7. Too Much To Ask

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Il mio primo concerto fu fantastico, dovetti ammettere, o forse lo pensavo solamente perché non avevo esperienza, il che era possibile, ma ad ogni modo non fui sicuramente l'unica a crederlo. Le ragazze urlavano ancora fuori dall'edificio dopo mezzora dalla fine e nonostante la tarda ora non sembravano stanche, affatto.

- Ti sei divertita? - mi chiese Ashton abbracciandomi forte. Mi limitai ad annuire contro il suo petto. - Sei stanca? - volle sapere preoccupato. Scoppiai a ridere.

- Un po', ma voglio uscire con te, quindi se vuoi prepararti, oppure possiamo anche andare ora. -

- Non vuoi salutare Kayla? I ragazzi partono adesso con il tourbus, li raggiungeremo con qualche ora di ritardo a Torino. - fece lui.

- Cosa vuoi dire? - domandai confusa. - Non si fermano anche loro per fare un giro? Non dormiamo in hotel oggi? -

Ash scosse la testa. - Non dormiremo in hotel per almeno un'altra settimana, Micetta, oppure non avremmo il tempo di arrivare alla prossima tappa per il tour. Per questo ti ho detto che ho dovuto organizzare tutte le nostre uscite nei minimi dettagli. Edward ci aspetterà più tardi per seguire i ragazzi con il furgoncino. -

- E Kayla dove dormirà i prossimi giorni? -

- Vi lascio la mia cuccetta se proprio non le sta a genio nessuno dei ragazzi. - sospirò il riccio. Mi voltai verso la mia migliore amica che se ne stava seduta in disparte nel camerino dei ragazzi a seguire con la coda dell'occhio Luke. Il biondo faceva la stessa identica cosa quando lei distoglieva lo sguardo. Sorrisi. Qualcosa mi diceva che qualcuno le stava a genio anche più del dovuto.

- Non preoccuparti, forse dopotutto riusciremo a dormire insieme. - ridacchiai.

***

- Non sbirciare! - mi ammonì Ashton. Alzai gli occhi al cielo anche se era piuttosto inutile vista la bandana del mio quasi-ragazzo che mi copriva gli occhi e le sue mani enormi sulla mia faccia, come se non fosse abbastanza.

- Siamo quasi arrivati? - volli sapere invece io lasciandomi sfuggire un po' del senso di esasperazione che mi opprimeva. Odiavo camminare senza avere la possibilità di guardare dove stavo mettendo i piedi.

- Quasi. - rispose Ash. Sentii il mio stomaco brontolare per la fame. Il riccio scoppiò in una risata fragorosa.

- Giuro che se non mangio entro cinque minuti, Ashton, potrei ucciderti e mangiarti. - borbottai.

- Lo so che sono un bel bocconcino, ma non c'è bisogno che mi divori. - Brontolai contrariata. - Ok, ok. Calmati che siamo arrivati. - disse. Non sapevo cosa aspettarmi da lui in quel momento. Avevo imparato a mie spese che era impossibile scoprire le sorprese di quel ragazzo. Mi tolse la bandana dagli occhi e rimase a guardarmi in attesa di vedere la mia reazione. Ero semplicemente senza parole. - Non ti piace? - chiese dopo un po' preoccupato. Mi voltai verso di lui e lo abbracciai di slancio rischiando di cadere rovinosamente a terra.

- Questo posto è stupendo Ashton. - gli sussurrai. - Come l'hai trovato? -

- Cercando su Google. - ammise imbarazzato. Scoppiai a ridere, per poi rivolgere lo sguardo nuovamente al palazzo di cristallo che si ergeva sul piccolo lago scuro. Mi sembrava di essere stata catapultata dentro una fiaba. - Vieni dentro che mangiamo. - fece Ash tirandomi scherzosamente per la mano. Lo seguii senza riuscire a distogliere gli occhi dalle mille luci che si riflettevano sui vetri dell'edificio. Quando entrammo all'interno, c'era allestito un tavolo per due con sopra un paio di candele per fare un po' di luce e due piatti con dentro qualcosa di non ben chiaro.

- Hai cucinato tu? - chiesi guardando la poltiglia nel piatto. L'odore non mi entusiasmava così tanto, ma si poteva dire commestibile forse.

- Uhm, no. Ho chiesto a Edward di prendere qualcosa di tipico di Madrid per cena. - replicò lui. - Sai, non ho avuto ancora l'occasione di mangiare molti piatti tipici dei posti in cui sono andato, a parte per l'Italia. -

69 Things That You Love About Me || Ashton Irwin #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora