto, ma prima parcheggiavo sempre un po' più lontano, non sono mai stata una ragazza esibizionista.
"È questa sarebbe una moto." L'unica persona che non avrei mai voluto incontrare, la vidi arrivare da destra. Caterina. Con se c'era tutta la banda Maiale Oche Zoccole.
"Si problemi." Risposi acida, scesi dal mio amore e presi lo zaino dal porta pacchi.
"Allora Rossi...come stai?" A quella domanda alzai lo sguardo dal telefonino che in quel frangente avevo tirato fuori dalla tasca del giubbotto. Lei non faceva mai quel genere di domanda e se la faceva non portava niente di buono.
"Bene..." Risposi vaga.
"Ah! Oggi vado a vedere le riprese di quel Criminal Minds, la scommessa è sempre aperta. Sono convinta che quel Matt, come si chiama sia formidabile a letto." Si era avvicinata tantissimo a me, i suoi tacchi rossi e neri la rendevano più alta rispetto alla mia figura minuta. Le sue parole mi fecero salire il sangue al cervello, diventai rossa dalla rabbia.
"Si chiama Matthew e non Matt, e poi se solo ti avvicini a lui, se solo lo sfiori con un dito, i tuoi bellissimi capelli color oro andranno in fumo." Lei era una troia con T maiuscola, la odiavo con tutta me stessa, se solo si fosse avvicinata a Gube, giuro che l'avrei ammazzata.
"Hahaha io non prendo ordini da una sfigata come te." Sorrise e i due avvoltoi che le erano dietro, risero soddisfatte.
"Sfigata...si dà il caso che questa sfigata sia stata per ben cinque mesi con Lorenzo, ah! Giusto ma non è il tuo ex ragazzo. Si mi pare di sì ti ha tradito con...fammi pensare...giusto con una ragazzina di prima se non erro." Sapevo benissimo che a lei dava fastidio il discorso 'Lorenzo mi ha tradito' non aveva elaborato il fatto che lui avesse lasciato lei per una ragazzina di prima.
"Beh alla fine a tradito anche te...e poi io e lui stiamo per ritornare insieme." Disse, nella mia mente i suoi capelli si trasformarono in serpenti e la sua pelle diventava squamosa, altro che Medusa, lei stava diventando molto peggio.
"Ah! Davvero i miei migliori auguri ora se vuoi scusarmi io vado a lezione...e Caterina so benissimo che non sai neanche dove si svolgono le riprese ti conviene informarti prima di andare." Feci un sorriso forzato e scomparvi tra la folla di ragazzi in preda agli ormoni.

"Ciao bella figa." La voce di Luca mi entrò nelle orecchie come un tormentone estivo. Mi voltai, era a qualche passo da me.
"Ciao topo." Lo abbracciai a e lui ricambiò la mia stretta.
"Come stai?" Chiese, nel frattempo ci mettemmo a camminare, eravamo in classe insieme per il laboratorio. E guardate caso quel giorno alle prime due ore avevamo laboratorio.
"Bene grazie, allora come ti trovi qua?" Dissi, in quel preciso istante il telefono nella mia tasca vibrò.
"Bene...sono tutti molto simpatici." Sorrise e io ricambiai, per me Luca era come un fratello, gli volevo un modo di bene. Avevo ringraziato il signore mille volte per avermi fatto conoscere una persona come lui, pronta a tutto pur di aiutare chi più in difficoltà.
"Sono contenta." Arrivammo finalmente nella classe e ci sedemmo, Cristina si unì a noi. Ogni volta che la guardavo disegnare mi prendevano gli strizzoni allo stomaco, mi sentivo una merda, le avevo sempre detto tutto e viceversa, e ora invece.

Le sei ore passarono in un soffio. Mi ritrovai fuori dalla scuola, iniziai a camminare verso la mia moto opaca.
"Ehi...ti fermi un secondo." Mi voltai e intravidi tra la miriade di gente la faccia di Cristina.
"Ciao...dimmi." Ci eravamo salutate meno di sei minuti fa e era strano che ti richiamasse.
"Scusa ti volevo chiedere se mi dai un passaggio a casa." A me si illuminarono gli occhi, adoravo andare i moti con lei dietro, era divertente.
"Certo andiamo." Ci avviammo verso di essa, le porsi un casco e poi partimmo, lei mi stringeva e io ogni tanto ridevo al ricordo di quando ero andata con Matthew al bosco.

...

Rientrai a casa e iniziai a prepararmi quello che solo dopo, sarebbe stato il mio pranzo. Accesi la TV e, con mia gioia, trovai una puntata di Criminal Minds, era un finale di stagione.
Sullo schermo si vedeva JJ con il vestito da sposa, era bellissima, mi ero sempre immaginata di essere a quel matrimonio come collega e amica, mi sono immaginata di ballare con Reid e Morgan. Di chiacchierare con Penelope e Emily, ma purtroppo questo è il mondo reale e quei ragazzi che ho sempre ammirato per coraggio e bravura non esistono.
Avevo il pane in mano, ero fissa davanti allo schermo piatto, quella musica mi echeggiava intorno, sembrava di essere dentro la TV con loro.

DIN DON

Il suono del campanello mi fece uscirà da quel sogno che stava diventando perfetto, andai ad aprire.
"Ti va il sushi." Davanti al cancello di casa mia, c'era Gube con in mano una rosa bianca e nell'altra un sacchetto.
"Certo e lo chiedi anche." Feci scattare il cancellino e lui percorse il vialetto, era vestito molto casual, gli donava molto quella maglietta nera.
"Ciao." Dissi, i nostri corpi si sfioravano e io fui costretta ad alzare la testa e per vederlo in faccia.
"Ciao." La sue labbra si posarono sulle mie, mi spinse dentro la casa e con un piede chiuse la porta.
"Grazie per il pranzo." Lo ringraziai, gli presi dalla mani la busta e la portai in cucina.
"Prego, ma ti pare. La rosa è per te." Me la porse e io l'afferrai, il suo profumo era buonissimo, sembrava un odore che proveniva dal paradiso.
"Che guardavi..." Si sporse per vedere il televisore e...cazzo la puntata. Inizia a diventare rossa in viso.
"Beh...ecco...io." Ero imbarazzata, lui fissava lo schermo e nel frattempo sorrideva.
"Ho sempre adorato quella puntata, anche per registrarla ci siamo divertiti un casino." Ammise voltandosi verso di me, il mio rossore stava piano piano svanendo.
"Sai da piccola, mi immaginavo di esserci anche io, di ballare con Reid e Morgan...e di parlare con Emily e Penelope." Fissavo lo schermo, poi sentii il peso del suo sguardo addosso, mi voltai e infatti era così.
"Allora rimediamo...non posso fare in modo che tu balli con Morgan, ma con Spencer un ballo telo concedo." Rimasi di sasso la sua mano era estesa verso di me. Io l'afferrai e sotto le note di una tra le mie canzoni preferite iniziammo a ballare.
"Gube...tu sei molto meglio di Spencer, tu sei reale." Dissi, Spencer era stata la mia primissima cotta, ma in confronto a lui non era niente.

36 anni... Bel casino! (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora