L'Ispettore, arrivato in ufficio, porse i reperti alla novellina e si preoccupò di posizionarsi alla scrivania, per cercare qualche informazione sui principali social. Indossò gli occhiali di cui aveva bisogno quando doveva stare al computer, si sistemò comodamente sulla sedia con schienale ergonomico, che puntualmente gli veniva sottratta da qualche collega e che era costretto a riprendersi dopo aver perlustrato tutti gli uffici, e cominciò a digitare il nome di Matilde sulla tastiera. Dietro di lui, Novelli lo fissava curiosa.
- Non hai niente di meglio da fare? Ti avevo dato dei reperti, se non sbaglio. - Disse Gemelli senza voltarsi.
- Li ho catalogati e consegnati al laboratorio, devo aspettare per poter avere informazioni dal telefonino. Pare sia bloccato e ci vorrà un po' prima che si riesca ad accedere ai dati in esso contenuto. Che faccio, ti aiuto? - Chiese mentre avvicinava la sedia a quella del suo collega. - Se continui a digitare così lentamente, l'assassino morirà di vecchiaia. Lascia fare a me. -
Gemelli dovette arrendersi all'evidenza: Nadia era come quelle dattilografe che spesso vedeva dentro ai tribunali, quando guardava qualche film in televisione, occhi sullo schermo e dita che si muovevano veloci e sicure tra i tasti alfanumerici.
Ne era quasi ipnotizzato. Ogni tanto lei gli faceva cenno, con uno schiocco di dita, di prendere i fogli appena usciti dalla stampante, spostava veloce la mano destra sul mouse e la riportava sulla tastiera, in un continuo movimento, quasi incantatore.
Quando ebbe finito tornò alla sua postazione e chiese all'Ispettore di porgerle i fogli ancora caldi.
- Allora Ispettore - disse sparpagliando in modo apparentemente casuale le carte sulla sua scrivania - qui c'è tutto quello che sono riuscita a trovare. Dati anagrafici, istruzione, carriera lavorativa, famiglia e amici. -
Gemelli prese il fascicolo riguardante le amicizie della ragazza, poiché pensò che non poteva essere venuta in vacanza da sola.
Tra i nomi che saltarono fuori c'erano quelli di chi aveva trascorso la notte appena passata, con la vittima.
- Qui dice che aveva un ragazzo. Dovremo cercare di rintracciarlo, sempre che sia qui anche lui. E una migliore amica, pare siano inseparabili da quando erano in fasce. Se ci dice bene, siamo già sulla buona strada! -
- Ho già provveduto a mandare un messaggio, via chat, alla sua amica chiedendole di contattarmi. E adesso, vista l'ora, io me ne andrei a pranzo. Mi fai compagnia? - Novelli prese lo zaino in tessuto denim che ben si abbinava al suo abbigliamento sportivo, lo mise in spalla e si diresse verso l'uscita.
Gemelli la seguì, non prima di aver riposto gli occhiali nella custodia e averli lasciati cadere con poca cura all'interno del secondo cassetto della sua scrivania. Diede una spinta per richiuderlo, afferrò il suo cappellino e andò a pranzare.
Fecero una passeggiata a piedi, nonostante fosse l'ora meno opportuna per fare una cosa del genere, ma ad entrambi sembrò la cosa migliore, visto che il ristorante in cui erano diretti, distava meno di un chilometro e il traffico intenso non accennava a diminuire.
Camminarono silenziosi, ciascuno probabilmente elaborava fantasiose teorie sul movente, ma senza il responso del medico legale e senza avere ulteriori dettagli si trovavano, ancora, ad un vicolo cieco.
L'Ispettore si premurò di entrare per primo all'interno del ristorante, da qualche parte aveva sentito dire che quando ci si trova in situazioni come quella, la galanteria doveva lasciare spazio all'istinto di protezione.
- Sei davvero un signore! - disse Nadia alla vista di quel gesto.
- Non ci capisci niente di galateo, Na'! - rispose Gemelli.
