14. New Rules

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Guardai il cellulare sul bancone della cucina. Harry se n'era appena andato insieme a Niall, per sbrigare alcune faccende con i manager, come ad esempio il loro ritorno il giorno dopo per il concerto che avrebbero dovuto tenere nella prossima città europea. Non ero sicura che Ashton riuscisse ad arrivare qui per tempo, dopotutto ci voleva un intero giorno per andare e tornare e avevano ancora un giorno di stacco.

Di certo i manager non dovevano essere felici di avere pezzi di band dispersi per il mondo.

Il cellulare vibrò sulla superficie della cucina. Odiavo quello stupido aggeggio. Di certo però non potevo buttarlo nel cestino come se fosse stato un fazzoletto usato, dovevo restituirlo ad Ashton, visto che si trattava del suo cellulare da lavoro. Lo presi, il cellulare squillò di nuovo. Guardai di sfuggita lo schermo. Era arrivato un messaggio da Ashton.

Ash:
Ti amooo!

Ash:
Ti prego, rispondimi!
Sai che non posso stare per tutto questo
tempo senza di te!

Harry doveva aver detto ad Ashton di quel telefono e visto che io avevo spento il mio, quello era il modo più logico per contattarmi. Sbloccai il cellulare ed entrai nella chat. Ciò che ci trovai scritto mi lasciò perplessa. C'erano messaggi sporadici in cui dal telefono che tenevo in mano, Ashton scriveva varie dichiarazioni d'amore. Bloccai di nuovo lo schermo del telefono e lo posai sul bancone della cucina.

Forse non avrei mai più dovuto affrontare Ashton, probabilmente dopo quello che avevo fatto non mi avrebbe più rivolto nemmeno lo sguardo. Sempre che lo venisse a sapere.

***

- Grazie Christine. - parlò Calum in un sussurro quasi impercettibile. Gli rivolsi solo un debole sorriso, non sapendo cosa rispondere. Ero riluttante all'idea di rimettere piede in quel ospedale, troppi ricordi terribili.

Entrammo in silenzio e seguii Calum per dei corridoi a me sconosciuti. Alla fine avevo deciso di non essere accompagnata da nessuno, non che esistesse qualcuno al momento con cui avrei voluto passare del tempo.

- Siamo arrivati. - mi avvertì il moro, fermandosi davanti alla porta di una stanza. - Charlotte dovrebbe aver finito la cura. - disse. Fissai l'uscio non sapendo cosa aspettarmi, una ragazza malaticcia? Una ragazza ancora in forma? Come mi sarei dovuta comportare?

Non ebbi il tempo di elaborare un po' altro pensiero. Charlotte comparve sullo stipite. Rimasi per qualche istante perplessa. Non poteva essere.

- Ciao, Christine. - mi salutò la ragazza che avevo di fronte con un sorriso enorme stampato sul viso segnato. Era la ragazza con il foulard blu, solo che ora era viola. Charlotte. Quella che mi aveva capito con un solo sguardo.

- Charlotte. - mi uscì in un bisbiglio.

- Vi conoscete? - si intromise stupito Calum. Mi ripresi all'istante schiarendomi la gola. Guardai prima lei e poi lui. Per un attimo mi ero scordata di lui.

- Non esattamente. - fece Charlotte. - Solo di vista. - spiegò rimanendo sul vago e per questo le fui immensamente grata.

***

Non parlammo molto né mentre uscivamo dall'ospedale e nemmeno nel viaggio in macchina verso la casa di Charlotte, non tanto perché non volessimo, ma più perché Calum aveva monopolizzato la conversazione. Si vedeva lontano un miglio la sua ansia data dal nostro incontro, voleva che tutto andasse per il verso giusto.

Finalmente arrivò il momento in cui ci lasciò da sole per un attimo, aveva ricevuto una chiamata urgente da non so chi.

- Quindi tu sei la ragazza di Calum. - dissi tanto per rompere il ghiaccio. - Non credo di averti mai vista. - aggiunsi. Charlotte si stese un po' sul letto distendendo le gambe, prima di rispondermi. Sembrava stremata, il viso era pallido e le mani le tremavano. Era orribile come una cura ti distruggesse al contempo.

69 Things That You Love About Me || Ashton Irwin #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora