Cap. 7

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- Sai, penso che dovrei provare a cercarmi una distrazione... - Angelo se ne stava sdraiato a fissare il soffitto.

- In vacanza? Hai pensato a qualcosa in particolare? -

- Potrei fare l'aiutante bagnino... -

- Già è abbastanza strano che tu decida di passare le notti a studiare, quando invece dovremmo divertirci e spassarcela a più non posso... Se poi ci aggiungi pure questo... - Francesca continuava a spostarsi, in giro per l'appartamento alla ricerca di un segnale decente che le permettesse di connettersi a internet. Voleva postare le foto scattate il giorno prima, sul suo profilo, ma per farlo doveva assicurarsi di avere la giusta ricezione.

- In bagno! - le urlò Angelo, per farsi sentire.

- Cosa? - Lo raggiunse.

- Se ti metti seduta sulla tazza, apri la finestra e tiri fuori il braccio, riesci a trovare la connessione migliore a cui tu possa aspirare in questo posto. -

Francesca seguì le istruzioni alla lettera e non appena ebbe effettuato l'accesso al suo account, il suo telefono venne inondato di messaggi, tutti di amici, tranne uno. "È una richiesta di amicizia?" pensò tra sé e sé, aprì la casella della chat e per poco non rimase impietrita.

Salve Francesca, ho urgente bisogno di contattarla.
Riguarda la sua amica Matilde.
La prego di rispondere al più presto a questo messaggio.
La ringrazio per la collaborazione, Nadia

La giovane donna non capiva se si trattasse di uno stupido scherzo o di una strana verità.

Prima di tutto provò a chiamare Mat, ma il messaggio di risposta dell'operatore le ricordava che il telefono era spento, così, caricabatteria al seguito, ritornò in camera, si sedette sul letto e telefonò a Giorgio.

- Pronto... - la voce roca dell'amico faceva intendere che stesse dormendo, o quantomeno riposando.

- Giorgio, mi passi Matilde? -

- Non è ancora arrivata, appena torna ti faccio richiamare. - rispose.

- Quanto pensi che ci vorrà? -

- E cosa ne so? Dimmelo tu! Siete state insieme fino ad ora e ancora non ne hai avuto abbastanza? -

- Cosa? Io l'ho lasciata in spiaggia, all'alba, pensavo fosse con te... -

Francesca sentì un nodo in gola, farsi sempre più grosso. Ripensò allo strano messaggio ricevuto e chiuse il telefono senza aspettare che Giorgio avesse il tempo di ribattere.

Nella sua mente cominciarono a prospettarsi i pensieri più strani.

Dove era la sua amica?

Perché aveva il cellulare spento?

Dove aveva trascorso il resto della mattina?

E quello strano messaggio, di chi era?

Tornò in bagno, e aprì la casella della chat.

Non ho ricezione, può richiamarmi a questo numero? 3454180956. Francy

*******

Dopo aver trascorso il pomeriggio ad analizzare i fogli stampati prima di pranzo, l'Ispettore venne convocato dal Commissario.

Si alzò di malavoglia e si diresse nell'ufficio del suo superiore. Bussò alla porta e attese pochi istanti, prima di essere ricevuto.

Quando entrò nella stanza, Mariotti stava parlando al telefono.

- Ho capito, grazie. Manderò qualcuno a prendere il referto. - Gli fece cenno di accomodarsi.

Gemelli si sedette di fronte alla grande scrivania.

- Voleva vedermi? - Domandò.

- Sì, abbiamo rintracciato i famigliari della vittima. Dovrebbero arrivare in commissariato domani mattina. Tu cosa hai scoperto? -

- Non molto: era qui in vacanza con una sua amica, il ragazzo e chissà chi altro... - cominciò a spiegare - Novelli ha contattato la sua migliore amica e ha appuntamento con lei in questo momento, per conoscere gli ultimi movimenti della morta... -

- Ispettore! Della morta? Abbia un po' di rispetto! - Lo rimproverò.

- Comunque, a quanto pare, aveva una sorella, morta a causa di un tragico incidente 13 anni fa, proprio la notte del dieci agosto. A me non sembra casuale, vorrei scavare più a fondo. Magari comincerei col parlare con i genitori. - Disse porgendo i documenti al Commissario.

- Hanno chiamato dall'obitorio, il medico legale ha appena finito di redigere il verbale sul decesso, devi andare a prenderlo. -

- Posso andare, allora? - Chiese alzandosi. E al cenno di consenso di Mariotti, guadagnò l'uscita.

Il Dottor Arnao aspettava, annoiato, che qualcuno lo raggiungesse, quando Gemelli piombò nel suo ufficio.

Il posto lo inquietava non poco e tutte le volte, prima di varcare la soglia, un po' per abitudine e un po' per scaramanzia, si faceva il segno della croce con la mano destra mentre con la sinistra si dava una grattatina alle palle. "Non si sa mai!" Pensava tra sé e sé.

- Forza Ispettore! Qui non muore nessuno, anzi! Ringrazi il cielo di essere entrato con le sue gambe, piuttosto che sdraiato con un cartellino legato all'alluce. - Arnao lo schernì e lo fece accomodare.

- Faccia poco lo spiritoso Dottore, e mi dica, piuttosto, cosa ha scoperto. -

- Quanta fretta! - Disse aprendo il fascicolo. - La vittima è morta per asfissia. Dopo un attento esame, vista l'assenza di acqua nei polmoni, l'integrità dello ioide e analizzati i segni sul collo posso dire che l'assassino ha provveduto a coprirle il volto con un sacchetto e che lo ha stretto fino al decesso. Le unghie rovinate e i residui sulle scarpe mi hanno portato a pensare che l'aggressore fosse alle sue spalle e che lei abbia cercato di liberarsi, senza riuscirci, scalciando, fino ad esalare l'ultimo respiro. La marea ha fatto il resto. -

- Non ci sono tracce dell'uomo? Fibre, capelli, quelle cose che trovate nascoste nei punti più impensabili? -

- No. Niente di niente. È stato bravo. Sempre che si tratti di un uomo... - disse scuotendo la testa.

- Ci sono tracce di aggressione sessuale? Era stata drogata? -

- No, nessun rapporto prima di morire, né dopo. Solo una misera quantità di alcol, ma sotto i limiti consentiti dalla legge. -

- Grazie, Dottore. - Gemelli si alzò, prese in consegna il responso e si diresse verso l'uscita.

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