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Sentii qualcuno accovacciarsi vicino a me. <Stai bene?>mi chiese la dolce voce maschile di un ragazzo. Mi sembrava lontanamente familiare,mi sembrava di averla già sentita.<Si. Mi fa solo un pó male la testa per la botta,ma sto bene.> <meno male.>disse. Mi prese le mani e mi aiutó ad alzarmi. <grazie.>dissi con un leggero e timido sorriso. <Ti sono caduti questi.> disse. Sicuramente si riferiva ai miei spartiti. Sentii che iniziò a raccoglierli.<tranquillo,faccio io> Mi abbassai e iniziai a cercare a tentoni tutti i fogli caduti. Passarono dei minuti. Dopo un pó per sbaglio,mentre afferravo uno spartito,misi la mia mano sulla sua. In quel momento una violenta  scossa mi avvampó in tutto il corpo,mi invase. Sentii lo stomaco muoversi velocemente e il cuore mi arrivò in gola. Mi affrettai a spostarla. <Scusami>dissi imbarazzata. <Tranquilla.>. Continuai a raccogliere i fogli quando fu lui a prendermi la mano<ma tu sei ceca.>esclamò con una voce malinconica. Splancai gli occhi dallo stupore:come aveva fatto a capirlo? Nessuno se n'era mai accorto da solo,ero sempre io a dirlo. Come aveva fatto? <C-come lo sai?>chiesi. <É facile da capire. Ho notato che non batti le palpebre molto spesso e che Non muovi le pupille. Hai lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,il nulla e....quando ti sei accovacciata a raccogliere i fogli hai iniziato a toccare a tentoni il terreno.> <wow,complimenti. Sei intuitivo.> <grazie>disse. Aveva una voce molto dolce. Trasmetteva tranquillità e gioia solo al sentirlo. <questi sono tuoi.>disse. Mi prese la mano e mi mise dentro dei fogli:i miei spartiti. <suoni il pianoforte?>mi chiese stupefatto. <Si.> <cavolo,sei...formidabile. Insomma,come...come diavolo fai a suonare senza vedere dove metti le mani.> <beh,é una storia lunga..> <oh scusami,non volevo essere invadente.> <no tranquillo,non mi da fastidio.> <come ti chiami?>mi chiese. <Alessia,Alessia Hemez,e...tu?> <Zane Andrwyus(si legge "endrius").> Zane,che nome meraviglioso. In un momento, un profondo vuoto s'invaghì di me. Zane,era il nome del fratellino che mia mamma portava in grembo quando é avvenuto l'incidente. <mi dispiace.>mi disse con voce sottile. <cosa ti dispiace?> <mi dispiace per...tuo fratello.>Ma che? Ma-ma.....questo qui chi é? Come cazzo fa a capire a cosa penso? <Mi spieghi come cazzo fai?> <beh,come hai detto tu sono molto intuitivo e comunque....si capiva. Non so perché ma....mi esce così facile capire a cosa pensi,sei un libro aperto.>disse e dal tono della voce intuii che stava sorridendo. Mi feci scappare un sorriso timido e veloce,,ma non vi credevo molto:per quanto uno possa essere intuitivo non può arrivare fino a questo punto. C'era qualcosa sotto. Qualcosa che non sapevo. Va bene il fatto del capire che sono ceca perché.....andiamo,é facilissimo capire sue una persona é ceca,é questione di dettagli,ma arrivare addirittura a capire che mi ero rattristita perché il suo nome era quello che aveva il fratellino che mia mamma portava in grembo e che un dannato incidente mi ha portato via no,non é possibile. Non si può arrivare a questo punto. Rimasi con lo sguardo puntato su di lui per minuti. <Dimmi la verità.>dissi impassibile. <La verità? Di che parli?>chiese. <Smettila Zane. Chi sei? Come mi conosci?>chiesi. Ormai era palese il fatto che mi conoscesse. Cacciò una silenziosa risata profonda.<che hai da ridere?> <sapevo che avresti capito tutto. Mio padre però non mi ascolta mai> <che significa? Di che parli?>dissi. <Vuoi la verità?>
<no,voglio sentirmi dire delle grandissime cazzate. Ma che cazzo di domande,é ovvio che voglio sapere la verità>okey,sto esagerando.  <scusami,mi sono rivolta malissimo,non volevo essere maleducata é solo che....quando torno dal cimitero é sempre così. Diventò nervosa e suscettibile,mi dispiace io non vol..>non mi fece finire la frase che disse. <Ehi, tranquilla,io sono che non sei così,ti conosco benissimo. Dev'essere difficile e dolorosa la tua vita.> <beh,se vogliamo definirla "vita" allora diciamo di si.>dissi tentando un sorriso che mi uscì molto sforzato. Sorrise(o almeno lo sentii sorridere,non che lo abbia visto,parliamoci chiaro) <ti accompagno a casa,ti spiego tutto lì> <tu sai dove abito?>chiesi scettica. <Si.>rispose divertito. Mi prese la mano e mi accompagnò a casa. Aprii la porta,entrammo e andammo in camera mia. Mi aiutó a salire la scale e lo feci accomodare sul mio letto. Mi sedetti affianco a lui,aspettando che iniziasse a parlare. <Allora?>chiesi. Fece un respiro profondo e iniziò. <bene,prima di tutto,ti ricordi del dottor Jeffrey?> <si,Arthur Jeffrey Andrwyus.É il medico che mi ha operata al cervello dopo l'incidente.> <esatto.> smise di parlare come se volesse darmi tempo dir riflettere e di arrivare da sola alla conclusione. <Tu,tu sei...suo figlio?>chiesi insicura. <Si. Brava. Allora,quel giorno mio padre non aveva il turno di notte e non c'era in ospedale. Verso le 2 (di notte)circa,qualcuno lo chiamó al telefono e gli disse di venire in fretta in clinica perché una ragazza di 15 anni aveva avuto un grave incidente d'auto e stava morendo. Mio padre si affrettó a vestirsi,e andò in ospedale. Insistestti per andare con lui,dopotutto non ero piccolo,avevo 16 anni,così salimmo in macchina e partimmo. Quando arrivammo ci indicarono la stanza in cui stava questa ragazza. Aveva il viso ricoperto di sangue. Diversi tagli profondi su tutto il corpo,ma la cosa più grave era che...aveva un'emorraggia interna al cervello. Ti operarono urgentemente. L'intervento era molto rischioso e le probabilità di sopravvivere erano pari a due su dieci. Per fortuna,andó bene ma per salvarti la vita,i medici e mio padre dovettero toccare una zona particolare del cervello,è questo significava  che tu saresti rimasta ceca. Rimansesti in coma per circa cinque giorni. Quando venni a sapere che la tua famiglia era morta e che saresti anche diventata ceca,il cuore mi si spezzó. Speravo che tu ti risvegliassi presto,avevo paura che morissi. Così,durante quei cinque giorni,rimanevo con te. Ti stringevo la mano e ti parlavo. Ricordo che il quinto giorno,mio padre disse che probabilmente non ce l'avresti fatta,il battito cardiaco era sempre più lento e non ti eri ancora svegliata. Eri viva solo per mezzo dei macchinari. Appena lo venni a sapere scoppiai a piangere e venni da te. Ti strinsi forte la mano e,quando ti stavano per togliere i macchinari,ti sentii respirare normalmente,mi stringesti  la mano per qualche secondo,e dopo poco apristi gli occhi. Li rinchiudesti subito dopo ma non m'importava. Ti eri svegliata e significava che eri fuori pericolo. Nel pomeriggio,mio padre mi disse che mentre lui stava parlando con un collega,avevi preso conoscenza.
Purtoppo ti dovette dire che eri ceca e che la tua famiglia era,insomma....hai capito. Comuqnue,a me dispiaceva tanto. Quando eri in coma non mi allontanai un attimo da te. Quando uscisti dall'ospedale,decisi di aiutarti. E sinceramente mi mancavi,mi mancavi tanto,non sapevo perché ma qualcosa di te mi attirava. Così trovai dalla tua cartella clinica alcune informazioni. E così,dopo due anni ti ho trovata. Non é stato un caso che tu mi abbia incontrato fuori il cimitero. Sapevo che oggi era il compleanno di tuo padre ed ero sicuro che saresti andata da lui. Ti ho aspettata e quando sei uscita ho riprodotto il "finto incidente",in realtà l'ho avevo fatto apposta a venirti addosso,era tutto calcolato. Speravo di non doverti dire la verità,mio padre mi aveva detto che non ce ne sarebbe stato bisogno ma si sbagliava di grosso:sei intelligente proprio come tuo fratello Luke.> <lo conoscevi?> <si,tu forse non lo sai ma io sono venuto anche al funerale.>disse. Mi presi qualche secondo per assimilare tutte le informazioni. <Tu davvero mi sei stato vicino durante il coma?> <te lo giuro. Sono felice di averti trovata,dico davvero.> <anche io sono contenta,magari con un amico non mi annoieró tutto il giorno>dissi ironica. <Questo é sicuro.>dissi. Dopo un pó sentii il campanello bussare. Feci per alzarmi ma Zane mi fermó. <tranquilla,vado io.>disse. <Grazie>

Musica E Amore:Storia Di Una Ragazza Ceca.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora