Chapter 10

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Cena insieme e alla fine per festeggiare andammo tutti in discoteca. Non che mi piacesse molto andare in quei posti, ma dal momento che eravamo tutti insieme si poteva anche fare una volta ogni tanto. Tutti si stavano divertendo, ballavano, cantavano, bevevano eccetto la sottoscritta, così uscii a fumare una sigaretta. Guardai l'ora e vedi che erano già le quattro del mattino. Era davvero tardi ma era anche un buon pretesto per andare a casa. Ero assorta nei miei pensieri quando qualcuno mi raggiunse, si sedette accanto a me e rubò una sigaretta dal mio pacchetto.

Io: ehi

P: scusa, ma mi dovevi una cicca

Io: per una? Dovresti smettere di fumare, ti fa male.

P: parla quella che ne fuma 10 al giorno

Io: non è vero. E poi tu sei un calciatore, devi tenerti in forma.

P: io sono sempre in forma.

Lo spinsi facendogli momentaneamente perdere l'equilibro

P: ehi

Io: scusa, non l'ho fatto apposta

P: ah no?

Si avvicinò pericolosamente. Lo guardai fissa negli occhi con aria di sfida.

Io: no

Mi prese di peso e mi mise sulla sua schiena come un sacco di patate.

Io: Grazi ti prego mettimi giù, si vede tutto

P: tutto cosa?

Io: il mio culo stupido, il vestito è troppo corto

P: eh no, voglio vederlo anche io

Io: grazi, ti prego

P: come mi hai chiamato? Questo soprannome ti farà rimanere li a vita.

Io: daiiii, farò tutto quello che vuoi.

P: sicura sicura?

Io: si

Mi mise giù e tirai un sospiro di sollievo.

P: allora dal momento che hai promesso che farai tutto quello che voglio, dovrai..

Non lo lasciai finire la frase

Io: Grazi stavo scherzando, non farò mai niente di tutto ciò che mi chiederai.

P: oh no, tu hai promesso

Io: non è vero.

Si avvicinò di nuovo pericolosamente ed allora indietreggiai ma andai a sbattere con la schiena contro un muro. Non avevo via di scampo. Mise le sue mani ai lati della mia testa e mi fissò dritto negli occhi.

Io: cosa vuoi farmi?

P: oh non lo so, ho tante idee.

Io: ti odio

P: lo so

Spostò una ciocca di capelli dietro il mio orecchio e fissò le mie labbra per un tempo che sembrava infinito.
Poi avvicinò la bocca al mio orecchio e mi sussurrò

P: sei bellissima questa sera

Imbarazzata, un colore roseo si impadronì delle mie guance.

Io: beh grazie

P: non che gli altri giorni tu non lo sia, ma con questo abito sei davvero uno splendore.

Arrossì ancora di più e un sorriso si formò sul suo volto.

P: eddai non essere imbarazzata, era un complimento.

Mi tirò a sé e mi abbracciò. La mia testa era appena sotto il suo collo ed il suo profumo invase il mio olfatto. Amavo quell'odore, avrei potuto annusarlo all'infinito senza stufarmene mai. Allora mi sciolsi anche io e ricambiai l'abbraccio, stringendolo forte a me. Ad un tratto però girò il viso e si immobilizzò, così mi staccai da lui.

E ti ricordo che non siamo soli a combattere questa Realtà Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora