Capitolo 1: L'incontro [*]

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[Capitolo revisionato e modificato, quindi se siete già passati di qui in passato, dategli una seconda possibilità. Soltanto i capitoli con il simbolo [*] nel titolo sono stati revisionati  buona lettura x]

•••

Com'è che si dice? Nuova città, nuova vita?

Ero arrivata da poco a Los Angeles e la mia migliore amica Mia stava già cercando di convincermi ad andare un combattimento clandestino.

Era sempre stata il tipo di ragazza esuberante e simpatica a tutti. Aveva i capelli rossicci lunghi fino alla spalla e perennemente ondulati. Era formosa al punto giusto, aveva la pelle chiara e due occhi azzurro-verde mozzafiato. Era la mia bussola morale: sembrava essere l'unica in grado di riportarmi sulla strada giusta, a impedirmi di cadere in tentazione e ad assicurarmi che mi comportassi bene. Era lei a decidere quali regole potessi infrangere e quali no.

- Dai Freya! Sarà divertente - cercava di convincermi.

Mi aveva promesso che mi avrebbe fatto conoscere il suo amico, Sebastian. Mi aveva assicurato che sarebbe stato uno strafico, il tipo di ragazzo che piaceva a lei, per capirci. A me non interessava conoscere nessuno, ma una distrazione mi avrebbe fatto comodo in quella città. In più, se fosse bastato tanto poco per fare felice la mia migliore amica, chi ero io per dirle di no?

Ero arrivata a Los Angeles da due giorni ed ero convinta che se non mi fossi trovata qualcosa da fare sarei anche potuta impazzire. Avevo bisogno di un lavoro, di qualcosa che desse alla mia vita una parvenza di normalità.

Mi ero trasferita da Miami perché avevo iniziato a sentirmi soffocare, la vita lì stava diventando troppo. Volevo essere una persona completamente diversa, almeno per un po'. Non volevo sentire le pressioni che essere me stessa comportava, avevo soltanto bisogno di scappare.

- Dovrei trovare un lavoro, no? -

- A quello ci ho già pensato io e poi non avresti trovato nulla a quest'ora della notte - disse facendo un gesto con la mano, mentre iniziava a tirare fuori dall'armadio una serie di abiti e di magliette cortissime, dando per scontato che avrei ceduto e che sarei andata con lei.

- E dove? - indagai.

Lei rise, congedandomi con un altro cenno della mano. Apparentemente, rispondere alla mia domanda non sembrava una priorità per lei. Ecco un'altra cosa che avrebbe fatto innamorare qualsiasi persona di Mia Stone: il sorriso. La sua risata era calda e affettuosa, riusciva a mettere a proprio agio chiunque.

- Tempo al tempo, lo vedrai. Ti assicuro che ti sentirai a casa - tagliò corto, facendomi capire che non avesse voglia di parlare di argomenti tanto "seri" a quell'ora della notte.

Lei aprì il suo armadio alla ricerca di qualcosa da indossare. Non sapevo cosa avrebbe tirato fuori, non era abituata a vestirsi in base all'occasione, aveva sempre la tendenza ad esagerare perciò non mi avrebbe sorpresa se avesse tirato fuori un lungo abito da sera.

Tirò fuori una serie di abiti, tutti corti e attillati, di diversi colori, chiedendomi di scegliere quale le stesse meglio.
- Quello viola - le suggerii, dall'alto del mio fantastico pigiama.

- Tu non ti cambi? - mi squadrò con lo sguardo pieno di disapprovazione.

- Hai detto che è un combattimento, quindi non serve che mi vesta come se dovessi andare in discoteca - dissi dirigendomi verso la valigia, che non avevo ancora disfatto, alla ricerca di qualcosa da indossare. Presto Mia mi superò e iniziò a fare quel lavoro al posto mio: frugò frettolosamente tra le mie cose, mettendo tutto in disordine, il tutto per tirare fuori una semplice canotta nera di seta con lo scollo morbido e un paio di pantaloncini.

LA's Devil - dicono che tu sia il diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora