La sera passò veloce e così anche la notte.
La mattina la sveglia suonò, e io con la voglia di un bradipo mi alzai dal letto per affrontare la giornata a scuola.
"Ciao mamma." La salutai dalla porta, lei rispose con il suo solito "ciao stai attenta".
Uscì dalla porta e mi incamminai verso la fermata del bus....
"Signorina Rossi, vuole stare attenta per favore!" Urlò la prof, con la sua voce assillante mi sveglio dalla trans.
Pensavo ad oggi pomeriggio, avrei rivisto Gube un'altra volta, l'unica cosa che mi metteva a disagio era il fatto che sarei stata sola. Saremmo stati solo io e lui, non sapevo neanche dove mi avrebbe portata.Dai che ci scappa anche un bacio
La vuoi smettere, ma figuriamoci...lui non guarderebbe mai una come me vero?
Beh chi lo può sapere...secondo me gli interessi.
Dio ecco cosa mi fai fare, non gli interesserò mai...sono solo una sua amica.
Sarà, ma allora perché non ha esitato a darti il suo numero.
Non lo so, magari si...ecco...gli stavo simpatica.
Ma non farmi ridere.
Basta, ma ci stai zitta.
La prof ti sta per mettere una nota sveglia.
"Allora Rossi mi vuole fare il piacere di stare attenta!!" Gridò ancora più forte della prima volta. Dai almeno a qualcosa serve la coscienza.
"Si mi scusi." Risposi in fretta e furia.
La vecchia bisbetica tornò a scrivere sull'enorme tavola nera avanti a se, tutti nella classe non fiatavano. Solo Caterina rideva compiaciuta, mi guardò e io la fulminai. Abbassò lo sguardo sul suo quaderno e tornò a giocare al telefono....
La giornata passò velocemente, tutte le campanelle suonarono e finalmente ero fuori dal mio inferno quotidiano.
"Ciao bellezza." Mi voltai e vidi Luca, giusto mi ero dimenticata che si era trasferito, senza pensarci due volte gli saltai al collo e lo abbracciai.
"Ciao bel figo." Mi mancavano i nostri saluti alla, noi li chiamavamo alla "RIMORCHIARE".
"Ti va di stare un po' insieme oggi, mi padre vorrebbe rivederti." Domandò, con suo padre avevo un ottimo rapporto, era il burlone di turno, troppo simpatico.
"Scusa oggi ho da fare." Risposi distogliendo lo sguardo dal suo.
"Tutto bene Bea?" Chiese, mi devo ricordare di non far trasparire le emozioni.
"Mmm...si sì tutto okay, ora devo andare ciao figo." Lo salutai e iniziai a camminare verso casa.
"Ciao tesoro." Gridò prima che io fossi troppo lontana per sentirlo, nel camminare beccai anche Cristina la salutai, chiedendo per l'ennesima volta se volesse venire con me oggi. Lei mi rispondeva sempre allo stesso modo che non poteva.
"Lo sia che non posso mi dispiace...dai non sarà così male, sarete solo voi due." Disse guardandomi in modo pervertito, le diedi una pacca sulla spalla e la salutai....
"Sono a casa." La mia frase echeggiò dentro la mia dimora, ma nessuno rispose. Andai in cucina e trovai la pasta nel microonde e un biglietto sullo sportello di esso.
"Ciao tesoro mi hanno chiamata per sostituire un mio collega torno domani, mi dispiace prometto che al mio ritorno mi farò perdonare.
Ti voglio bene
MAMMA."Perfetto ero anche sola in casa, mangiai quella poca pasta al sugo che mi aveva fatto, probabilmente prima di partire. Ogni tanto odiavo il lavoro di mia madre, non era mai in casa e non potevamo fare molto insieme.
Andai in camera e misi il cellulare quasi scarico sotto carica.
Presi qualche libro e iniziai a leggere e a fare un po' di compiti a caso, mancava ancora un'ora all'incontro, oddio incontro diciamo 'uscita tra amici' con Gube.
Nel bel mezzo del silenzio il telefono squillò."Pronto." Risposi.
"Dove abiti, passo a prenderti a casa." Disse una voce, guardai chi era, anche se ne ero quasi sicura, Gube.
"Intento buongiorno, si sto bene grazie di avermelo chiesto, e chi ti dice che voglio venire ancora."
"Se non vieni ti vengo a prendere di forza vedrai."
"Ahahah scherzo ti mando l'indirizzo per messaggio, certo che sei proprio scemo."
"E ti sei proprio carina, sbrigati a prepararti tra mezz'ora massimo sono lì ciao."
