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Arrivano sempre più ragazzi nuovi, e per la prima volta non mi sento l' unica ragazza con una vita che sta per crollare a pezzi, in bilico. Ogni giorno di più.
Non so precisamente perché Janette sia diventata mia amica, ne so perché ha lasciato le sue accompagnatrici o perché abbia capito solo ora di non essere superiore agli altri. Tutto quello che spero che non sia un' amicizia di convenienza. Mi è già capitato tante volte. Un esempio è stata la mia amica Sophia, che mi è sempre stata accanto per prendere buoni voti o per farsi notare dai ragazzi.
Ci sono rimasta malissimo quando mi ha detto che le amicizie non durano per sempre e mi ha spiattellato in faccia la verità.
È stato come quando sei al mare tranquillo e un onda ti travolge. Non me lo sarei mai aspettato, ma ormai sono stanca che la mia vita dipenda dalle decisioni altrui, dal fatto che ogni volta che qualcuno fa una scelta io sia la casa. La casa dalla quale si sfila un mattone per volta e che alla fine crolla.
Fatto sta che mi trovo sul letto a pensare con le cuffie e scrivo a mia mamma.
La stanza è vuota perché è orario di pranzo, ma dato che non ho molta fame ho deciso di restare in camera.
E magari in questo momento Janette si è trovata un' altra amica e Caleb una nuova ragazza.
Non posso dire che abbia deciso io che si sarebbero dovuti lasciare ma ammetto che la mia opinione ha avuto una buona influenza sulla scelta di entrambi.
-Ehi- Janette si siede sul letto- Perché non eri giù?
Non mi ero accorta che fosse entrata.
-Oh...
-Si. Oh.
-Ho poca fame e troppa voglia di pensare.
Resta li immobile come come se stesse cercando di contemplare quella frase che poteva sembrare poetica quanto stomachevole.
Rimaniamo così per alcuni minuti, le canzoni scorrono ma io le ignoro.
-Ti ho fatta entrare nel gruppo delle chearleader!!- esclama.
-Eh?- è l unica frase che sento chiaramente da quando è entrata.
Annuisce.
Scuoto la testa e stoppo la musica.
-No Janette. NO. Non mi piace fare la chearleader...
-Sara divertente, vedrai.
Non fa in tempo a finire la frase che entra Caleb.
-Scusate, disturbo?
-No no.
-Ok.
Ci raggiunge e si siede sullo sgabello accanto al letto.
Io e Janette non continuiamo la conversazione. Lei tira fuori il telefono e va a sedersi sul suo letto, con le cuffie.
Do il libro a Caleb.
-Già finito?
-Sì. Ora ti devi dirmi cosa ne pensi.
Sorride e io ricambio, facendogli cenno di uscire dalla stanza.
Ci troviamo in corridoio.
-Caleb, so che vi siete lasciati.
-E io so che hai convinto tu Janette a farlo.
Faccio un' espressione sorpresa e mi appoggio al muro.
-Io non l' ho convinta. Le ho dato dei consigli.
-Ah. Cambia molto...
-Si.
Faccio finta di offendermi e incrocio le braccia sul petto, come facevo con mio fratello da piccola. È una cosa che lo ha sempre divertito.
-Maya.
-Si?- rido.
-Dai usciamo. Devo dirti una cosa.

Nothing about usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora