Driiin.
Altre cinque ore di scuola erano terminate. Assa fa Dio. Con il freddo che faceva non avevo per niente voglia di seguire le lezioni,ma non mi andava di rimanere a casa tutta la mattina,quindi. Per fortuna domani é domenica. Uscita da scuola,mi stiracchai un pó le gambe che sentivo ormai tutte raggrinzite a furia di star seduta. Respirai a fondo e inalai un pó di quell'aria fresca. <Ciao Ale.> <ciao
Naya.> <wow.> <che c'é?>chiesi. <Come fai a capire sempre con chi stai parlando se non la vedi.> <secondo te? Dalla voce,ovvio>risposi ironica. <si però...dai lascia stare. Vai a casa adesso?> annnuii. <Vuoi che ti accompagni?> <no tranquilla. Non ce n'é bisogno. Ci vediamo lunedì.> <certo,ciao Ale.>.Mi imcamminai verso casa. Una volta arrivata,mi preparai un panino,mi sedetti al tavolo e con gli auricolari nelle orecchie iniziai a mangiare. Era l'mp3 di mio fratello:quanto mi mancava. Da quanto tempo non lo vedevo. Sentii subito gli occhi gonfiarsi di lacrime,ma tentai di distogliere la mia mente da quel brutto pensiero. Non volevo rovinarmi anche questa giornata.
Appena terminai di mangiare,mi diresse in camera mia,aprii la porta ed entrai. Iniziai a camminare a tentoni per la stanza e finalmente arrivai al mio pianoforte. "Ciao amica mia" pensai. Iniziai ad accarezzare la superficie liscia con i polpastrelli delle dita fino a scendere sul leggio dove vi erano gli spartiti. Mi mancava tanto poter leggere le note ma ormai non ne avevo bisogno:suonavo da tutta una vita e le canzoni le sapevo a memoria. Mi sedetti sullo sgabello, posizionai le mani sui tasti e senza neanche pensare a quale melodia suonare,iniziai a premere,facendo uscire dei suoni dolci e gentili. Muovevo con delicatezza le dita sui tasti accompagnando il loro movimento,quasi accarezzandoli. Rimanetti lì a suonare per non so quanto tempo,fin quando non iniziarono a bruciarmi le dita. Mi alzai e mi stesi sul letto. Ormai mi ero abituata a vedere solo il buio,ma non era comunque una cosa piacevole. Sentivo dei leggeri raggi di sole accarezzarmi e solleticarmi il viso,mentre i miei occhi rimanevano aperti ma chiusi nell'oscurità. Era da tanto che non vedevo più la luce,e la cosa,per quanto fosse diventata la mia realtà,era pur sempre dolorosa da sopportare. Chiusi gli occhi e mi fece quasi impressione il fatto che,tra tenerli aperti e tenerli chiusi,non esistesse la benché minima differenza. Era una cosa...alquanto strana.
Dopo poco mi addormentai.Fui svegliata dopo un'oretta dalla suoneria del cellulare.
"Pronto?"
"Cuginetta,da quanto tempo!"
"Eiden?"
"Indovinato. Come stai piccola?"
"Bene,cioè....normale!"dissi ironica. Lo sentii ridere dall'altro capo del telefono.
"Come mai mi hai chiamata?"chiesi.
"Non c'é un vero motivo:avevo voglia di sentirti e...volevo avvisarti che sono tornato in città."
"Davvero? Scherzi?"
"No piccola. Stavo venendo infatti a casa tua. É da anni che non ci vediamo. Appena sono tornato ho pensato di venirti a trovare."
"O mio Dio Eiden. Sono felicissima"dissi entusiasta.
"Sapevo che ti avrebbe fatto piacere. Ci vediamo tra poco."disse e attaccó.
Eiden é mio cugino,ha 20 anni e lavora a Berlino,per un'azienda. Stranamente però lo hanno fatto tornare a lavorare qui in città. Era veramente da tanto che non ci vedevamo. L'ultima volta é stato al funerale dei miei e di mio fratello. Purtroppo non é potuto rimanere molto a causa del lavoro,per cui sono davvero felice di poterlo rivedere. Io ed Eiden abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto. Parliamo di tutto e....gli voglio bene davvero tanto,é come un fratello per me.
Suonó la porta.
Uscii dalla stanza e scesi lentamente le scale,attenta a non cadere. Arrivata davanti la porta, la aprii. All'istante,un intenso profumo mi investì. Era lui,non c'era alcun dubbio.<Eiden.>dissi,mentre le lacrime iniziavano a farsi sentire. <Alessia. Quanto mi sei mancata.>mi disse. Mi avvicinai lentamente a lui e cercai a tentoni la sua mano,fin quando non la trovai. La strinse forte e lo abbracciai. Appoggiai la testa sulla sua spalla,quando sentii una goccia bagnarmi il viso. Mi staccai da lui e iniziai ad accarezzargli la guancia. Quella era una lacrima di Eiden. In vita mia non lo avevo mai visto piangere. <Perché piangi?>dissi con voce sottile. <Mi dispiace Alessia. Mi dispiace,per tutto quello che hai sofferto e che soffri ancora. Vorrei aiutarti ma non posso fare niente. Ti donerei la mia vista all'istante se potessi,senza pensarci due volte.>rimasi impassibile per minuti. <Eiden. Io non voglio la tua vista. Io sono felice così,non mi importa se non ci vedo. Io non me ne faccio niente dei miei occhi,non mi serve guardare per vivere e per andare avanti,perché non vuoi capirlo?! Io non voglio che tu stia così,non per me. Ti prego,smetti di piangere.> <certo piccola,quello.che vuoi.>disse con un pó di ironia nella voce,mentre mi abbracciava. Entrammo in cucina,feci sedere Eiden e iniziai a preparargli un the. Presi il pentolino ma qualcosa mi bloccò la mano e mi sfilò l'oggetto. <Lascia stare. Lo faccio io,tranquilla.> <Eiden,guarda che io ci vivo così,per me é una cosa normale preparare il the e penso anche di saperlo fare.>dissi sarcastica. <Non né dubito,ma visto che ci sono io, per una volta lascialo fare a me.>disse. <Ti prego,non mi inondare la cucina,perché a quel punto sarebbe un pó difficile pulire.> <dai,non sono così sbadato.> mi andai a sedere.Il pomeriggio trascorse tranquillamente. Io ed Eiden parlammo,uscimmo a fare un giro,poi mi accompagnò a casa e se ne andó.
La mattima seguente mi svegliai alle Otto. Era domenica e in particolare quella domenica. Era il 7 febbraio,il compleanno di mio padre. Decisi di andare così a far visita al cimitero. Mi portai una Borsa a tracolla e ci misi dentro alcuni spartiti di pianoforte e tre rose bianche,poi uscii di casa. Camminando,sentii un senso di nostalgia invadermi:ricordo quando da piccola,la domenica mattina,io,mio padre e Luke(mio fratello maggiore) andavamo in pasticceria a comprare dei dolci e puntualmente quando tornavano a casa la mamma ci sgridava dicendoci che non erano quelli adatti. Beh,alla fine sgridava solamente il papà,mentre noi due rimanevamo ad osservare la scena divertiti ridendo sotto i baffi. Che bei momenti. Arrivata al cimitero,cercai la lapide di mio padre,chiedendo informazione al signore di guardia. Ringraziai e mi ci avvicinai. Mi misi in ginocchio e inizia ad accarezzare la sua lapide. "Buon compleanno papà. Sai,mi manchi tanto,vorrei che fossi qui con me,che mi aiutassi e mi sostenessi come hai sempre fatto. Ci credi se ti dico che stanotte ti ho sognato,si. Ho sognato quell' estate in cui mi hai portato ad un concerto di pianoforte,ricordi? Avevo sette anni e....fu da allora che mi innamorai della musica ed in particolare di quel meraviglioso strumento.> dissi,ma d'un tratto dovetti fermarmi,sentendomi la voce bloccata dalle lacrime che ormai non riuscivo a trattenere. <scusami papà. Ti avevo promesso che non avrei pianto mai più ma non ce la faccio. Mi manchi troppo papà,mi mancate tutti e tre e...io da sola non so come andare avanti. Scusami.>dissi piangendo. Diedi un ultima carezza alla lapide e poggiai una rosa bianca per terra,poi mi spostai sulle lapidi di mia madre e di Luke e misi una rosa anche vicino a loro.
Poi mi alzai e andai viva. Iniziai a camminare mentre la mia mente pensava solo a loro,la mia famiglia. A quel dannato incidente che me li ha portati via,a quel freno bastardo che non ha voluto funzionare,a quel maledetto camion che ci é venuto addosso. Volevo mandare tutto a fanculo in quel momento. Mi sarei buttata da un balcone volentieri senza pensarci due volte,perché la mia vita senza loro non aveva senso. Continuai a pensare fin quando non sbattei contro qualcosa e caddi con il sedere a terra e sbattei la testa. La borsa mi sciviló,lasciando gli spartiti scoperti. Mi misi seduta e iniziai a toccarmi la testa dal dolore. Poi sentii la voce dolce di un ragazzo<Oh mio Dio scusami. Ero distratto e non ti avevo vista. Stai bene?>
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Musica E Amore:Storia Di Una Ragazza Ceca.
RomanceCit. Prologo "Frena Shaun,Frena! "Lara sta zitta cazzo,sto frenando ma la macchina non si ferma!" "Shaun attento!" poi il buio.. Mi chiamo Alessia,ho 17 anni e da 2 anni sono ceca. La mia famiglia,in seguito ad un incidente d'auto é morta. Sono stat...