Chapter 2

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Prima di entrare mi fermai fuori perché mia mamma mi stava chiamando e così ebbi un po' di tempo per fumarmi una sigaretta.

Io: ciao ma

M: ehi tesoro come è andato il viaggio? Non ti sei fatta sentire ieri sera.

Io: tutto bene. Si scusami ma mi sono letteralmente addormentata e non ho avuto tempo per chiamarti. Oggi poi ho lavorato senza sosta per un'ora e questo è il primo minuto a disposizione che ho per poterti chiamare.

M: ah ho capito, ti sei adattata? Conosciuto qualcuno di nuovo

Io: mamma, per piacere

M: cosa?

Io: pensi già che io abbia trovato qualcuno con cui scopare?

M: no no, io non intendevo questo, hai frainteso. E poi c'è Lorenzo che chiede di te

Io: dì a Lorenzo che può andarsi a scopare quella sgualdrina da quattro soldi della mia migliore amica. Anzi ex migliore amica.

M: mi ha anche chiesto dove sei

Io: spero tu non gli abbia detto niente.

M: ho fatto scena muta

Io: grazie. Ora mamma scusa ma devo andare, il pranzo è pronto. Ci sentiamo più tardi. Te amo

M: ciao piccola mia, te amo. Ah, smettila di fumare, ti fa male.

Chiusi la chiamata e mi misi a ridere. Feci per girarmi quando andai a sbattere contro un colosso. Ero 1m e 80 cm, ma lui era davvero una torre. Alzai lo sguardo e vidi Pellè.

Io: scusami, non volevo venirti addosso, ero distratta. Sai per caso dove posso buttare il mozzicone?

Gli indicai la sigaretta ormai spenta che tenevo in mano.
Con il capo mi indicò un bidone dove gettai quello che avevo in mano e mi incamminai verso l'entrata con lui al seguito. Cos'è? Mi stava pedina di per caso?

P: chi è Lorenzo?

Io: cosa te ne frega?

P: ho ascoltato la conversazione al telefono con tua mamma

Io: ah e sei solito farlo? No perché altrimenti mi nascondo la prossima volta che mi chiama, così magari non spii le persone.

P: ehi signorina, capitavo di lì per caso e ti ho sentita discutere al telefono. Pensavo ti servisse aiuto e così mi stavo avvicinando. Tutto qua.

Io: Oddio penso che siano le prime parole sensate che dici dopo i mugugni di prima.

P: sei una persona al quanto irritante. Chiunque sia quel Lorenzo ha fatto bene a lasciarti

La mia bocca si spalancò e lo osservai con sguardo incredulo.

Io: scusa? Come osi? Tu non sai niente della mia vita, non mi conosci. Non puoi venire qui e dire queste cattiverie. Sei solo un pallone gonfiato.

Me ne andai lasciandolo li con un volto incredulo. Sicuramente non si aspettava che qualcuno gli rispondesse a tono. Bene, ha trovato pane per i suoi denti.
Mi diressi verso il tavolo dello staff tecnico dove conobbi anche gli altri membri.

S: il piatto si stava raffreddando.

Io: scusami è che ho dovuto chiamare mia mamma e poi ho litigato con Pellè

S: strano, voi due non litigate mai. Ne vedremo delle belle

Io: lo penso anche io

Mangiammo tutti insieme e poi me ne tornai a casa. Il secondo turno ce lo avevo alle 4. Così mi misi a riordinare la casa e disfare le valigie. Tutto sommato era una bella villetta, spaziosa e adatta a una ragazza vivace come me. C'era anche un enorme vetrata da cui potevo vedere tutto il paesaggio è un'enorme terrazza in cui passare le serate in compagnia di un buon libro e delle mie sigarette. In Poco tempo arrivarono le 4 e dovetti muovermi per arrivare all'orario di lavoro. I ragazzi si stavano allenando perché tra 2 giorni avrebbero giocato contro il Newcastel in casa. Erano gasati, volevano assolutamente vincere.
I due giorni passarono velocemente. Grazie a Stefano apprendevo sempre più cose nuove e utili e mettevo in pratica tutto ciò che avevo imparato. Avevo imparato a conoscere gli altri giocatori e a stringere amicizia con loro. Juanma non mi lasciava mai sola, anzi cercava sempre di stare con me e trovare un qualcosa per attaccare bottone. Poi c'era un ragazzino classe 96. Era davvero bravo e io lo ritenevo il mio piccolo fratellino. Con Pellè invece le cose non andavano bene, anzi peggioravano di giorno in giorno. Avevamo entrambi un carattere forte e nessuno dei due voleva farsi mettere i piedi in testa dall'altro. Prima o poi uno dei due avrebbe ceduto. Era solo questione di tempo.
La partita si sarebbe giocata di lì a poco. Ero seduta in panchina con lo staff medico. Era davvero emozionante. Vedere tutti quei tifosi che portavano la maglia della loro squadra e lo invitavano con cori ed esultanze. Era tutto così assurdo per me. Alla fine i ragazzi vinsero 3-1, Pellè, Long e Wanyama avevano portato la squadra alla vittoria. Non male come mio arrivo, si vede che gli avevo portato fortuna.
Andarono tutti a lavarsi e prepararsi per la cena di squadra. L'entusiasmo era alle stelle. Ormai non mancava molto alla fine del campionato e i ragazzi volevano raggiungere un posto in Champions league. Finita la cena decisero di andare in discoteca e dal nome di che c'erano anche le altre mogli e fidanzate dei giocatori decisero di portare anche me. Per fortuna avevo portato dei vestiti di ricambio, altrimenti avrei dovuto presentarmi con il logo della società. Finì in macchina con Shane, dusan e la sua ragazza Alexia dal momento che io non avevo la macchina e ci avviammo verso il locale. La musica era a palla e i ragazzi volevano solamente festeggiare. Litri e litri di alcol erano presenti sui nostri tavolini e uno shot dopo l'altro scendevano giù lungo la mia gola. Ad un certo punto Juanma mi prese le mani e mi portò in pista con lui. Ci muova amo e ballavamo a ritmo delle canzoni.

S: mi stai provocando con questo vestito, sappilo.

Gli sorrisi e continuai a ballare. Indossavo un vestito stetto, blu elettrico che arriva a metà coscia. Ai piedi avevo messo un paio di all stars, mai e poi mai avrei indossato i tacchi. Shane aveva spostato i capelli sulla spalla desta e aveva iniziato a lasciare dei baci lungo il mio collo. Cosa diamine stava succedendo?

E ti ricordo che non siamo soli a combattere questa Realtà Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora