Chapter 3

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Shane mi fece girare e mi trovai faccia a faccia, si stava lentamente avvicinando per baciarmi?
Mi staccai da lui e lo guardai sbalordita.
In mio aiuto arrivò la persona meno indicata: Pellè

P: lasciala stare Juanma, sei ubriaco

S: andiamo vieni qui, mi stavo divertendo

Io: ci conosciamo solo da due giorni e mi stavi già cercando di baciare? Beh io questo non lo chiamo divertimento.

Pellè si girò e mi fissò

P: vieni con me

Io: cosa?

P: ho detto vieni.

Mi prese per mano e mi portò fuori da quella massa di gente.

Io: Oddio finalmente un po' di aria. Dentro non si respirava.

Lo guardai mentre si sedeva sul muretto e si accendeva una sigaretta. Lo seguii e gliene presi una dal pacchetto che aveva messo sulla mattonella accanto a lui.

P: da quando in qua si prendono le cose senza permesso?

Io: posso? Grazie, come sei gentile

Mormorò qualcosa e il silenzio tornò a calare tra di noi.

Io: ehm, grazi per il salvataggio

P: non pensare che lo abbia fatto per te

Io: oh no, certo che no. Non faresti mai una cosa per me.

P: era ubriaco, non volevo che il giorno dopo avesse rimorsi per quello che ha fatto la sera precedente.

Io: certo, mettiamola così.

Ormai erano le 4 di mattina e stava facendo freddino e il mio vestito smanicato non aiutava per niente. Avevo la pelle d'oca e mi strinsi in me stessa. Sentii qualcuno posare qualcosa sulle mie spalle, mi girai e vidi Pellè posare la sua giacca su di me.

Io: e questo?

P: avevo caldo, mi sono tolta la giacca e non volevo metterla su qualcosa di sporco, così ho subito pensato a te.

Io: oh, ma che romantico

P: molto divertente

Io: perché ogni volta devono finire così le nostre conversazioni? Perché fai di tutto per comportarti in questo modo rude e scontroso?

P: sono fatto così.

Io: anche io sono fatta così, ma non rispondo male alle gente ogni volta che mi rivolgi la parola.

P: non lo so, parlare con te è strano, tu sei strana. Quando sto con te mi sento diverso, non so come spiegarlo. Non sono spontaneo.

Io: perché ? Cos'ho che non va?

P: tu... Tu mi fai impazzire

Si girò e mi fissò negli occhi. Un brivido percorse la mia schiena mentre io lo guardavo stupita da quello che aveva detto.
Gettò il mozzicone in un cestino e se ne tornò dentro lasciandomi lì da sola.
Io lo faccio impazzire? In che senso? Non capivo cosa volesse dire con quelle parole.
Respirai un po' di aria pulita e tornai dentro. Ero arrabbiata, anzi incazzata. Cosa gli avevo fatto adesso? Perché gli uomini dovevano essere così complicati? E poi dicono delle donne.
Andai ai divanetti e presi le mie cose.

Io: ragazzi io vado a casa, sono stanchissima. Ci vediamo martedì, mi raccomando

I ragazzi mi salutarono e mi avviai verso l'uscita. Quando fui fuori mi sentii prendere per un polso e girare.

E ti ricordo che non siamo soli a combattere questa Realtà Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora