Chapter 9

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La mattina facemmo colazione come se nulla fosse successo, ogni tanto però vedevo degli sguardi omicidi da parte di Graziano.
Verso le nove i ragazzi fecero un po' di allenamento e studiarono le tattiche da mettere in pratica durante il match, un pranzo veloce e via allo stadio.Nello spogliatoio si iniziava già a sentire la tensione, il mister fece un ottimo discorso e cercò di spronare i suoi ragazzi a fare e a fare il meglio.
Anche questa volta mi fu concesso assistere alla partita in panchina, così nel caso in cui qualcuno si fosse fatto male avrei potuto intervenire immediatamente.
La tensione si poteva tagliare con un coltello. Le squadre erano ferme sullo zero a zero, al 64º però Graziano fu costretto ad uscire e venne sostituito da Davis. Pellè non prese la sostituzione molto bene, infatti iniziò a urlare contro l'allenatore.

P: mister perché mi hai tolto? Stavo bene, stavo anche per segnare.

R: vai a farti massaggiare da Anna

P: cosa? Non ho niente

R: ora

Prese posto accanto a me.

R: Anna

Io: si mister?

R: mettimelo a posto, è nelle tue mani. ha ancora un problemino al quadricipite.

Mi accovacciai e iniziai a massaggiargli il muscolo, neanche il tempo di iniziare che un boato risuonò nello stadio, mi voltai e vidi che i ragazzi dell'everton avevano segnato l'uno a zero.

P: cazzo, porca punttana, lo sapevo che dovevo rimanere in campo, lo sapevo.

Non sapevo cosa dire, così rimasi immobile a fissare ciò che stava accadendo. Ormai i ragazzi erano tutti demoralizzati, ma c'era ancora tempo per recuperare.

Io: Graziano, devi incitare i ragazzi

P: cosa? Come facciamo a recuperare? Siamo sotto e manca poco, non vedi che ormai sono tutti demoralizzati?

Io: ehi, mancano più di 20 minuti, ce la potete fare benissimo. Sei un leader e devi sostenere la squadra, devi motivarli e sostenerli.

P: ma cosa vuoi saperne tu che te la fai con Shane?

Io: scusa? Cosa c'entra adesso? E poi mica me la faccio con lui.

P: non sai niente di calcio e del suo gioco, solo perché stai con un giocatore non puoi dirmi cosa devo fare.

Lo lasciai parlare. Odiavo quando parlava a vanvera e diceva cose senza senso. Così iniziai a massaggiargli il muscolo senza però far caso a ciò che diceva. Continuammo così fino a quando Mané non segnò il gol del pareggio. La panchina esultò ed andò ad abbracciare il ragazzo che aveva appena segnato. I ragazzi riacquistarono fiducia, sembravano essersi ripresi, i musi lunghi furono rimpiazzati da sorrisi e voglia di vincere. Nonostante tutto però la partita finì in pareggio. Non che fosse un brutto risultato, anzi, sempre meglio di una sconfitta, ma una vittoria sarebbe stata senz'altro meglio. I ragazzi erano comunque felici della loro prestazione, così dopo il triplice fischio dell'arbitro, saliranno gli avversari e ci dirigemmo verso lo spogliatoio.

R: Anna mi vai a prendere la giacca? L'ho dimenticata in panchina.

Io: certo Ron, te la porto subito.

Corsi in campo e presi ciò che il mister mi aveva chiesto. Poi tornai nel tunnel ed incontrai Graziano.

P: Anna, Anna aspetta.

Mi prese per un polso e mi fece girare verso di lui

Io: cosa vuoi?

P: volevo scusarmi con te per quello che ho detto prima.

E ti ricordo che non siamo soli a combattere questa Realtà Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora