Cap. 16

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Non appena finì di pranzare l'Ispettore si diresse alla macchinetta del caffè, inserì le monete e attese che il bicchierino fosse riempito con un liquido che sul distributore veniva riportato come espresso ma che in realtà era ben lontano dall'esserlo. Ne prese uno anche per la collega. Quando la raggiunse Nadia era al telefono, Gemelli rimase in silenzio, posò il caffè sulla scrivania e la lasciò terminare le chiamate.

Decise di prendere aria recandosi nel piccolo terrazzo attrezzato per i fumatori, infilò una mano in tasca e tirò fuori il suo pacchetto di Marlboro rosse. A quell'ora del pomeriggio il caldo era insopportabile, ma aveva bisogno di distrarsi e allontanare i pensieri perversi che continuava a fare su Novelli. Andò a sedersi sull'unica panca in legno che si trovava in ombra, avvicinò a sé il posacenere comune e si accese una sigaretta. Dopo un paio di tiri cominciò a tossire e in quello stesso momento Nadia lo raggiunse.

- Ehi, Capo! Sei messo proprio male! - Sorrise.

- Lascia stare, va! Che ci fai qui fuori, non eri al telefono? -

- Ho pensato che ti sentissi solo e che volessi compagnia... -

Gemelli la guardò meglio: era davvero carina. Era uscito per togliersela dalla mente e invece la cosa non stava funzionando affatto. Lei gli tolse la sigaretta dalla mani, la portò alla bocca e dopo un paio di tiri gliela restituì.

- A che ora arrivano quei tre? - Chiese cercando di non pensare al fatto che la labbra della collega avevano toccato il filtro.

- Tra un'ora. Non so quanto tempo ci vorrà per riuscire a parlare con tutti, ho voluto giocare d'anticipo. E poi, non ho nessuna intenzione di passare anche la serata qui. Ho bisogno di tornarmene a casa mia, fare una doccia, rilassarmi e andare a letto. -

- Senza cena? -

- Come scusa? -

- Hai scordato di menzionare la cena. Non si va a letto a digiuno, si rischia di dormire male. -

- Mi inventerò qualcosa. Io non ho nessuna vicina che mi prepara la pizza... -

- Posso chiedere a Giulia di cucinare qualcosa. Quella lì fa un pollo al forno con le patate da fare invidia al miglior venditore di tutta Cala. -

- Non è necessario, davvero... -

- Ormai è deciso. Ora la chiamo e stasera mi darai ragione. -

Dopo aver lasciato il mozzicone ormai consumato nel posacenere, si alzarono dalla panca decisi a rientrare. L'Ispettore non poté fare a meno di guardarle il fondoschiena: "Gran bel culo!" Pensò fissando i fianchi della donna.

*******

Di ritorno al villino Angelo ricevette la telefonata di Novelli che lo convocava in Commissariato di lì a un'ora.

- Cosa vogliono da te? - Francesca aveva appena aperto il miscelatore della doccia, ma lo richiuse e raggiunse il ragazzo per ascoltare cosa aveva da dire.

- Cosa vuoi che ne sappia, io? - Rispose usando un tono troppo brusco - A te cosa hanno chiesto? -

- Hanno solo fatto domande sulla sera del dieci e su ieri mattina. Ma non ho capito perchè volevano sapere di ieri... Comunque ho risposto, ho firmato la deposizione e poi hanno fatto lo stesso con Giorgio. Non ci vorrà molto, vedrai. -

- Sei sicura? Perché voi ci avete messo un sacco di tempo a rientrare, stamattina... -

- Sì, ehm... Forse mi sarà sfuggita la cognizione del tempo... O forse c'è voluto di più di quanto ricordi... Non so... Ehm, visto che devi uscire, vuoi farla tu la doccia per primo? - Francesca era terribilmente a disagio: Angelo sospettava qualcosa? E come mai aveva puntualizzato l'orario di ritorno alla villa? Qualcosa non le quadrava, ma non voleva attirare l'attenzione su di lei e su Giorgio.

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