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Sento Caleb bussare alla porta.
-Sono quasi pronta!- urlo mettendomi l ultimo filo di eyeliner.
Ho pensato a dei vestiti semplici e un trucco leggero.
Voglio fare Buona impressione, ma essere anche me stessa.
Non mi piace l idea che possano ricordarsi di me come quella che non sono.
Esco.
-Dici che piacerò ai tuoi?
-Forse.
-Come forse?- spalanco gli occhi.
-Scherzo. Vai bene. Possiamo andare?

La vista della casa mi toglie il fiato.
È una villa bianca, con rifiniture color panna e un ovale nel centro, nel quale è dipinto un campo di fiori.
Lo osservo meglio mentre mi avvicino.
Non sono usati gli stessi colori della natura, al contrario, il prato e di un azzurro sbiadito, i fiori lilla e viola spiccano nel dipinto.
Faccio per suonare il campanello.
-Aspetta- mi dice Caleb e mi indica un campanello sull altro lato della porta.
-Quello- indica la mia mano- è per i famigliari. L' altro per gli ospiti- sembra orgoglioso e imbarazzato allo stesso tempo.
-Oh.
Questo contribuisce ad innalzare il mio livello di ansia.
Suono.
Apre un uomo sulla quarantina, vestito con lo smoking.
-Caleb...
-Marvin! Come va?
-Lei deve essere Maya, venga, la stanno aspettando. Annuisco.
-Permesso- entro bisbigliando.
La stanza, che probabilmente è la sala, è enorme. Arredata all' antica, ma con il bianco che da sempre una sensazione di pulito.
-Mamma!- urla Caleb.
-Si? Oh è arrivata? Arrivo, con calma.
Sorrido nervosa.
-Tesoro, stai tranquilla. Siamo una famiglia normale- una donna alta e mora mi appoggia una mano sulla spalla. A differenza di come pensavo è vestita con la tuta e un paio di Superstar.
-Scusa, sono in ciabatte.
-Mamma. Sono belle scarpe- Caleb le da una gomitata.
-Giusto. Cara ne vuoi un paio?
-Nono grazie.
-Davvero. Mi dici il numero e te le ordino, poi le spedisco al College.
Scuoto la testa.
Ho indosso le mie vecchie Converse.
Mi guarda attentamente.
-Venite in cucina, ho preparato le lasagne italiane.
-Le adoro- bisbiglio a Caleb.
-Bene. Farai felice mia madre.
Sorrido ancora. È una cosa che faccio spesso. Sorrido quando sono nervosa.
Mi chiedo se dovrei portare Caleb da mia madre ma poi mi dico che preferisco stare con lei da sola.
In fondo ha preso un po male la storia della separazione, ma non troppo. Io però non la vedo da un mese e vorrei starle accanto in questo momento.
Mi siedo a tavola.
-Papà dov' è?
-Arriva, si sta preparando.
Mi serve una porzione abbondante.
Mi metto il tovagliolo sulle ginocchia, ho passato gli ultimi giorni con Caleb, esercitandomi per cercare di fare bella figura.
La madre sorride. Evidentemente le piaccio, o almeno credo.
Io e Caleb ci guardiamo negli occhi per un po.
-Allora- una voce maschile ci interrompe- chi è questa...ehm...ragazza?
Lo guardo e noto i lineamenti di Caleb, anche gli occhi azzurri, ma quelli del padre hanno anche sfumature verdi.
-Piacere sono...
-Maya. Lo so.
Non si presenta e si siede a tavola.
Abbasso lo sguardo.
-Tom!- urla la moglie indicandomi.
-Che c'è?! La conosco già!! Ho visto sue foto su internet...
-Oh- sussurro.
-Tranquilla. Tra poco gli passerà.
-Ma cos' ha?
-Non lo so.

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