Cap. 18

715 100 129
                                    

- Pensi che li tratterranno ancora a lungo? - Francesca stava riordinandosi i capelli davanti allo specchio del bagno. Era stata una vera impresa raggiungerlo, c'erano i resti del passaggio di Marco e Federica, che si erano preparati con quella che doveva essere stata una doccia di coppia. Infradito, bermuda e una maglietta erano sparsi per il pavimento; un paio di leggins, un top e delle scarpe da corsa completavano il senso di confusione.

- Non so. Pensi che sia il caso di telefonare loro? - Giorgio la raggiunse, le cinse la vita e le scostò i capelli per baciarle il collo. A quel gesto la ragazza si ritrasse.

- Smettila Giorgio! Mi hai lasciato un regalino l'altro giorno e Angelo se ne è accorto. Non darmi problemi che non ho nessuna voglia di affrontare. -

- Va bene! Va bene! - Giorgio si chinò con l'intenzione di raccogliere i vestiti, ma alla vista dei boxer di Marco si fermò di botto. - Ok! Questo è troppo! Le mutande di quello lì non le tocco! -

- Dai! Lascia che siano loro a sistemare le proprie cose. Ti va di uscire? -

*******

- Signor Landini, mi scusi per l'improvviso cambio di stanza, ma sa, il mio collega sta procedendo con il suo amico, e io cercherò di farle perdere meno tempo possibile. - Nadia si sedette di fronte al ragazzo.

Nadia aveva i nervi a fior di pelle, non riusciva a capire perché quegli strani ragazzi continuassero a mentire e poi ammettere tutto quello  che lei e i colleghi avevano scoperto. Di solito, pensava, si mente solo se si ha qualcosa da nascondere. Voleva davvero scoprire chi aveva ammazzato Matilde e il motivo per cui lo aveva fatto. Una vocina le suggeriva di puntare tutto quello  che aveva sugli "amici". Scosse la testa al solo pensiero di non riuscire a trovare nulla per incastrarli, ma sapeva che c'era qualcosa che le sfuggiva ed era intenzionata a trovare il filo conduttore.

- Bene, pare che sia il mio turno. Cosa vuole sapere? - Marco sorrise. A Nadia non sembrava affatto nervoso, né intimidito o preoccupato. Solo due tipologie di persone riuscivano a essere così calme: gli innocenti o i sociopatici.

- Landini, mi parli della sua serata, l'ultima trascorsa con Matilde. Cosa successe quella sera, ha notato nulla di strano? -

- Vede Commissario... -

- Non sono un Commissario! - Nadia si premurò di interromperlo.

- Mi scusi, Ispettore! -

- Non sono neanche Ispettore! Andiamo avanti, Landini. Non ho tutto il pomeriggio... - Adesso stava per spazientirsi.

- Come vuole lei, Signora. Vede, le ragazze si erano fissate su questa cosa dell'alba, delle stelle e tutto il resto, ma per me era solo l'ennesima uscita utile a bere senza dare nell'occhio. Insomma, quella sera erano tutti brilli, e non importava a nessuno! Devo ammettere di non avere ricordi nitidi, se mi soffermo a pensarci, ma avevo bevuto, e non poco. Poi io, a differenza di Giorgio, ho una soglia di sobrietà alquanto bassa. So soltanto che prima ero in spiaggia e subito dopo mi sono svegliato nel mio letto. Mi dispiace, ma non ricordo davvero niente! Potete chiedere a Federica, lei non ha bevuto, non lo fa mai! -

Nadia appuntava tutto quello che le veniva raccontato dal ragazzo.

- E ieri mattina invece? Cosa ha fatto? -

- Ho dormito. Mi ha svegliato la mia ragazza, era tornata dalla sua corsa e come al solito era andata a farsi una doccia e uno shampoo. È sempre un risveglio schifoso quando senti solo il rumore dell'asciugacapelli. Ad ogni modo, ho bevuto un caffè e poi Federica mi ha detto che dovevamo andare a pranzare a casa di Francesca, così a mezzogiorno ho svegliato Giorgio e siamo andati a mangiare. -

- Bene, Landini. Adesso mi dica se riconosce questo ragazzo. - Novelli gli mostrò la foto di Alessio.

