Cap. 3

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Poco dopo il sorgere del sole, in spiaggia sembravano darsi appuntamento tutti quelli che possedevano una qualsiasi razza canina. Di solito, facevano sgambettare i loro amici a quattro zampe prima dell'arrivo delle famiglie e dei loro piccoli, ed evitavano le multe di chi controllava che nessun animale avesse accesso alla spiaggia. Quella mattina erano molti di meno i frequentatori abituali, provati forse dalla notte precedente. Tra i pochi presenti vi erano un giovane uomo e la sua compagna intenti a far correre e giocare il loro meticcio, Oscar.

Non appena l'uomo tolse il gancio di sicurezza al guinzaglio, Oscar corse di qua e di là, avvicinandosi all'acqua per poi ritrarsi prima che un'onda lo bagnasse. Se l'uomo gli lanciava un sasso, lui provava a riprenderlo, scodinzolante e felice di quella momentanea libertà. Riusciva a raggiungere il massimo della gioia quando la giovane padroncina lanciava in acqua la sua palla preferita,e lui se ne stava ad aspettare che fosse abbastanza vicina alla riva per poterla recuperare e consegnare alla donna cosicché lei potesse ripetere quel gesto tante altre volte. Passeggiando sul bagnasciuga, la giovane coppia e il fedele amico notarono il corpo di Matilde, il quale veniva cullato dalle lente onde del mare e sbattuto, quasi delicatamente, su uno scoglio.

La marea si era alzata quel tanto che bastava a farle inzuppare i vestiti e a trascinarla lontana solo qualche metro dal luogo del suo assassinio.

L'uomo cercò di coprire la visuale alla sua donna avvicinandola al petto, Oscar corse ad annusare quel corpo, quasi fosse un nuovo gioco, ma non appena il padrone lo richiamò con un fischio, il meticcio si allontanò di scatto.

- Resta qui e non voltarti - disse alla compagna - io vado a vedere di che si tratta. -

Si avvicinò al cadavere, e di istinto tirò fuori il telefonino dalla tasca dei pantaloncini. Compose in fretta il numero della Polizia e attese che qualcuno, dall'altra parte, rispondesse.

*******

Al Commissariato di Pubblica Sicurezza, nessuno si aspettava una telefonata che denunciasse il ritrovamento di un corpo senza vita sulla spiaggia.

"Sarà uno scherzo," disse il poliziotto che prese la chiamata "ma vi pare che c'è davvero un morto..."

Scosse la testa mentre continuava a ripetere quelle parole a chiunque gli capitasse vicino. Andò a bussare alla porta dell'ufficio del Commissario Mariotti e attese che questi gli desse il permesso per entrare.

- Commissario - disse l'ispettore Gemelli - non ci crederà mai, ma abbiamo appena ricevuto una chiamata, la quale denunciava il ritrovamento di un cadavere. - Gemelli stava per mettersi a ridere, ma il suo superiore non la pensava allo stesso modo.

- Lo trovi così buffo, Gemelli? - Il Commissario Mariotti era sempre stato un tipo serio, composto, all'altezza del ruolo che ricopriva. Anche per lui era strano che ci fosse un morto in spiaggia, ma non per questo bisognava riderci sopra.

- No, Commissario, ma ammetterà che è alquanto strano. Magari è solo uno scherzo... -

- Gemelli, basta così, ricomponiti e cerca di andare a vedere cosa è successo. - lo riprese il Commissario - Nel caso fosse tutto vero, avvisami seduta stante. -

- Agli ordini, Commissario! - L'ispettore salutò il suo superiore e richiuse la porta dietro di sé, si diresse alla sua postazione, prese le chiavi sulla scrivania e controvoglia si avviò verso la macchina.

Aveva appena premuto il pulsante di apertura delle portiere, quando si sentì chiamare, si voltò e la vide correre verso il parcheggio, agitando le braccia al cielo per farsi notare: Nadia Novelli, detta la novellina, era arrivata da appena due settimane e non aveva ancora avuto modo di farsi valere e conoscere per le proprie capacità. Aveva ventisei anni e dopo aver vinto un concorso pubblico e fatto qualche anno di gavetta, era approdata in quel piccolo commissariato. Non era eccessivamente alta, superava di poco i limiti per accedere alla selezione, era di corporatura piuttosto minuta, i capelli scuri e corti le arrivavano poco sotto i lobi delle orecchie, la carnagione era olivastra e quel posto, non poteva renderla più felice, vista la sua smisurata passione per il mare.

Gemelli, al contrario, era piuttosto alto, ma nonostante il fisico asciutto e muscoloso non era affatto contento di starsene immerso nella sabbia, sotto il sole o circondato dall'umidità tipica che si può trovare lungo la costa. La carnagione chiara, ricca di lentiggini e i capelli biondo rame, rendevano le sue uscite ancora più difficoltose, ma nei suoi trentadue anni di vita aveva imparato a prevenire le scottature ungendosi per bene le braccia e il viso con la protezione solare più alta che riusciva a trovare.

Gemelli, non prestò particolare attenzione all'arrivo di Novelli, si limitò ad aprire lo sportello, si accomodò al sedile del guidatore, allungò il braccio e aprì il vano portaoggetti situato sotto il cruscotto. Tirò fuori il flacone di crema al cocco e cominciò a distribuire la protezione nelle zone scoperte che avrebbero potuto arrossarsi. Alzò lo sguardo verso il sedile di fianco al suo quando sentì sbattere lo sportello.

- Ehi! Fai piano! - disse Gemelli irritato dalla strafottenza della collega.

- Ma se non l'ho neppure toccato, il tuo delicatissimo gioiellino! - rispose Nadia, prendendosi gioco di lui. - Ne hai ancora per molto? - continuò, osservando i gesti lenti e precisi dell'Ispettore.

- Non sono affari tuoi, Novella! -

- Novelli! - lo corresse.

- È lo stesso. - Con un gesto richiuse il suo indispensabile flacone e lo ripose al suo posto, poi girò la chiave nel cilindro di accensione e insieme partirono alla volta della spiaggia.

Ad aspettarli c'era l'uomo che aveva ritrovato il corpo, da solo.

L'Ispettore Gemelli, munito di cappellino e occhiali da sole, si faceva fresco con un vecchio giornale, mentre andava incontro al testimone. Novelli, invece, pareva non fare caso al sole che batteva sulla pelle e per pura grazia divina, sembrava non secernere una sola goccia di sudore.

- Buongiorno, sono l'Ispettore Gemelli, e questa è la mia assistente Novelli, è lei che ha fatto la segnalazione? -

- Buongiorno, sì, sono stato io. Vede, eravamo qui di buon'ora e quando ci siamo accorti del corpo... -

- Mi pare che lei sia solo, al momento - lo interruppe Novelli - c'era qualcun altro con lei? -

- Sì, ero qui con la mia compagna, ma le ho detto di ritornare a casa... -

- Perché? - Gemelli cercò di essere più veloce della collega e ci riuscì.

- Vedete, avevamo portato il nostro cane, e avevamo fretta di allontanarci prima di prendere qualche multa, visto il divieto... - l'uomo fece un pausa, poi proseguì con il suo racconto - stavamo facendo una passeggiata quando ci siamo imbattuti in quello. - Si voltò a indicare il corpo di Matilde, ancora in balia delle onde.

Gemelli si avvicinò, convinto che fosse tutto uno scherzo, ma dovette ricredersi, nel vedere quello che per lui era l'ennesimo cadavere della sua carriera.

Tirò fuori dalla tasca il telefonino e chiamò immediatamente il Commissario Mariotti.

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