Tante cose non mi erano chiare ultimamente, troppe per essere contate. Non ne capivo altrettante.
Ma di una cosa ero sicura: la mia vita non sarebbe mai più potuta essere quella perfetta e tranquilla che sognavo, e forse nemmeno la volevo.
Quando stai per morire pensi a tutto quello che hai fatto, ma più di quello pensi a quello che vorresti fare e probabilmente che non avrai più il tempo di fare.
Per questo motivo, quando stai per morire metti da parte l'orgoglio e non pensi alle conseguenze delle tue azioni, ma non perché sei in preda alla follia e al panico, ma perché semplicemente non ti importa. Riesci soltanto a pensare "Cavolo sto per morire, non voglio tormentarmi per l'eternità pensando a come sarebbe stato se l'avessi fatto".
Voglio dire, lasciatemi fare quello che mi pare almeno mentre muoio!
Sempre che tu abbia una mente ottimista.
Se invece non ce l'hai... beh sei fregato.Tutto ciò che vedo è il nero. Nero più totale, però allo stesso tempo è come se tutti i miei sensi fossero amplificati e mi investissero con delle scariche forti e inarrestabili, che non riesco a controllare, che mi sopraffanno.
Apro gli occhi improvvisamente e mi sento il fiato mozzato in gola per parecchi secondi prima di riuscire a calmarmi.
Una volta regolarizzato il mio respiro mi guardo intorno.Sono abbastanza sicura di essere in ospedale. Ho le braccia fasciate da bende bianche, strette e una flebo attaccata.
È normale che l'unica cosa che riesco a pensare sia che ormai sto più in ospedale che a casa mia? È triste.
Sento un calore avvolgermi la mano sinistra e vedo che questa è gelosamente custodita nella stretta di Dylan. Mi viene da sorridere, ma anche quello risulta doloroso.
Non voglio sfilare la mano dalla sua, anche perché sarebbe troppo faticoso.
Sapevo benissimo di aver perso la scommessa, ricordo tutto di quel giorno, anche se non so esattamente quanto tempo sia trascorso.Ricordo cosa mi ha fatto Klaus, cosa ha fatto Dylan per salvarmi. Ricordo che l'ho baciato, e tutto mi è sembrato un po' meno pesante. Sono cosciente del fatto che perdere questa scommessa sarebbe stata in parte una rinuncia alla mia libertà e una conferma del fatto che lui avrebbe sempre avuto il controllo su di me, ma io non la vedevo sempre in questo modo.
Per me significava anche poter dimostrare di saper sopravvivere un mese senza cedere al suo fascino, continuando a fare quello che mi piaceva, a essere libera, riuscendo a tenergli testa. E quella sarebbe stata la vittoria più grande.
Quindi non vedevo sempre quella situazione come negativa al cento per cento, a volte bisogna cercare di trovare il lato positivo. O il meno peggio.
Cerco di prendere un respiro profondo per calmarmi, dato che nonostante tutto quella situazione mi agitava, ma mi risulta più doloroso del previsto e inizio a tossire ripetutamente.
- Ehi ehi ehi bimba, ehi tranquilla sono qui, sono qui -
Dylan si sveglia di soprassalto e mi mette i mani ai lati della testa. Riesco a scrutare la preoccupazione nel suo sguardo.
- Sto bene, tranquillo - lo rassicuro accennando un lieve sorriso.
- Come ti senti? - mi chiede rimettendosi a sedere.
- Bene, per quanto possibile - dico mettendomi a sedere con un'espressione dolorante in volto.
- Cosa ti ricordi di quello che è successo? - mi chiede inumidendosi velocemente le labbra con la lingua, e le mie condizioni non mi impediscono di fare pensieri poco casti.- Tutto -
- Proprio tutto? - specifica.
Capisco a cosa si riferisce e annuisco. Lo vedo agitarsi un momento sulla sedia, ma dura poco perché in men che non si dica ha re indossato la sua maschera di freddezza e imperturbabilità.- Dylan? - lo chiamo.
Lui mi rivolge la sua attenzione, stringendo ancora le mie mani tra le sue.
- Per quanto ancora dovrò stare qui? -
- Sei qui già da due giorni, penso che tra un po' potrai uscire -
Annuisco e inizio a sentirmi le palpebre pesanti, di nuovo e cado in un sonno profondo.Quella sera...
Stavo mettendo le ultime cose dentro un borsone, Dylan sarebbe passato a prendermi a momenti ed ero più che nervosa.
Correvo da una parte all'altra della mia stanza raccattando vestiti, trucchi e tutta la roba che mi sarebbe servita per stare da lui per un mese.Se prima non mi sembrava una tragedia, adesso mi pareva una catastrofe assoluta.
- Freya, devi stare calma - Mia era entrata sedendosi sul letto vedendomi nel panico.
- Ce la farai - ha continuato.
- Mia, devi promettermi che non lo dirai a nessuno. Mi hai capita? Nessuno - sottolineo.Se si fosse venuto a sapere che stavo da Dylan, sicuramente avrebbero detto tutti che sono una puttana. E non potevo permettermi di distruggermi la reputazione ancora prima di crearmene una.
- Sissignora - dice rivolgendomi un saluto militare.
Il telefono emette un bip e Mia me lo lancia, io fatico e prenderlo e rischio di farlo cadere dato che le mani mi tremano come non mai.Leggo l'anteprima del messaggio sul blocco schermo e prendo un respiro profondo.
Sono qui sotto.
Il cuore mi salta un battito. Io posso farcela. Me lo ripeto in testa come un mantra mentre saluto la mia amica e scendo le scale, andando in contro alla mia fine.
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Almeno 20 commenti per il prossimo capitolo ce la facciamo a farli?
Scusate per il ritardo.
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LA's Devil - dicono che tu sia il diavolo
Romance«La prima cosa che ho sentito su di te è stata che nessuna ragazza è in grado di resisterti» dissi e aspettai di vedere la sua reazione. «La seduzione è una mia dote naturale» si vantò. «Sinceramente non capisco come facciano a cascarci» feci spal...