Capitolo 11.

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Quella mattina ci alzammo stanche morte.
Eravamo rimaste sveglie a parlare e giocare fino alle tre del mattino.
Erano le otto meno dieci ed io mi stavo avviando in classe.
Alla prima ora avevo trasfigurazione con i Corvonero.
Le altre avevano preferito andare in Sala Grande a fare colazione, io no.
Entrai in classe e la trovai vuota, tranne che per una persona.
Una testa bionda era seduta all'ultimo banco.
Non so cosa mi spinse ad avvicinarmi, ma lo feci.
«Come mai qui?», domandai.
«Forse perché ci sono le lezioni?», rispose lui sarcastico.
«Intendevo, come mai tu sei qui mentre i tuoi amici sono ancora in Sala Grande.», mi corressi.
«Volevo pensare.», rispose.
Sembrava strano.
«A cosa?», mi lasciai sfuggire.
Quanto tatto.
«Al fatto che Rose Weasley non si fa mai gli affari suoi.», rispose saccente.
Colpita e affondata.
«Hai ragione, scusami.», mi scusai.
Mi girai e feci per andare ad un altro banco.
«Devo prendere una decisione difficile.», mormorò.
Rimasi ferma.
La mia terribile curiosità voleva che gli chiedessi di cosa si trattasse, ma mi morsicai la lingua.
Lentamente mi rigirai verso di lui.
«Una decisione che avevo già preso, ed era quella giusta.», mormorò.
«Se è quella giusta, perché hai tanti dubbi?», domandai esitante.
«Perchè quella che può essere la decisione per me, non lo è per altri. E..», sospirò, «e, in un modo o nell'altro ci andranno di mezzo le persone a me più care.»
Lo guardai, ma le parole mi erano morte in gola.
Non sapevo cosa dire.
Io, Rose Weasley, quella a cui tutti si rivolgevano per i consigli, non avevo idea di cosa dire.
Forse perché avevo paura.
Ogni volta che guardavo quegli occhi di ghiaccio avevo una tremenda paura di dire qualcosa di sbagliato che lo avrebbe fatto richiudere nel suo guscio.
«Sai, a volte dobbiamo avere il coraggio di prendere le scelte più difficili. Non importa quanto la via più facile possa sembrare bella, perché sarà sempre quella sbagliata. Abbiamo bisogno di lottare. Di lottare contro noi stessi, per vincere le nostre paure, esattamente come mi hai detto quel giorno.
Non so di fronte a quale scelta tu tu trovi, ma ricorda che quella che può la scelta più semplice, si rivela quasi sempre quella sbagliata.»
«Si ma la scelta giusta potrebbe causare troppo dolore ad altre persone, persone che amo e che non hanno niente a che fare con tutto questo.»
«Anche la scelta sbagliata potrebbe causare dolore alle persone che ami.
Va bene cercare di proteggerle, ma devi agire anche in funzione di te stesso, perché, qualunque scelta sbagliata tu possa fare per proteggerle, soffriranno lo stesso. Non soffriranno con te, ma per te.».
Mi guardò negli occhi.
Erano così..tristi.
In quel momento sentimmo un rumore e ci voltammo di scatto.
Erano due ragazzi, Corvonero, che ci guardavano straniti.
Mi alzai e, senza dire niente, andai a sedermi al primo banco.
***
Erano le sei e mezza, ero in camera con Amanda e ci stavamo preparando per andare all'allenamento della squadra.
Erano passati tre giorni dalle selezioni, giorni in cui Malfoy non c'era stato.
Il giorno prima avevo lavorato a pozioni da sola, e in quelle sere a sostituirlo come capitano era stato Albus.
La madre di Scorpius aveva avuto un 'incidente', almeno così si diceva.
Sapevo che c'era qualcosa di strano, però.
Infatti, a confermarmelo fu Al, che mi confidò che in realtà la signora Malfoy era stata avvelenata.
Era stato chiamato anche il ministero, e mia madre.
Ovviamente Al sapeva tutto perché zia Ginny era la guaritrice che si occupava della signora Malfoy, con cui peraltro era amica.
«Sei pronta?», urlò dal bagno Amanda, risvegliandomi dai miei pensieri.
«Certo, arrivo.», risposi uscendo e prendendo il mio borsone.
Scendemmo in sala comune, dove c'era il resto della squadra.
L'allenamento passò in fretta, e in un attimo ero di nuovo nella mia camera.
Era davvero tardi, ma io non riuscivo a dormire.
Era ormai da giorni che per tutto il tempo non avevo fatto altro che pensare al collegamento che potesse esserci tra la decisione che doveva prendere Malfoy e l'incidente di sua madre.
"La scelta giusta potrebbe causare troppo dolore ad altre persone, persone che amo e che non hanno niente a che fare con tutto questo.", aveva detto.
Cosa era successo a quel ragazzo e a sua madre?
Assalita dal dubbio, presi una pergamena, la piuma e il calamaio.
Anche se le tre oche non erano in camera (erano sempre fuori, e non era difficile immaginare il perché), Amanda dormiva.
«Lumos.», dissi.
Iniziai a scrivere una lettera all'unica persona che mi avrebbe potuto dare delle rispose, o almeno assopire i miei dubbi.
Cara mamma,
Scusa se non mi sono fatta più sentire, dopo il primo giorno.
Le cose qui vanno bene, mi sto abituando ad essere una Serpeverde.
Mi sono fatta anche degli amici..beh, in realtà solo un'amica, Amanda.
È una ragazza davvero simpatica, va d'accordo anche con Lily e Dominique!
Con Sophia Zabini, Emily Parkinson e Sarah Bulstrode (le altre mie compagne di stanza) ancora non ci siamo uccise, e non penso lo faremo.
Abbiamo stabilito una tacita tregua.
Io non infastidisco loro, loro non infastidiscono me.
A te come va il lavoro?
Ho sentito che c'è un gran via vai, al ministero.
Inoltre, Albus mi ha detto che la madre di Scorpius Malfoy è in ospedale, e che siete stati chiamati anche voi del ministero..mi chiedevo come mai, insomma, è possibile che ora vi dobbiate occupare anche dei malati?
Penso proprio che vi facciano fare troppe cose, tra cui alcune non di vostra competenza!
Bene, mamma, ora vado, è tardi e finalmente mi sta calando il sonno.
Prometto di farmi sentire presto.
Salutami papà e dagli un bacio da parte mia.
Baci,
Tua Rose.
Finii di scrivere la lettera, la ripiegai, chiamai Carbone, la mia civetta, e la legai alla sua zampetta.
«Ad Hermione Granger.», sussurrai.
Poi mi infilai nuovamente nel letto, e finalmente mi addormentai.

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