Sono incinta.
Sono incinta.
Piccola frase composta da due parole.
Che detta all'età giusta, è una cosa bellissima...detta all'età giusta.Il vento freddo di maggio si schiantava contro le mie guance umide, se non bagnate, da lacrime, che scorrevano come fiumi su di esse.
"S-sono incinta." Non riuscivo a dire altro, quella frase era scritta nella mia mente, con un pennarello indelebile.
Cristina mi guardava con occhi stupiti, essi erano ricoperti da un leggero strato di acqua, che a poco a poco, sarebbe fuoriuscito.
"B-Bea..." Provava a parlare, ma la sua bocca era come bloccata, non produceva nessun suono di senso compiuto.
I miei occhi verdi erano fissi sulla piccola siringa, che mostrava quelle sue linee rosse molto evidenti.
Lo stomaco mi si stava contorcendo, il mio respiro non era affatto regolare e il cuore batteva all'impazzata.
Il mio viso era pallido e le mani sudavano freddo.
"Sono incinta." Ripetei per un'altra volta, gente che era intorno a noi ci guardava, molti con disgusto e altri con compassione.Il piccolo parco era immerso nel silenzio, non riuscivo più a trattenermi, la mia mano era davanti alla bocca, non dovevo gridare, la tentazione era tanta.
La mia migliore amica sembrò riprende, per un attimo, colore.
Le sue labbra si chiusero serrando la mascella, i suoi occhi tornarono opachi e le sue guance da bianche a rosee.
"Bea..." Mi richiamò, la stavo fissando, ma la mia testa era altrove.
"S-si." Balbettai con voce singhiozzante.
"Andiamo via da qui." Mi afferrò per la mano, la sua in confronto alla mia era calda...tiepida.
Le mie gambe sembravano palle di cannone, pesanti.
Non riuscivo a camminare, stringevo a me quel piccolo oggetto, come se fosse d'oro.
Passo dopo passo, riuscimmo a raggiungere casa mia, per fortuna vuota.
Mio fratello era fuori e mia madre lavorava.
Entrammo, l'aria in se era più calda, ma io non lo sapevo, sentivo solo freddo, tanto freddo.
Ero dentro un buco nero, stavo andando sempre più affondo, e luce era quasi del tutto sparita dalla mia visuale."Ti faccio una tazza di camomilla." Disse Cristina togliendosi il giubbotto e andando in cucina, io lo portavo ancora.
Avevo ancora addosso lo zaino e anche laggegio rosa.
Fissavo il vuoto, la mia testa non pensava a niente.
Portai la mano libera sulla pancia e la accarezzai."Tieni ecco." Una tazza fumante apparì davanti ai miei smeraldi spenti, sussurrai un grazie e sorseggiai la bevanda calda.
Mi calmò subito, la mia temperatura corporea aumentò e anche il mio solito colorito tornò brillante sul viso.
"Che intendi fare?" Domandò con timore Cristina.
"Non lo so..." Risposi fissando il pavimento che era diventato tutto ad un tratto un oggetto così interessante.
"Gube deve saperlo." Aggiunse, anche lei contemplando le mattonelle bianche.
"Lo so...Cry, mi devi promettere che non ne farai parole con nessuno, neanche tua madre...chiaro?" La cosa, per il momento, doveva restare segreta...non ero pronta a parlare con qualcuno della mia storia con Matthew.
"Cosa?! Ma tua madre...insomma deve saperlo, lei...Bea...lei deve..."
"No! Non voglio che lo sappia nessuno, io ho causato il problema, io lo risolvo...Cry promettimi che non lo dirai ad anima viva." Lei mi guardava in silenzio, non approvava, ma doveva farlo, con le buone o con le cattive.
"Promettilo!" Alzai di poco la voce, tornò con lo sguardo verso il basso e annuì debolmente.
"Grazie." La abbracciai e lei ricambiò senza pensarci due volte.
"Okay...io starò zitta, ma giurami che non ti succederà niente e che non farai cazzate." Aggiunse staccandosi dalle mie braccia, io sorrisi scrollando il capo....
"Gube dobbiamo parlare...è importante...dove sei?"
"Sono a casa...stai bene?"
"No...arrivo."
...
La mia macchina volava sull'asfalto riscaldato dal sole.
Le auto sfrecciavano accanto a me, dovevo fare presto.
Imboccai la strada in salita per arrivare alla villa, in meno di dieci minuti ero davanti alla struttura di un rosa chiaro.
Suonai il campanello.
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36 anni... Bel casino! (in revisione)
Fanfiction⚠️ATTENZIONE! Questo racconto è in revisione, potreste accorgervi di sostanziali cambiamenti fra un capitolo e l'altro. Non preoccupatevi è una cosa temporanea. Cosa possono mai avere in comune una classica ragazza all'ultimo anno di liceo ed un cla...