Si accomodarono in terrazza. Il locale era sviluppato su due piani: quello superiore ospitava i clienti abituali, i quali apprezzavano la qualità del cibo e la celerità del servizio, mentre quello inferiore, al quale si accedeva tramite una larga scala a chiocciola, era riservato a coloro che volevano godere della vista sul mare. Oltrepassato un arco in pietra arenaria, ci si trovava di fronte uno spettacolo da togliere il fiato: l'immenso blu dell'acqua e i riflessi del sole su di essa, qualche scoglio e la presenza di imbarcazioni al largo rendevano speciale anche un pasto frugale. Si accomodarono ad uno dei tavoli liberi, e attesero che qualcuno li raggiungesse per prendere le ordinazioni.
- Allora, cosa ne pensi? - Chiese l'Ispettore, guardandosi intorno alla ricerca di un cameriere.
- Non è cambiato nulla, da questa mattina. Non abbiamo ancora niente su cui lavorare e se la sua amica non chiama, dovremo inventarci qualcos'altro. - Nadia appariva sempre più perplessa.
- Che altro c'è? - sospirò il collega.
- Niente - scosse la testa - ho troppe domande alle quali vorrei trovare risposta. -
- Intanto pensiamo al pranzo, del resto ce ne occuperemo più tardi. -
*******
- Ma quando torna Matilde? - Giorgio continuava a guardare il suo telefono. Aveva provato a chiamarla, ma la voce metallica al di là dell'altoparlante continuava a ripetere che "non era raggiungibile".
- Sarà da Francesca, sono rimaste ad aspettare l'alba, forse stanno ancora dormendo... - fece Marco.
- Hai provato a chiamare Francy? - si intromise Federica.
- Dai, appena saranno abbastanza vigili, si faranno sentire. - Marco cercò di rassicurare l'amico.
Avevano appena finito di sciacquare i piatti nel lavandino, quando il telefono di Federica attirò l'attenzione di tutti, nella casa.
La casella di posta avvisava di un messaggio ricevuto.
[Devo ricaricare il telefono, ma ci vediamo al tramonto al solito chiosco. Avvisa gli altri. A dopo]
- Visto? - Disse Federica agitando il telefonino - Abbiamo appuntamento al chiosco, al calar del sole. Tutti quanti. -
- Sì, ma stasera non ci resto in questo posto, ho voglia di andare fuori... - Marco andò a sedersi sul divano e accese la tv per far passare il tempo.
Se non si aveva voglia di andare in spiaggia, a quell'ora del pomeriggio, non c'era molto da fare per passare il tempo.
Cala Marittima era una cittadina fin troppo tranquilla. Lo era a tal punto da non aver dato la minima importanza alla ormai defunta Matilde. Nessuna testata giornalistica, nè l'emittente televisiva locale si era premurata di dare la giusta attenzione all'accaduto. Quel gruppetto di amici la aveva scelta perché i prezzi degli affitti erano niente affatto alti e perché in pochi minuti di autostrada, potevano spostarsi nelle zone più alla moda, e assai più care, senza spendere una fortuna.
Giorgio trascorreva le vacanze in quel posto da tempo immemorabile, ne conosceva le strade, i locali, persino le zone di spiaggia meno affollate, o gli orari di apertura dei negozi. Era una guida esperta e i suoi amici lo ringraziarono per aver trovato quel villino per pochi spiccioli. Sapeva che i giorni compresi tra la notte di San Lorenzo e il Ferragosto erano i più frequentati e nelle vicinanze di Cala si poteva avere la fortuna di incontrare qualche calciatore o qualche personaggio famoso, a bordo del proprio yatch. E lui puntava a quello: farsi fotografare con qualche super modella! Ma fino a quel giorno, non ci era ancora riuscito.
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Yellow
Mystery / ThrillerLa notte di San Lorenzo. Una spiaggia. Una comitiva di amici. Uno di loro non vedrà l'alba!