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Smontai dalla moto,mentre Zane rimase lì.

Feci qualche passo verso il gruppo di ragazzi,e mi fermai,aspettando che fosse Layn ad avvicinarsi,perché non vedendo non sapevo dove si trovasse. Sentii dei passi muoversi verso di me. Mi tolsi il casco e scossi la testa a destra e a sinistra,facendo svolazzare la mia chioma nera.<alla fine sei venuta?>mi disse quasi sussurrando. <avevi dubbi?> <conoscendoti,no.> <conoscendomi? Layn non iniziare,tu non mi conosci,non mi hai mai conosciuta veramente. Tu pensavi che io non sarei mai venuta. E non pensare che solo per il fatto che non vedo i tuoi occhi io non capisca cosa pensi,cosa passa per la tua testa,perché lo capisco lo stesso.>dissi impassibile,con un'espressione vuota,che non lasciava trapelare alcuna emozione.
Tra noi due caló il silenzio. Uno strano silenzio,pieno di imbarazzo,di vergogna da parte di lui. <Layn,questo posto é una merda,mi fa schifo e puzza di fumo e whiskey,quindi muoviti a parlare e a dirmi quello che devi, perché voglio andarmene al più presto.> <Non...non so come...come dirtelo.> <sii breve,conciso e rapido. Sono gli unici consigli che posso darti.>dissi,un pó fredda. Lo sentii sospirare pesantemente. <mi dispiace,mi dispiace tanto. Sono stato uno stronzo,per due anni non ho fatto altro che provocarti dolore,nonostante fosse già doloroso il fatto di ritrovarti ceca e senza famiglia,io....non ho pensato a come tu potessi sentirti. E anche il periodo in cui stavamo insieme mi sono comportato da vero idiota. Tu mi amavi,ma per me tu eri....eri...>non terminò la frase così ci pensai io a concluderla.<...un gioco...io per te ero un gioco,vero?> <si,solo un gioco,un divertimento,un passatempo,ma oggi,vedendoti con Zane,così felice,gli occhi che ti brillavano di gioia ed emozione...mi sono sentito morire,ho capito cosa mi ero perso,cosa avevo fatto scappar da me,Alessia io...io ho capito che veramente ti am..,> <NO! Layn non dirlo,ti prego,non dirlo. Non m'importa cosa mi hai fatto,non ci soffro più e non porterò rancore verso di te,ma io non ti amo. Ti amavo,si,ma non ora,non amo te. Credo che tu mi abbia fatto fare un viaggio a vuoto,perché quello che vuoi non lo avrai. Io non mi fidanzeró con te.>dissi,facendo per andar via,ma lui mi trattenne per il polso. <aspetta, pensaci,non rispondermi adesso,> <Layn no,non devo pensare a niente. Io non ti amo! Io amo Zane,e non voglio avere più niente a che fare con te! Layn lasciami in pace,fai quello che in questi ultimi due non mi hai permesso,fammi essere felice. Te lo chiedo per favore,lasciami in pace.> dissi,e alle miei orecchie suonó quasi come una supplica da parte mia. <hai ragione,scusa....amici?>chiese porgendomi la mano. La afferrai a tentoni e la strinse.<si,amici.>dissi con un sorriso. Sentii il suo profumo avvicinarsi alla mia pelle e mi schioccó un bacio sulla guancia. Quando si staccó,salutai Jonhatan<ciao Jonhatan> <ciao angelo.>e mi avvicinai alla moto di Zane. <tutto bene?>mi chiese premuroso. Annuii e gli sorrisi. Montai sulla moto,misi il casco,
gli cinsi la vita con le mie braccia e partimmo.

Arrivati a casa,era ormai sera.
Quando Entrammo,fummo investiti dalle urla di Kaleb. <Zane perché Kaleb sta piangendo?> <non ne ho idea.> Zane mi prese la mano e andammo nella stanza del piccolo. Da quanto ero riuscita a capire,Sophie tentava di mettere a letto Kaleb,ma lui non voleva. Chissà per quale motivo,non ha mai fatto storie per dormire.<NON VOGLIO! NO,NO,LASCIAMI STARE,NON VOGLIO!>disse tra lacrime e urla. <Kaleb ti prego,...>provò Sophie. <NO.>
Non sentii più nessuno parlare,solo dei passi verso di me.<Alessia,ti posso parlare?>mi chiese la donna,fon voce dolce. <certo.>

Andammo in cucina e ci sedemmo al tavolo,mentre Kaleb era nella sua cameretta. <cosa dovevi dirmi?> <ecco...Kaleb ha,da quando é piccolo,un problemino alla mano,perché un osso nom é nella giusta posizione. L'altro giorno l'ho portato dalla sia pediatra e mi ha detto che..é necessario un intervento,ma non é niente di rischioso,tutt'altro. É una delle operazioni esistenti più semplici.> <beh,é una buona notizia questa,giusto?> <si,ma..Kaleb ha solo quattro anni, non può capire di cosa si tratti,e quindi ha paura. Le notti sta facendo brutti sogni e...adesso per questo non vuole andare a dormire. Io non so come fargli capire che...é un intervento insignificante,che non causa problemi,ma....> <ho capito che intendi,Sophie. Io cosa dovrei fare?> <Mi sono accorta del rapporto che Kaleb sta stringendo con te,ti da a svolto,si fida di te,ti vuole,se tu gli parlassi magari...hai capito,no?> <si,ho capito. Non ci sono problemi. Zane,mi accompagni in camera di Kaleb?> <certo.>mi prese la mano e andammo nella sua stanza. Zane rimase sulla soglia mentre io entrai e mi sedetti sul letto affianco al piccolo. <ciao Kaleb.>dissi dolcemente. <ciao.>le parole gli uscirono con uno strano tono triste e impaurito,che mi fece tenerezza. <Piccolo,mi dici che c'é che non va?> <ecco...la mamma ha detto che mi devono operare ma io non voglio,ho troppa paura.> <cosa? Hai paura? Ma dai,un ometto grande e coraggioso come te non ha paura>dissi,tentando un timbro vocale allegro. <si,ho paura...gli ospedali mi terrorizzano. Se succedesse la stessa cosa che é successa a te?> <di che parli?> <ti hanno operata ed é per questo che sei ceca,perché l'intervento é andato male.> quindi lui sapeva bene che io ero ceca,anche se non glielo avevo mai detto. In quel momento cosa potevo rispondergli? <cucciolo,a me era una cosa diversa. Mi hanno operata al cervello,ed é andato male é vero. Ma la tua operazione non é rischiosa,non ti farà niente.> <me lo prometti?> <te lo prometto. Ma ora mi spieghi perché non vuoi fare la nanna,tua mamma é preoccupata,sai?> <da quanto mamma mi ha detto dell'operazione la notte faccio brutti sogni e....non voglio addormentarmi, perché mi fanno paura.>questo bimbo é....di una tenerezza assoluta. <allora,facciamo una cosa. Tu adesso vieni nella cameretta mia e di Zane e ti suono qualcosa al pianoforte,contento?> <siiii,ma se....i brutti sogni tornano quando mi addormento?> <Li caccio via. Promesso.>
<Grazie.>disse abbracciandomi.

Andammo cosi nell'altra stanza.
Kaleb di sdraió sul mio letto,mettendosi di fianco,con una mano sotto la guancia,mentre io presi posto sullo sgabello del pianoforre. Inziai a suonare,e lasciai le dita libere di muoversi a loro piacimento. Solo alla fine mi accorsi della melodia he avevo suonato:era la preferita di Luke,ricordarla,in qualche modo me lo faceva sentire vicino,talmente vicino da poter sentire il suo profumo,le sue dolci carezze,la sua voce bassa. Talmente vicino da percepire la sua presenza.

Mi accorsi che Kaleb si era addormentato. Mi avvicinai al letto,e lo coprii con le mie coperte. Presi ad accarezzargli i capelli,proprio come Luke faceva con me quando ero piccola. Involontariamente cacciai un sorriso. Ricordarlo mi faceva provare tante,troppe emozioni:un insieme di felicità ed amarezza, gioia e frustrazione, sentimenti che si contrastavano a vicenda,in una lotta che io stessa non potevo evitare.

Musica E Amore:Storia Di Una Ragazza Ceca.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora