Capitolo 24

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Ci staccammo da quell'abbraccio che sembrava infinito.
Sul mio viso vi era stampato un sorriso, forse il primo che in una settimana era sincero, ma non durò per molto.
Luca si fece subito cupo, nel vedere la mia espressione cambiare da felice a malinconica.
I suoi occhi non erano più ricoperti da quella luce di allegria, che era solito portare con furore.
"Bea...stai bene?" Chiese, quasi intimorito della sua stessa domanda.
Scossi il capo, le lacrime stavano per riaffiorare...non devo piangere...non devo piangere...non...ecco.

Scoppiai per l'ennesima volta in un pianto, ero peggio di un bambino.
Le braccia di Luca tornarono attorno al mio corpo.
"Bea...calmati...calmati." Continuava a sussurrarmi.
"Ne vuoi parlare?" Lo sapevo che prima o poi lo avrebbe chiesto....
E adesso cosa rispondo.

È il tuo migliore amico, ti può dare una mano.

Ma cosa gli dico...guarda Luca mi sono fidanzata con il mio idolo e ora ci siamo lasciati, e niente è per questo che sto male...ma dai.

Beh magari non proprio questo...però è pur sempre un maschio.

Scusa ma questo cosa c'entra.

C'entra...ti può aiutare a capire quella testa di c...

Ho capito...va bene gliene parlerò.

E poi ricordati che lui c'è sempre stato per te e ci sarà anche adesso.

Si forse hai ragione.

Lo so che ho ragione!

Okay...ma non ti vantare.
Che palle...ciao.

Per la prima volta diedi ragione, a quelle vocina interna che la gente ascolta così di rado, come diceva il grillo parlante in Pinocchio.
Mi staccai dal corpo di Luca, il mio viso era ancora bagnato ma per fortuna si stava per asciugare.
Mi guardava, era preoccupato.
"Okay...si." Dissi con un filo di voce e prendendo un grande respiro.
"Però ti avverto la storia è un po lunga." Dissi.
"Sono qui per ascoltare...lunga o corta non importa parla." Mi incitò, la sua voce era calma e ferma, mi dava una sicurezza incredibile.
"Allora da dove cominciamo...una mattina con Cristina..." Gli raccontai tutto, di come ci eravamo conosciuti, del nostro primo bacio, del bagno nel lago di notte, della settimana che avevo passato a casa sua, della prima volta che abbiamo fatto l'amore ovviamente senza entrare troppo bei dettagli.
"Okay Bea fermati un attimo...ma non capisco perché vi siete lasciati?"
"Vuoi la verità non lo so..." Dissi poco convinta.
"Deve essere successo qualcosa...due persone non si lasciano così...a caso." Aveva ragione...due esseri umani che si amano, non si lasciano senza un vero e proprio motivo.
"Diciamo che la discussione era iniziata un paio di giorni prima che io e lui...beh hai capito..." Continuai a parlare, gli raccontai del fatto di mio padre, praticamente una sera eravamo fuori in un paese non distante da casa. Lì si ammiravano le famose fontane danzanti, erano famose in tutta la Toscana, ma che dico in tutta Italia.

"Allora ti piacciono le fontane?" Mi chiese Gube, aveva le mani intorno ai miei fianchi.
Il mio corpo era in subbuglio, possibile che ogni volta mi senta così.
"Sono bellissime...e poi la canzone di sottofondo è stupenda." Risposi, stavo bene in quel momento, era tutto perfetto, io, lui, il posto.
"Cazzo mio padre." Guardai davanti a me e lo vidi lì che guardava con stupire quell'incredibile attrazione.
"Come tuo padre?!" Presi Gube per mano, iniziai a correre in una direzione a caso. Pregai il signore con tutto il cuore che lui non mi avesse visto.
"Bea ti fermi un secondo..." Gridò, il mio cuore batteva all'impazzata, non badai alle sue lamentele...pensavo solo ad allontanarmi da quel luogo.
Al primo vicolo svoltai.
"Finalmente ti sei fermata!" Disse Gube, era al quanto nervoso.
"Scusa...ma sai come è non vorrei venire al tuo funerale." Dissi anche io infastidita.
"Dio Bea...arrivare ad uccidermi non credo."
"Senti Matthew i miei genitori non sanno niente e io vorrei che continuasse ad essere così, non voglio perderti." Okay ero letteralmente infastidita.

"È niente da lì è partito tutto, nei giorni a seguire non abbiamo fatto altro che litigare...litigavamo per tutto, poi ci fu il gran finale, sai quella litigata dove finalmente capisci che è tutto finito."
Luca mi guardava, il mio sguardo era rivolto verso il pavimento.
Poi di nuovo quella sicurezza, le sue braccia mi avvolgevano per la terza volta, ricambiai quell'abbraccio caldo e rassicurante.
"Bea è stato un cretino...sei una ragazza fantastica, bellissima e solare, non sa ancora cosa si è perso...e quando se ne accorgerà tornerà da te."
Sul mio volto un sorriso da trentadue denti fece capolino.
"Speriamo...ma comunque non voglio passare il resto della giornata a pensare a quel cretino...passiamo la giornata insieme vero?" Chiesi entusiasta.
"Veramente..." Iniziò passandosi una mano tra i capelli castani chiaro, ecco lo sapevo.
"Certo e me lo chiedi anche, non vedo l'ora....però ammettilo ci sei cascata." Disse mettendosi a ridere come un bambino di tre anni.
"Sei proprio uno stronzo." Risi...Luca era il migliore amico del mondo, ancora mi chiedo cosa farei senza di lui.

