Epilogo

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- E per oggi direi che possiamo tornarcene a casa! - Gemelli premette il pulsante di stampa sullo schermo del suo computer appena finito di stilare il rapporto della giornata. Angelo e Federica erano stati presi in custodia e dovevano rispondere dell'omicidio di Matilde e del barista. Dopo la confessione venne fuori che il signor Guidi serbava rancore verso la ragazza da tredici anni. La riteneva colpevole delle sue vicessitudini: se quel pomeriggio fosse stata in giardino, Maddalena non sarebbe caduta dal ponte, suo fratello non l'avrebbe abbandonato, e insieme avrebbero potuto dar vita alle macabre fantasie che popolavano la loro mente. Per tutta la sera aveva continuato a ripetere una sola frase: "Io dovevo giocare con lei!". Che puntasse ad una strana forma di incapacità di intendere e volere? In ogni caso, non era lui a doversene occupare.

Aveva altro per la testa.

Gemelli rimase ad aspettare che la collega lo raggiungesse nell'atrio del Commissariato.

- Andiamo? - Chiese quando la vide arrivare. - Sei pronta ad assaporare il miglior pollo della tua vita? -

Nadia lo guardò, scosse la testa e sorrise. Avrebbe voluto rispondergli che non era esattamente quello il volatile a cui stava pensando, ma tenne quel pensiero per sè.

- Certo! Spero che sia all'altezza delle mie aspettative. Non vorrai deludermi proprio adesso, vero? -

L'Ispettore corrugò la fronte, alzò un sopracciglio e si diresse alla macchina.

La signora Giulia se ne stava alla finestra, in attesa di veder rientrare il vicino che, oltrepassato il vialetto diede un colpo al clacson per affermare la sua presenza.

Non appena lo vide, andò ad aprire la porta, e, senza neppure farlo accomodare gli consegnò una teglia rettangolare da dodici porzioni, coperta con della carta alluminio e avvolta da una tovaglia da tavolo annodata in cima, come un fagotto.

- Tenga Ispettore! L'ho tenuto in caldo! Ma per sicurezza, io lo rimetterei in forno, a duecento gradi ventilato per otto/dieci minuti. -

- Grazie Giulia! Certo, mi ricordo! Domani le rendo tutto, come sempre. -

- Così le patate restano croccanti... -

Gemelli prese il suo cibo "take away" e tornò da Novelli che nel frattempo era andata ad accendere il forno, come suggerito dal collega durante il tragitto.

Una volta sistemato il pollo, Nadia andò a sedersi sul divano, mentre il padrone di casa cercava da bere.

- Non saranno alla giusta temperatura, ma ho messo le birre in freezer poco fa. -

L'uomo ne prese due, le stappò e ne porse una alla donna, sedendosi accanto a lei.

- Hai avuto le giuste intuizioni fin dall'inizio, devo ammetterlo. Cercare nel passato di quella povera ragazza, fare attenzione ai minimi dettagli, puntare tutto sugli amici... Sei stata davvero brava! -

- Grazie! Sono contenta di aver chiuso il caso, ma non ce l'avrei fatta senza il tuo aiuto. - Nadia bevve un sorso e poi continuò. - C'è solo una cosa che non mi torna, Ispettore : quando hai avuto il tempo di far vedere alla signora Giulia la foto di Federica per confermare che fosse lei la ragazza vestita di giallo? -

- Oh quello... Non l'ho fatto! Me lo sono inventato. In fondo, avevo puntato tutto su una loro confessione e così è stato. Ho provato a bluffare e ci sono riuscito. Cosa vuoi che ti dica? Sono bravo! Quei cinque mi avevano stancato e dalle dichiarazioni ascoltate, lei era l'unica che avrebbe potuto farlo. E poi c'era il movente: Federica, il cui padre era direttore del centro in cui Alessio era rinchiuso, nutriva una profonda venerazione nei confronti del ragazzo e andava a trovarlo spesso, anche due o tre volte a settimana. Ho dedotto che avesse offerto il suo aiuto al fratello per cercare di entrare nelle sue grazie... Ma forse è stata solo fortuna! -

- Beh, la fortuna credo sia tutt'altra cosa. - Novelli si alzò per andare a controllare che la cena non stesse bruciando. - Apparecchiamo? -

*******

- La signora Giulia non si smentisce mai! Il pollo era davvero buono. Dovrebbe aprire un locale e mettersi ai fornelli. Farebbe un sacco di soldi -

Novelli aveva ripulito il piatto mangiando fin quasi a scoppiare, e aveva provato a  prendere tempo proponendo di lavare i piatti.

- Non occorre, Na'. Appena mi riprendo, metto in ordine! Una santa! Quella donna è una santa! Avevo ragione, no? Il suo è il miglior pollo di tutta Cala! -

- Sì, non posso darti torto. - Nadia si diresse alle scale che portavano al piano di sopra. - Il bagno è da questa parte, giusto? -

- Se hai bisogno di lavarti le mani, puoi usare la lavanderia... -

- Ispettore... Hai la memoria corta! Non ricordi il programma per la mia serata? -

Gemelli ripensò alle parole della collega, in terrazzo "Ho bisogno di tornarmene a casa mia, fare una doccia, rilassarmi e andare a letto."

- Certo, come dimenticarmene... -

Stava per continuare ma venne interrotto dalla voce di Nadia.

- Allora? Vuoi venire, o no? -

*******

Il cielo cominciava a rischiararsi e il sole stava per sorgere, quando Gemelli aprì gli occhi.

Lì, sdraiata accanto a lui, Nadia dormiva serenamente. Non ricordava che fosse così bella... Rimase fermo qualche istante a fissarla: un ciuffo di capelli le copriva la fronte e le corte ciocche ricadevano scompigliate sul cuscino, mentre le sue forme emergevano sotto le lenzuola.

L'Ispettore non poté non pensare alla notte appena trascorsa senza sorridere.

"Non fare il ragazzino" si disse "è stato solo  sesso... O forse no?"

Si alzò dal letto, prese una sigaretta dal pacchetto sul comodino e uscì fuori, in balcone.

Stava per tornare dentro a prendere l'accendino, quando si voltò e la vide: in piedi, sorridente, coperta dal primo raggio di sole del mattino...

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