- Non dovresti stare con me in questo momento. - parlò William. - Dovresti stare al capezzale di Charlotte, con Jonathan. - disse. Se non fosse stato così debole sia fisicamente che mentalmente gli avrei pure chiesto di accompagnarmi, anche se probabilmente trattandosi di Jonathan, William non mi avrebbe mai lasciata andare da sola.
- Certo che dovrei essere con te in questo momento. Non ti lascio da solo. - Potevano esserci altre mille questioni gravi, ma in quel momento dovevo risolvere quella.
- Siamo arrivati. - mi avvisò Will indicandomi una casa con una luce ancora accesa al piano superiore. Avrei giurato che fosse la camera di James. Parcheggiai davanti al vialetto d'ingresso e spensi la macchina. Rimanemmo a fissare la porta senza proferire parola per qualche minuto. - Ci saranno sicuramente i suoi genitori in casa. - fece il castano. - Non mi ascolterà nemmeno. -
Gli presi una mano e gliela strinsi per confortarlo. - Non puoi saperlo. Sono certa che avrà passato tutti questi giorni a pensare a te. Ha bisogno di sapere che ci sei, e magari in questo modo riuscirà a non piegarsi a sua madre. -
Alla fine ci decidemmo ad uscire. Will raccolse dei sassolini da terra e cominciò a lanciarli sulla finestra di James. Dopo qualche minuto il ragazzo si affacciò di sotto. Come credevo era distrutto per la sua decisione tanto quanto lo era William, se non di più.
- Cosa ci fai qui? Pensavo di aver detto chiaramente che fosse finita. - Le parole che uscirono dalla sua bocca però furono in netto contrasto con la sua figura. - Vattene, William. -
- Non senza di te. - ribatté. - Tu sei meglio di così, Jem. Ti prego, scendi e parliamone. - lo supplicò il castano. La scena era davvero pietosa e sarebbe stato tutto fantastico se non fosse stato per la donna che uscì infuriata dalla porta d'ingresso, nemmeno fossi stati in un classico romanzo d'amore.
- Andatevene dalla mia proprietà. - sbraitò quella che doveva essere la madre di Jem, visto che si notava che lui aveva preso molto da lei.
- James! - lo pregò con voce lamentosa William ignorando spudoratamente la donna. - Non puoi buttare via questi tre anni che abbiamo passato assieme! Non puoi ignorare i miei sentimenti! I tuoi sentimenti! Il nostro amore! - Le lacrime iniziarono a scendere nuovamente in modo copioso dagli occhi di Will. Mi avvicinai a lui mettendomi tra il ragazzo e la donna. Non volevo che qualcuno si facesse male e la madre di Jem sembrava il tipo a cui non importava molto di picchiare un ragazzo pur di allontanarlo.
- Tu sei il ragazzo che ha soggiogato mio figlio! Che gli ha fatto perdere il senno! - urlò lei avvicinandosi pericolosamente a noi.
- Stia lontana, signora, la prego. - dissi nel modo più cordiale possibile.
- Anche tu sei una di loro? - fece in tono schifato. - Una di quei depravati? Ti conviene andartene di qui! Non voglio reietti della società nel mio giardino. - Omofoba. Omofoba all'ennesima potenza era quella donna. E mi stava dando il voltastomaco.
- James, io ti amo! - urlò Will con tutto il fiato che aveva in corpo. Il moro sussultò a quelle parole. La madre a quel punto cercò di fiondarsi sul mio amico, ma la scansai via.
- Tu! - urlò additandomi con odio. - Io ti denuncio! Non mi devi toccare, hai capito?! -
- E lei non si avvicini allora! - sputai gelida.
- Voi non potete stare qui! - sbraitò di nuovo la madre di James. Improvvisamente di lanciò ancora su William e per la sorpresa non riuscii ad impedirglielo. Lo picchiò in modo scomposto, come se fosse stato uno scarafaggio e lui non aveva le forze di difendersi più di tanto. Cercai di allontanarla, ma un paio di braccia più forti delle mie accorsero in mio aiuto.
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69 Things That You Love About Me || Ashton Irwin #WATTYS2017
FanfictionUn'idea mi balenò in testa e sorrisi compiaciuta. Ashton mi guardò perplesso. - Che c'è? - - 69. - me ne uscii improvvisamente lasciandolo di stucco. - Non vorrai...? - chiese incerto. Scoppiai a ridere. - Lo dicevo che eri tu il pervertito. - - E a...