Capitolo 3: First [*]

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[Revisionato]

- Freya Elizabeth Turner, ti avevo detto di stargli alla larga! - Mia stava gridando, ma per fortuna la musica del locale era troppo forte perché qualcuno sentisse la scenata.

- Io non ho fatto un bel niente - cercai di difendermi. 

- E allora dimmi, cosa è successo? - mi attaccò ancora, avvicinandosi a me con aria minacciosa. 

- Non è successo niente - insistetti, cercando di convincerla. Lei incrociò le braccia al petto e guardai velocemente il povero Sebastian che si trovava in mezzo ad un fuoco incrociato, con la faccia ancora sanguinante. 

- Allora dimmi, perché Dylan O'Brien arriva qui, ti chiede se ti è piaciuto lo spettacolo, e soprattutto ti chiama 'bimba'? - 

Avrei voluto spiegarle che tutto quello non era dipeso da me, che non avevo scelto io di scontrarmi con lui e che non gli avevo detto io di chiamarmi in quel modo, che a dirla tutta mi faceva anche innervosire parecchio, ma Sebastian mi precedette. 

- Non penso che Freya lo abbia fatto di proposito, l'abbiamo persa di vista per cinque minuti, non avrebbe avuto nemmeno il tempo - parlò il biondo. Mia lo guardò trattenendo una risata, irritata e scioccata, poi prese un respiro e si calmò. 

- Se tu sapessi cosa può fare in cinque minuti non parleresti così, ma penso di poterti concedere il beneficio del dubbio -

Il fatto che si fosse preoccupata così tanto, però, non fece altro che farmi pensare a quel ragazzo, a cosa avesse dovuto fare per fare andare nel panico una persona come Mia e a guadagnarsi una fama tanto temuta. Che diavolo poteva aver fatto di tanto male? Insomma, non poteva essere reputato pericoloso soltanto per la rabbia che ci metteva negli incontri. 

- Adesso vado a provarci con quel ragazzo pazzesco laggiù, tu chiamami appena vuoi andare in ospedale - disse, riferendosi a Sebastian per l'ultima parte della frase, prima di andare in un angolo della stanza a parlare con un ragazzo che le aveva lanciato occhiate da quando era entrata. 

- Posso chiederti cos'ha quel tipo che non va? - decisi di chiedere a Sebastian per rompere il silenzio. Se avessi dovuto stargli lontana, almeno avrei voluto sapere il perché. Non mi piaceva essere tenuta all'oscuro nella mia stessa vita. 
- Quel ragazzo è il diavolo, Freya. Scusa se te lo dico, ma non mi va di parlare di lui - disse con un sorriso amareggiato. 

- E di cosa ti va di parlare? - chiesi bevendo l'ultimo sorso dal mio bicchiere, sentendo l'amatissimo sapore della tequila attraversarmi la gola. Posai il bicchiere ormai vuoto sul bancone di vetro e appoggiai la testa sulla mano per osservarlo meglio. Lui a quel punto, prima di parlare, ordinò un altro giro per entrambi. 

- Di te - incastrò anche lui lo sguardo nel mio e afferrò il bicchiere che Grace gli aveva posato davanti senza distogliere gli occhi dai miei nemmeno per un secondo. 

- E cosa vorresti sapere? - 

- Le solite cose. Da dove vieni, perché sei qui a parlare con me... - ammiccò. Per quanto quel ragazzo sembrasse gentile e per bene, non sembrava saperci fare. O forse lo sapeva e semplicemente non era il mio tipo, dato che la mia attenzione era da tutt'altra parte in quel momento. 

- Vengo da Miami e sono qui a parlare con te perché non avevo niente di meglio da fare - scherzai sull'ultima frase, anche se in realtà non stavo completamente mentendo. 

- Allora penso che dovrei farti divertire un po'- disse, facendosi più vicino. Innanzitutto, penso che dovresti andare in ospedale perché entro dieci minuti avrai perso i sensi. Secondo, in che modo dovresti farmi divertire?, pensai, ma la figura di Mark apparve da dietro il magazzino per interrompere la nostra conversazione. 

LA's Devil - dicono che tu sia il diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora