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Mi giro di scatto e per poco non inciampo in una radice.
Provo a dire qualcosa, ma non riesco a pronunciare nessuna parola.
Respiro affannosamente mentre lo fisso.
-Matt.
-Maya. Che sorpresa...
Faccio roteare gli occhi.
Inspira e io prendo sottobraccio Caleb.
-TU chi sei?- Si avvicina a lui -Che ci fai con uno come lui?- ride.
Quella risata di cui mi ero innamorata e che ora odio.
-Non ti azzardare ad avvicinarti- lo intimo.
Si morde il labbro.
-Un po poco per te.
-Taci. Chiunque, chiunque, è meglio di te.
-Lo so che vorresti stare con me ora- mi sfiora la mano.
-Non toccarla!- urla Caleb dandogli una spinta.
-Chi ti credi di essere?- grida Matt.
-È il mio ragazzo- dico tutto d' un fiato.
-Bene. Ci si vede- mi saluta con un cenno del capo mentre si massaggia la spalla.
Mi volto verso Caleb.
-L' ho detto perché ero in panico- mi giustifico.
-Ah. Certo.
-Dai. Smettila.
Sorride.
Intanto Luke si avvicina.
Sta sorridendo anche lui.
-Allora?- chiedo.
-Allora niente.
-Dai.
-Ti racconterò...

Quando Luke ci accompagna all' aeroporto, trovo li Hanna.
La saluto.
-Oggi ho rivisto Matt.
Le va di traverso il frullato.
-E ti ha detto qualcosa?
-Caleb lo ha spinto quando mi ha toccato la mano.
-Ah. Nient' altro?
Scuoto la testa. Non le dico che ho detto che lui è il mio ragazzo. Significherebbe ammettere che aveva ragione, e non ne ho voglia.
Sorride.
-Che c'è?
-State bene insieme.
-Eddai. No. Basta.
Continua a sorridere mentre beve il frullato.
Mi volto dall' altra parte. So che sta facendo finta che vada tutto bene, anche se non è così perché è la stessa cosa che sto facendo io.
Ci mancheremo. Lo so già, mentre Caleb parla con Luke cerco di non piangere.
Mi mordo il labbro e mi giro verso di lei.
Mi sta guardando.
-Ultima foto?
Annuisce con le lacrime agli occhi.
-No Hanna. Non voglio che tu pianga.
Sbatte le palpebre e sorride. Noto che ha un rossetto color carne, che si abbina benissimo ai vestiti.
Ci facciamo una foto dove sorridiamo, ho già pensato di metterla in bianco e nero e farla stampare.
Le stringo le mani.
-Ti chiamo.
-Certo.
Un ulteriore abbraccio, poi vado verso mio fratello.
-No. Io voglio solo un abbraccio, non tutte le foto, le lacrime e le smancerie che vi siete dette.
-Ho già una nostra foto. Ti ricordi quella con lo skate?
Ride.
-Si. Mi ricordo. Ora vai. Non ci vedremo fino a Natale. In fondo non è molto.
-Già
-E se sto qua- indica Caleb -ti fa male. Dimmelo. Prendo un volo e vengo la. Faremo i conti.
-Non accadrà, vero principessina?
-Vero. Ora andiamo o perderemo il volo. A proposito hai preso i biglietti?
-Certo.
Sorride.

Mi sveglio quando atterriamo.
Sono passate molte ore.
Mi stropiccio gli occhi e sbadiglio.
Mi guardo intorno.
-Dove siamo?
-Parigi.
-Bella...- dico ancora addormentata mentre lui ride.
Inspiro lentamente.
-Parigi?- urlo appena realizzo cosa ha detto.
-Shhh. Ti Sentono...
-Non mi interessa. Parigi? Come ti è venuto in mente? E la scuola?
-Ho visto il calendario. Non c'è lezione.
-Per te, forse. E Perché Parigi?
-Stiamo insieme ed è la città degli innamorati.
-Non stiamo insieme.
Mi alzo e scendo dall aereo.
Una parte di me vorrebbe tornare a Los Angeles, chiamare Luke o Hanna per chiedere aiuto, l' altra parte vorrebbe godersi due giorni con Caleb.
Faccio come al solito: A, Parigi. B, college e lascio a Caleb La scelta.
-A o B?- chiedo.
-Perché?
-A o B?- ripeto
-A.
Era ovvio. Doveva scegliere A.

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