"C-ciao."Stavo balbettando ed ero tutta rossa in viso, aveva detto che ero carina, no dai l'ha detto perché sono simpatica. Lasciamo stare, entrai su Whatsapp e gli mandai la posizione.
Misi da parte i libri e iniziai a prepararmi.Ti serve una mano?
No faccio da sola grazie.
Sicura, io mi metterei la maglietta bordo con i pantaloni lunghi neri e le scarpe in tono con la maglietta.
Grazie ci penserò ora stai zitta.
Okay ciao.
Dai però non era poi così male il look che aveva creato la mia coscienza, presi tutto quello che mi aveva detto e..cazzo sto benissimo, grazie.
La ringraziai ma lei non disse altro, certo che era proprio strana.
Il campanello suonò. Guardai dalla finestra e eccolo lì, era bellissimo. Scesi più veloce che potevo.
Apri la porta e lui mi guardò, i nostri occhi si incrociarono e sotto i vestiti i soliti brividi mi invasero la schiena, ma perché mi faceva questo effetto.
"Ciao." Mi salutò e io ricambiai con un sorriso, mi fece accomodare in macchina e partì senza dire niente.
"Allora dove andiamo?" Chiesi, ero troppo curiosa.
"Sei mai stata in un parco giochi?" Disse guardando la strada, devo ammettere che non era il miglior guidatore del mondo.
"Certo!" Risposi eccitata.
"Beh oggi ne andiamo a vedere uno nuovo." Cosa!? Io e lui, da soli, in un parco divertimenti. Oh mio dio!! Non riuscivo a crederci, era il mio primo appuntamento ideale.Aspetta ma questo non era un appuntamento.
Ma lo può essere, comunque prego.
No te l'ho detto, io non gli interesso.
Allora perché è da quando sei uscita di casa che ti guarda da testa a piedi?
Non lo so magari gli garba come sono vestita.
Si sì certo è io sono la regina d'Inghilterra.
Okay basta, grazie del look ma ora sparisci.
Addio.
"Mi piace molto come come ti sei vestita, sei bellissima." Disse guardandomi di sfuggita e poi tornando sulla strada.
"Grazie." Arrossì, cavolo ma devo fare così ogni volta che mi fa un qualsiasi genere di complimento.
"Anche tu sai bene così casual." Lo guardai, aveva i jeans e una maglietta in tinta unita gialla, e hai piedi aveva le All Star nere.
"Mi piace essere casual." Rise e io gli andai dietro.
"Posso farti una domanda?" Gli chiesi, non volevo essere invadente per questo lo avevo chiesto prima.
"Anche due." Rispose con un sorriso che gli copriva il volto.
"Cosa farebbe Spencer se fosse al tuo posto in questo momento?" Spencer era come una persona reale, so che era frutto della fantasia di un uomo, ma per me era molto di più di un personaggio di una serie TV.
"Non lo so, credo che sarebbe impacciato con accanto una bella ragazza come te." Voltai la testa della parte del finestrino, un sorriso a trentadue denti mi si formò istintivamente.
"Ma perché ti interessa saperlo?" Chiese lui infine tornado a guardarmi, mi voltai anche io e i nostri occhi si incrociarono, come il primo giorno.
"Beh, lo so che per te può essere una cazzata ma...vedi per me Spencer è reale, cioè non è solo un personaggio di una serie TV, mi ha insegnato molte cose...ora mi prenderai per pazza." Era la prima volta che dicevo a qualcuno il perché mi piacesse tanto Reid, non era solo il ragazzo dei miei sogni impacciato e timido, era molto di più.
Mi ha insegnato cosa significa la parola dolore e come fare ad accettare la vita per come è.
"Wow...sei proprio incredibile Beatrice, sei una ragazza straordinaria, è la prima volta in tanti anni che qualcuno è così interessato al mio personaggio. Molte ragazze preferiscono Derek oppure Hotch, tu sei diversa." Disse, era tornato a guardarmi e io non potevo fare altro che ricambiare.
"Beh io non sono quelle molte ragazze." Rise e io mi unii, adoravo il suo sorriso era così bello e ti prendeva subito.
Per tutto il resto del viaggio non ci furono altre parole se non quelle delle canzoni di sottofondo, noi parlavamo con gli occhi. Ogni tanto ci guardavamo e sorridevamo, era incredibile cosa io provassi in quel momento.
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36 anni... Bel casino! (in revisione)
Fanfiction⚠️ATTENZIONE! Questo racconto è in revisione, potreste accorgervi di sostanziali cambiamenti fra un capitolo e l'altro. Non preoccupatevi è una cosa temporanea. Cosa possono mai avere in comune una classica ragazza all'ultimo anno di liceo ed un cla...