...

Scendemmo finalmente da quel pullman che profumava di sudore, eravamo davanti alla stazione di Firenze.
"Allora che vuoi fare Bea?" Chiese guardandosi intorno, Firenze era sempre bella.
"Che ne dici se andiamo a fare colazione...ho lo stomaco che brontola un pochino." Risposi toccandomi la pancia che sembrava un cavallo imbizzarrito.
"Okay...la c'è un bar." Indico il primo che i suoi occhi incrociarono.
"No vieni con me, ti porto io a mangiare le più buone paste di tutta la Toscana." Lo presi per mano e iniziai a camminare, intanto nella mia mente i ricordi iniziavano a riaffiorare, ma dovevo essere forte, mi sarei divertita in un modo o nell'altro.

...

"Guarda un po' chi si rivede." Disse Alessia.
"Ciao Ale, ti ordino di due paste, un caffè e un latte freddo." Risposi, lei mi sorrise e mi porse lo scontrino.
Ritirai il CIBO.
"Tieni."
"Grazie Bea quanto ti devo rendere?" Chiese, avevo pagato io.
"Niente offro io." Luca annuì, iniziò a mangiare il suo cornetto ripieno di marmellata.

"Questa ragazza ha carattere Gube sposala." Guardò Matthew che abbassò lo sguardo, per una volta che il rossore sulle mie guance stava miracolosamente sparendo, tornava a darmi fastidio per una frase.

"Bea mi stai ascoltando?" Scrollai il capo e spazzai via il ricordo di quella giornata, Luca mi guardava con sguardo interrogativo.
"No scusa che dicevi." Odiavo non stare attenta ai discorsi che mi facevano le persone, mi sentivo imbarazzata.
"Ti ho chiesto se ti andava di vedere gli Uffizi, io non li ho mai visitati e pensavo che..." Non memlo feci ripete per la terza volta e annuii.
"Certo...adoro gli Uffizi, ti ci accompagno più che volentieri." Risposi entusiasta.
"Okay calmati...comunque se vogliamo entrare entro la mattina ci conviene andare aprono tra meno di un'ora e la fila già sarà gigantesca." Disse guardando il cellulare e sorseggiando il suo amato caffè.
"Tranquillo ho un'idea." Presi il telefono dallo zaino. Digitai il numero di mia zia.

"Pronto."
"Ciao zia sono Beatrice."
"Ciao Bea...perché questa chiamata?"
"Sono qua a Firenze con un mio amico e lui vorrebbe vedere gli Uffizi, non è che nel tuo gruppo trovi spazio per noi due."
"Aspetta...si ho due posti proprio per voi."
"Grazie mille a che ora parte il tuo tour?"
"Allora vi ho inseriti nel primo della mattinata, parte tra meno di due ore."
"Perfetto grazie zia ti porto i soldi tanto veniamo lì."
"Okay vi aspetto ciao tesoro."
"Ciao zia."

Riattaccai e tornai a mangiare.
"Tua zia fa la guida turistica?" Chiese Luca guardandomi.
"Una specie...si occupa anche della biglietteria." Risposi, finì in fretta e furia il mio bombolone al cioccolato e ci avviammo verso il museo.

...

"Ecco a te zia." Le porsi il soldi, devo ammettere che il museo non costava proprio poco. Ma con l'aiuto di questa fantastica donna siamo riusciti a pagare quasi la metà.
"Allora è da un po' che non ti rivedevo...come va la scuola Bea?" Mi domandò mettendo i soldi in cassa.
"Bene direi...però inizio a sentire l'ansia della maturità." Avevo la maturità tra meno di due mesi, sentivo la paura crescere sento di me.
"Eh già...ma tu sei una ragazza in gamba passerai a pieni voti vedrai!" Mi rassicurò.
"Oddio proprio pieni voti non credo, ma ci proverò." Sorrisi, andavo bene a scuola ma non so mai stata la classica secchiona di turno.
"E a ragazzi come va?" Ci mancava la domanda del nove, e ora che cazzo rispondo.
"Sto ancora aspettando quello giusto."

Veramente lo hai trovato...ma se lui è così cretino da averti lasciato non è colpa di nessuno.

Sta zitta tu.

"Sarà meglio che vada...ci vediamo dentro, sia già dove devi andare per le gite prenotate vero?"
"Si zia lo so...ci vediamo dopo." La abbracciai, era bello avere una persona che lavora all'interno di uno tra i tuoi musei preferiti.

36 anni... Bel casino! (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora