Canzoni per il capitolo <3:
Sign of the times - Harry Styles
Scary love - the neighborhood
The night we met - Lord Huron (che trovate scorrendo)⚠️molto importante: una volta finito di leggere il capitolo vi prego di leggere la nota a fine pagina altrimenti non potrete capire, buona lettura x⚠️
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Le parole di Moona mi avevano scossa più di quanto immaginassi, ma me l'ero fatta passare subito. Poteva anche aver avuto ragione, potevo anche essere stata la persona di merda che aveva descritto, per un po' mi ci ero anche sentita, ma non mi sarei arresa così facilmente. Serviva decisamente di più prima di farmi arrendere.
Le avevo lascito un paio di giorni di spazio per calmarsi, ma la mia pazienza cominciava a non assistermi più. Perciò, mi trovavo di fronte alla sua porta, con in mano una scatola rosa piena di dolci, brioches, ciambelle, croissant, fragole ricoperte di cioccolato - che personalmente adoravo - e biscotti danesi. In più le avevo comprato il suo caffè preferito, che io reputavo estremamente disgustoso: caffè freddo con caramello, cannella, vaniglia, latte di cocco, panna e davvero troppo zucchero. Solo ad ordinarlo mi era venuto il diabete.
Misi tutto in equilibrio su un avambraccio così da liberare una mano per bussare alla porta, ripetutamente. Non dissi nulla, se mi avesse sentita non mi avrebbe di certo fatto entrare. Aprì la porta, curiosa di sapere chi fosse e non tentò neanche di nascondere la sua espressione schifata quando mi vide dall'altra parte della soglia. Prima che potesse chiudermi la porta in faccia mi intrufolai dentro il suo disordinatissimo appartamento.
«Hai la testa più dura di un masso. Cosa non riesci a capire del fatto che non voglio vederti?» parlò, senza chiudere la porta, illudendosi che sarei andata via presto. Ignorai completamente la sua rabbia e le sue volontà e andai a sdraiarmi sul suo letto, per posare la scatola e il bicchiere.
«Ti ho portato da mangiare» dissi, aprendo la scatola. Lei si avvicinò a me e mi afferrò il braccio nel tentativo di farmi alzare dal suo letto ancora disfatto. Puntò i piedi nel cercare di fare leva, ma io mi sbilanciai nella direzione opposta per fare resistenza. Sbuffò e fece ricadere le braccia lungo i lati del suo corpo. Si arrese e decise di occupare il posto accanto al mio, iniziando a bere rumorosamente dal bicchiere del caffè.
«D'accordo, quindi ora puoi andartene» continuò.
«Oppure tu puoi mangiare mentre io ti racconto com'è andata» sorprendentemente non disse nulla, anzi, iniziò a fare quello che le avevo detto. Prese un danese ricoperto di glassa e marmellata di ciliegie e iniziò a mangiarlo senza sostenere il mio sguardo.
«Ho provato tante volte a dirtelo, non era mai stata mia intenzione ferirti»
«Quando è iniziata?» chiese con tono duro, interrompendomi. Esitai: alla prima domanda già non sapevo come rispondere. Che cosa intendeva? Voleva sapere a che momento risalisse l'inizio della nostra storia? Perché non sapevo neanche io quale fosse, dato che non c'era stata né una data precisa, né un momento preciso dato che avevamo negato per un'infinità di tempo. Le cose erano diventate serie improvvisamente e nessuno dei due era stato pronto.
«Ti ho fatto a malapena una domanda e non vuoi rispondermi?»
«No, è che non so dirtelo. Le cose non erano affatto serie tra di noi all'inizio, ci odiavamo, non c'era assolutamente niente tra di noi. Non sappiamo nemmeno noi cosa sia successo dopo, come siamo arrivati a questo punto; è successo e basta. So soltanto che abbiamo provato ad impedirlo» dissi.
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LA's Devil - dicono che tu sia il diavolo
Romance«La prima cosa che ho sentito su di te è stata che nessuna ragazza è in grado di resisterti» dissi e aspettai di vedere la sua reazione. «La seduzione è una mia dote naturale» si vantò. «Sinceramente non capisco come facciano a cascarci» feci spal...