Cap. 20

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Mariotti aveva appena finito di parlare con Novelli, aveva ascoltato tutte le ipotesi, dedotto quel che c'era da dedurre e provato a fare luce sulla faccenda. Se la donna aveva ragione, doveva convocare i cinque ragazzi al più presto, metterli tutti nella stessa stanza e accusare il colpevole. Il Commissario ordinò di andare a prelevare il signor Suvano e la signorina Melsa. Per non attirare l'attenzione dei cittadini e dei giornali che, con fatica, aveva tenuto lontano, decise di mandare Nadia in tenuta non ufficiale: lei conosceva Francesca e sperava di non destare sospetti per quel suo gesto.

Come accordato, Novelli lasciò il suo ufficio e si diresse a casa della ragazza ma, nonostante avesse bussato più volte, non ricevette alcuna risposta. Così prese il telefono e la chiamò, chiedendole di rintracciare il suo amico Giorgio e di incontrarsi il più presto possibile al Commissariato.

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Gemelli aveva lasciato Angelo libero di raggiungere gli amici in terrazzo, nell'attesa che anche gli altri due fossero presenti. Dopo poco meno di mezz'ora, Francesca e Giorgio fecero il loro ingresso nell'ufficio di Nadia, la quale li condusse nella saletta degli interrogatori.

Mariotti, seguito da Gemelli e dai restanti indiziati si accomodò, in attesa che Novelli desse inizio alle danze.

I cinque ragazzi se ne stavano in silenzio, guardandosi intorno, curiosi di sapere dove volessero andare a parare i poliziotti. Tra di loro si celava il colpevole dell'omicidio di Matilde, e con un po' di astuzia, l'Ispettore e la collega lo avrebbero fatto parlare.

- Signori - il Commissario prese la parola per primo alzandosi e cominciando a passeggiare avanti e indietro - siete stati convocati qui per far luce sull'orribile dipartita della vostra amica. Ammetto che l'assassino è stato abile a confonderci, e i miei sottoposti qui presenti hanno dovuto faticare non poco per districare la matassa che abilmente siete riusciti a intrecciare. Forse pensavate che qui, in un paesino marittimo, non fossimo capaci di scoprire il colpevole, ma, lasciatemelo dire, avete sbagliato! Il corpo, abbandonato sulla spiaggia, avrebbe dovuto depistarci, facendoci pensare ad un incidente, magari causato dal primo ubriaco di passaggio. Oppure volevate farci credere che non ci fosse premeditazione in quel gesto lasciando gli effetti personali di Matilde a pochi passi dal luogo di ritrovamento del cadavere. Ma non voglio annoiarvi ulteriormente, passo la parola all'Ispettore Gemelli. -

Mariotti si sedette di fronte ai ragazzi, allungò le braccia sulla scrivania intrecciando le dita e ascoltando con attenzione.

- Sapete, sono stato io il fortunato vincitore di un biglietto in prima fila per lo spettacolo che avete architettato. Quando ho preso la chiamata, pensavo ad uno scherzo. In fondo chi sarebbe così stupido da uccidere qualcuno e lasciarlo in bella mostra? Così il primo pensiero che feci fu che si doveva trattare per forza di un incidente, ma grazie alle intuizioni del medico legale, e dalle conferme ricevute in seguito all'autopsia, ho dovuto ricredermi. Non si trattava del passatempo del buontempone di turno, ma avevamo a che fare con un omicidio in piena regola. La prima cosa da fare era identificare la vittima, e grazie al vostro genio, non è stato difficile, visto che la borsa di Matilde era in spiaggia. Ma concentriamoci sul movente: chi avrebbe voluto la morte di una ragazza venuta in vacanza? Questo è un piccolo centro, e solo i proprietari delle case messe in affitto sono a conoscenza degli affittuari e per ovvie ragioni abbiamo escluso che una coppia di persone per bene fosse implicata nel fattaccio. Ma torniamo a noi. Tra le domande che hanno pervaso la nostra mente, una in particolare ci ha portato a dubitare di voi cinque: chi sapeva che Matilde sarebbe rimasta in spiaggia fino all'alba? -

- Andiamo! Vuole davvero tirarla per le lunghe, Ispettore? - Angelo interruppe Gemelli ma venne subito zittito da Federica, seduta accanto a lui.

- Dai! Non mettergli fretta se avesse voluto accusare uno di noi, lo avrebbe già fatto, non credi? Lascialo parlare! -

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