12/06/16

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Io e lui ci scrivemmo ancora e decidemmo di rivederci con la scusa di dovergli restituire la felpa. Venne in motorino fino al paesino dove abitavo. Passammo la maggior parte del tempo a chiacchierare. Dopo un paio di imprevisti con i suoi amici (che per fortuna vennero "risolti") decisi di poterlo nel mio posticino dove vado per pensare o semplicemente per starmene un po' da sola in pace. Si tratta di un torrente isolato da tutti. Lì tirò di nuovo fuori il discorso del fatto che poteva sparire e parlandone non riuscii a trattenere di nuovo le lacrime. Era un'ora piena che le trattenevo e mi era venuto un nodo in gola pazzesco. Sentivo proprio il dolore che me la attraversava e dopo un po' cedetti. Non volevo proprio piangere, volevo sembrare forte, per non so quale motivo. Lui, dispiaciuto, mi fece le coccole tutto il tempo. Mentre stavamo abbracciati mi sentivo così in pace, era davvero stupendo. Ci sdraiammo su una grossa pietra e continuò a farmi le coccole. Mi diede anche dei baci sulla guancia. Sinceramente in quel momento mi era anche venuto da baciarlo, ma non sulla guancia, sulle labbra. Lo volevo fare ma non ero sicura di molte cose. Infondo era la terza volta che lo vedevo. Nessuno mi aveva mai fatto questo effetto.
Dopo un po' era giunta l'ora di tornare a casa. Lo accompagnai a metà strada tra casa mia e dove aveva parcheggiato il motorino. Non volevo lasciarlo andare via, volevo che restasse lì con me, che quei pochi minuti che ci rimanevano non finissero mai, ma purtroppo io dovetti tornare a casa. Avevo paura che da quel giorno non lo avrei più rivisto. Feci per ridargli la felpa, ma lui insistette perché me la tenessi. Se non lo avrei più rivisto non volevo avere un qualcosa di così significativo che me lo ricordasse. Pensai che se lui avrebbe deciso di sparire ci sarei stata solo ancora più male nel vedere la sua felpa, ma alla fine rimase a me.
Tornai a casa in lacrime. Passai il resto del tempo a pensare a lui e a quello che mi stava succedendo. Era come se dipendessi da quella persona. Era strano.
Messaggiammo ancora un po'. Dopo un po' mi chiese: "come stai ora?". Io ovviamente stavo di merda e glielo scrissi. Così, dopo poco, sentii il rumore di un motorino sotto casa mia. Mi affacciai e lui era lì. Così scesi da lui e gli chiesi con aria stupita: "perché sei qui?" E la sua risposta è stata fantastica: "sono qui perché non volevo farti andare a dormire con le lacrime agli occhi ma con il sorriso"
Io non ci credevo che davvero era venuto da me solo per questo. Davvero mi aveva stupita. Nessuno aveva mai fatto una cosa così per me!
Non sapevo che dire, mi limitavo solo a far spuntare un sorriso, ma di quelli spontanei e veri. Era da tanto che non sorridevo così. Prima che tornasse a casa mi promise che ci saremo rivisti. Così ci danno appuntamento martedì in città. Ero davvero felice e posso dire che si, quella sera sono andata a letto con il mio vero sorriso.

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