- Certo, è il fratello di Angelo. È ricoverato in un centro di igiene mentale, non lo vedo da molto tempo. Mi pare che gli abbiano proibito di ricevere visite. Sa, lui e mia sorella sono coetanei, erano in classe insieme, alle medie e a volte capitava che facessero i compiti a casa nostra, ma poi crescendo non hanno avuto più nulla da spartire. Quando morì la madre, lui e Angelo si occuparono del funerale, anche se fu quest'ultimo a contattare le pompe funebri e ad occuparsi di tutto quanto, perché Alessio non era in grado di gestire rapporti interpersonali, e già allora aveva avuto modo di restare in clinica per qualche tempo. I medici gli avevano consigliato di restare in un ambiente familiare ma poi la tragedia della madre lo fece crollare del tutto. Ma, cosa c'entra Alessio? -

- Non le è dato saperlo. Ho bisogno di sapere invece se Matilde le aveva chiesto nulla a riguardo di Alessio. -

- In che senso? - Il ragazzo era davvero confuso.

- Voglio sapere se la sua amica le ha mai chiesto nulla, e se lei le ha rivelato queste informazioni. -

- No, non mi ha mai chiesto niente. Girava voce che cercasse un ragazzo... Aspetti un attimo... Lei sta dicendo che il ragazzo di cui continuava a chiedere informazioni era Alessio? -

- Cosa intende? -

- Vede, Signora, non so davvero come dirle che... Sì insomma... Alessio e Matilde stavano insieme... -

- Come scusi? - Il viso di Nadia non lasciava spazio a fraintendimenti, era sbigottita da quella notizia. Come era possibile che lui e il ragazzo che stava cercando fossero la stessa persona? Come era possibile che i due fossero stati insieme? E come aveva fatto Matilde a non capire con chi aveva a che fare? Troppe domande a cui non seppe dare una risposta.

Si alzò fulminea dalla sedia e si diresse alla porta, la aprì e disse ad un agente di stare di guardia mentre lei raggiungeva Gemelli.

Arrivata a destinazione si fiondò dietro la scrivania impose la propria presenza sbattendo entrambe le mani sul tavolo e dopo aver fissato per qualche istante il ragazzo, lo apostrofò.

- Allora, Signor Guidi, come mai continua a prenderci in giro? Le sembra che il nostro non sia un lavoro meritevole di rispetto? O crede che, trovandoci in un paesino costiero che vive di turismo nei mesi estivi, non siamo in grado di svolgere con attenzione le nostre mansioni? -

Gemelli non capiva l'improvviso scatto di nervi della collega.

- Novelli, ma cosa ti prende? Stai bene? -

- Oh, caro il mio Ispettore! Così preso dal tuo ruolo da non vedere cosa ti si para davanti... Cosa hai scoperto in mia assenza? -

- Non mi pare sia il caso di parlarne qui, non credi? - Gemelli cercò di calmare Nadia, le si avvicinò, poggiandole le mani sulle esili spalle e con tutta la gentilezza di cui era capace la accompagnò fuori dal suo ufficio.

- Ma cosa ti prende? Non ti riconosco, Nadia. -

- Mi prende che non li sopporto più! Nascondono tutto! Tutto! E detesto che mi si prenda in giro in questo modo... -

- Ma di cosa parli? Cosa hai scoperto? - Gemelli non riusciva a calmarla.

- Quella povera ragazza... Aveva capito chi aveva ucciso la sorella, ma in realtà non lo sapeva! -

- Come? Non capisco, Nadia. Per favore, prova a fare un lungo respiro e raccontami tutto. -

- Ora comincio a mettere insieme tutto quanto. Quella sera, era tutto già definito. Non me ho le prove, ma stai pur certo che le troverò. -

- Ok, continuo a non capire... -

- Andiamo, Ispettore! Matilde cercava informazioni su Alessio, ma quando ancora non ne conosceva l'identità, ci stava insieme! Capisci ora? -

- No. Mi dispiace, ma mi confondi. -

- Senti, devo controllare una cosa. Torna dal signor Guidi, se quel che penso è esatto, abbiamo risolto il caso. -

Gemelli era sconvolto dell'atteggiamento della collega, ma sapeva che era determinata a venirne a capo. La vide dirigersi nell'ufficio di Mariotti, e solo quando ebbe chiuso la porta dietro di sé tornò dal suo sospettato.

YellowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora