Silenzio imbarazzante. Fissai malamente Ashton che però continuò insistentemente a passare lo sguardo tra i nostri due amici. Luke borbottò qualcosa che non riuscii ad afferrare.
- Come? - riuscì a chiedere scioccata Kayla.
- Perché. Vi. Odiate? - scandì bene la parole Ashton. Una delle tante cose che Ashton non aveva ancora capito era che se una ragazza chiedeva "Come?" voleva che cambiassi argomento, ma la sua voglia di farsi male in quel momento doveva essere alle stelle.- Non ci odiamo. - riuscii a capire Luke. - Solo che questa situazione è troppo imbarazzante, non siamo più bambini e io non ho idea di... di come dovrei comportarmi con Kayla dopo tutto questo tempo. - rivelò il biondo. Kayla lo guardò come non l'avevo mai vista guardare nessuno, come se fosse stata scoperta, come se Luke viaggiasse sulla sua stessa frequenza d'onda e potesse rivelare al mondo i segreti più infimi della mia migliore amica.
- Tu non sei cambiato di una virgola da quando eri piccolo. - obbiettò Ashton senza pensare ancora a ciò che stava dicendo. A quel punto non potevo continuare così.
- Ashton... dobbiamo parlare noi due. Da soli se non ti dispiace. - affermai strattonandolo per un braccio. I due ragazzi che erano con noi non fiatarono e mi lasciarono parlare da sola con il mio quasi-ragazzo. - Ma cosa ti salta in mente? - sbottai appena fummo fuori portata dall'udito di Kayla e Luke.
- Cosa ho fatto? - ribatté sconcertato Ashton. Lo guardai male, anche se avevo capito che ovviamente non aveva afferrato come si stavano mettendo le cose.
- Lo so che all'inizio pensavo potessero funzionare le cose tra loro due. - feci cercando di non gesticolare troppo nella loro direzione. - Ma forse è meglio non insistere. Sento che c'è qualcosa che è successo tra di loro e se non ne vogliono parlare, probabilmente non è stata una bella esperienza.- mormorai. Ashton gettò uno sguardo alle sue spalle. Il biondo e la rossa si tenevano a debita distanza tra di loro, in modo che non potessero sforarsi nemmeno per sbaglio. Il riccio annuì e lo seguii mentre ritornava indietro dai nostri amici.
***
Io e Kayla non parlammo quasi per niente quando entrammo nelle nostre stanze, e dopo che finii di farmi la doccia la trovai già sdraiata con i capelli ancora gocciolanti che bagnavano il cuscino. Non ero sicura se avessi dovuto chiamarla per capire se era sveglia e parlare di ciò che era accaduta quella sera, oppure lasciarla in pace e fare finta per il momento che non fosse successo nulla, almeno finché non avesse deciso di raccontarmi tutto di sua spontanea volontà. Alla fine optai per la seconda scelta e non avendo ancora sonno uscii silenziosamente dalla stanza.
Tra tutte le stronzate che avevo mai commesso in tutta la mia vita quella, credo, sia stata la peggiore. Non sapevo nemmeno se avevo tirato così tanto la corda, tanto la spezzarla, oppure ne era rimasto ancora un sottile filo a legarci. Mai avrei creduto di perdere i miei migliori amici in un modo così assurdo.
- Micetta? - sussurrò qualcuno alle mie spalle. Sobbalzai leggermente, anche se avevo riconosciuto la voce di Ashton. Le sue braccia mi avvolsero in un caldo abbraccio e il riccio mi lasciò un bacio sulle labbra. - Che ci fai qui? Lo sai che dovresti dormire. - mi ammonì dolcemente. Gettai un sospiro rannicchiandomi tra le sue braccia.
- Come sta Luke? - chiesi invece io, deviando le sua domanda.
- Amo il fatto che ti preoccupi più degli altri che di te stessa. - replicò il riccio. - L'hai sempre fatto. Anche quando stavi affrontando i tuoi problemi, hai messo prima davanti tua sorella ed ora stai facendo la stessa cosa con i nostri amici. - Alzai la testa per incrociare il suo sguardo. Mi sentivo sempre colpevole di quello che accadeva e quello era un modo per riscattarsi, ma non lo dissi. Ashton non avrebbe approvato il motivo per cui agivo in quel modo. - Per un attimo pensa a te stessa, Micetta. Non puoi risolvere tutti problemi degli altri, sarebbe come combattere contro i mulini a vento. -
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69 Things That You Love About Me || Ashton Irwin #WATTYS2017
FanfictionUn'idea mi balenò in testa e sorrisi compiaciuta. Ashton mi guardò perplesso. - Che c'è? - - 69. - me ne uscii improvvisamente lasciandolo di stucco. - Non vorrai...? - chiese incerto. Scoppiai a ridere. - Lo dicevo che eri tu il pervertito. - - E a...